Focolai e vaccinazioni,ancora una volta i focolai tornano nelle oramai assuefatte università.
I focolai sono direttamente proporzionati all’inefficacia delle vaccinazioni
Ringraziamo Jefferey Jaxen, giornalista investigativo indipendente americano,che si occupa dei pericoli concernenti le vaccinazioni e la corruzione farmaceutica. La stessa che ha infettato non solo l’America ma tutto il mondo.
Questa volta a parlare è la stesso direttore della prestigiosa Harvard UniversityHealth, Paul Barreira il quale ha recentemente dichiarato di essere preoccupato degli ultimi accadimenti.
Ricordiamo che il focolaio di parotite presso la Harvard University, ha avuto inizio ai primi di marzo 2016 con ben 41 casi e questo ha fatto calare il sipario della preoccupazione riguardo l’inefficacia (ancora una volta ) dei vaccini MMR.
Harvard non è l’unico college nella zona di Boston colpito dal focolaio di parotite questa primavera; la Boston University, l’università del Massachusetts e la Tufts University hanno subito la stessa sorte e a farne le spese come sempre,sono gli ignari studenti.
Il recente focolaio di parotite ad Harvard , ha riportato sotto la lente, tutti i soliti sospetti dei media , nel vano tentativo di spazzare qualsiasi dubbio sulle vaccinazioni,come sempre.
Le ultime notizie della NBC riportano (nonostante gli accadimenti ) la notizia sconvolgente secondo la quale i medici tenderebbero a somministrare anche una terza dose dello stesso vaccino e che per questo,tutti i frequentatori dell’Università sarebbero chiamati a sottoporsi a quello che è la causa del focolaio.
La dichiarazione mostra un cinico disprezzo ed un’offesa all’intelligenza degli stessi lettori.
Basterebbe volgere lo sguardo agli stessi foglietti illustrativi dei produttori, alle loro dichiarazioni sui vaccini; basterebbe guardare le “vittoriose” cause di risarcimento ottenute grazie al Vaccine Injury Compensation Program Nazionale ,il quale confuta le affermazioni di NBC al 100 per cento.
Ancora una volta, la parzialità dei media tradizionali sull’inquadramento di questa vicenda apre il sipario della corruzione protratta da anni.
Ricordando il focolaio di parotite del 2006 che ha visto almeno 6.500 casi in 11 stati ,ci torna in mente la preoccupazione circa l’effetto del vaccino MMR,la stessa ancora in vita oggi,diventata punto focale di discussione.
Casualmente il vaccino MMR è anche attualmente il centro del documentario breakout Vaxxed: Da Cover-Up alla catastrofe .
Dr. Amesh Adalja, uno specialista di malattie infettive ha dichiarato che l’esposizione degli studenti alla parotite è così alta che il vaccino stesso non può proteggerli contro la medesima”.
NBC News host e altri,hanno semplicemente utilizzato il recente focolaio di Harvard per commercializzare ancora una volta, per spingere tutti a sottoporsi al richiamo del vaccino equindi lo stesso programma vaccinale del CDC . Va notato che il CDC è il più grande acquirente di vaccini; colui che spende oltre $ 4 miliardi all’anno dei fondi dei contribuenti ignari di tutto ciò .
Merck nel mirino della frode MMR. I media qui non entrano in merito alla vicenda.
Utile ricordare le vicende in cui la stessa Merck si è trovata amaramente coinvolta grazie ai suoi lavoratori .
Nel 2010 una coppia di ex virologi Merck ha presentato una denuncia sostenendo che la stessa azienda sarebbe rea della frode nella ricerca del vaccino della parotite. Uno dei virologi Merck dichiarò nel 2010 quanto segue:
“Durante il nostro lavoro [Merck], ci ha assistito in prima persona, e ci è stato chiesto di partecipare direttamente, alla frode di uno studio clinico relativo alla efficacia del vaccino della parotite.”
Stephen A. Krahling e Joan A. Wlochowski, sono gli ex virologi Merck che hanno denunciato presentando un’azione legale nel mese di agosto 2010. Gli scienziati sostengono che i test di efficacia per il morbillo, parotite, rosolia (MMR) sono falsi. Il documento è stato sigillata nel giugno 2012.
Merck ha quindi il monopolio completo sul vaccino MMR (vaccino negli Stati Uniti di cui è l’unico produttore autorizzato dalla Food and Drug Administration).
Il 2017 segnerà il 50 ° anniversario della licenza esclusiva di Merck di fatto da parte del governo federale per la produzione e la vendita di questo vaccino negli Stati Uniti
Gli ex virologi Merck indicano quanto segue, nella loro querela (2010) :
“Le vittime finali qui sono i milioni di bambini che, ogni anno, vengono sottoposti ad un vaccino che non fornisce loro un adeguato livello di protezione, mentre le autorità sanitarie federali dichiararono tempo addietro l’eradicazione della malattia; il fallimento del vaccino della Merck ha permesso a questa malattia di avanzare attraverso i focolai che continuano a verificarsi”.
Le cause sono ancora in corso al momento.
Gli studenti universitari e le epidemie
Successivamente al focolaio scoppiato ad Harvard, il Boston Globe scrive :
“la Legge del Massachusetts richiede agli studenti di essere vaccinati contro la parotite prima dell’inizio delle lezioni, e la maggior parte degli studenti di Harvard era stata vaccinata, secondo le autorità sanitarie dello stato.”
Il Boston Globe dovrebbe controllare meglio in questo caso poichè la Legge del Massachusetts suggerisce agli studenti di essere vaccinati,richiedere è diverso.
Tuttavia, la legge del Massachusetts consente ai genitori e agli studenti di esercitare il loro diritto di scelta medica e religiosa, optando anche alla rinuncia vaccinazione .
L’ università suggerisce che tutti gli studenti iscritti ricevano il vaccino MMR non richiede e non forza nessuno,rispettando le esenzioni descritte dalla stessa linea guida delle vaccinazioni del Massachusetts .
Tuttavia, in passato, molte epidemie di parotite sono accadute in popolazioni completamente vaccinate . Nel 2013, l’ Università di Richmond è stata soggetto in prima persona di un focolaio molto simile a quello di Harvard, nonostante tutti gli studenti fossero vaccinati con MMR.
Anche nel 2013, la Loyola University nel Maryland ha avuto un focolaio di 12 casi di parotite.
Nel 2013, un altro focolaio di parotite ha colpito la Fordham University di New York; anche qui,tutti gli studenti (è stato accertato) erano vaccinati con MMR prima di entrare all’Università.
Perpetrare il mito “immunità di gregge” è pericoloso
Per spiegare la recente epidemia parotite Harvard, i media mainstream continuano ad utilizzare la spiegazione oramai trita e ritrita dell’ immunità dopo la vaccinazione.
Nessuna presa reale di posizione dei media mainstream sui casi comprovati dei focolai causati dai vaccini .
Tuttavia, i media e il governo continuano sulla strada della teoria del fallimento dell’ immunità di gregge che si scontra con le evidenze scientifiche.
La discussione non può essere sincera e disinteressata poichè altrimenti si andrebbe a ledere la credibilità dello stesso CDC .
Il vaccino MMR non è nemmeno l’unico vaccino ad essere sotto i riflettori ;ricordiamo il vaccino contro l’influenza.
Fu annunciato da USA Today di essere efficace solo per il 23 per cento negli Stati Uniti durante la stagione 2014-2015. Questi numeri ,sarebbero stati confermati dal Centro canadese di controllo delle malattie,il quale ha riferito che la vaccinazione anti-influenzale non offra alcuna protezione .
NON ESISTE IMMUNITA’ IN MANCANZA DI EFFICACIA DEL VACCINO STESSO.
Fonte e notizie da Health Impact
Ringraziamo le collaborazioni con gli stessi giornalisti che ci tengono informati sull’andamento delle discussioni in merito ai danni da vaccino,in tutto il mondo.
Riportiamo la seguente notizia pubblicata da farmacovigilanza.eu
Un’indagine statunitense condotta congiuntamente dai CDC e dal Kaiser Permanente Vaccine Study Center conferma che il vaccino quadrivalente per morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV) comporta un aumento del rischio di convulsioni rispetto al vaccino trivalente per morbillo, parotite e rosolia (MPR) somministrato separatamente da quello per la varicella. I ricercatori, che hanno attinto le informazioni dal sistema di vaccinovigilanza Vaccine Safety Datalink, si sono concentrati sul periodo 2000-2012 e sulla fascia di età dai 12 ai 23 mesi e hanno preso in considerazione diversi esiti negativi:
anafilassi, porpora trombocitopenica autoimmune, atassia, artrite, meningite/encefalite, encefalomielite acuta disseminata, sindrome di Kawasaki, febbre e convulsioni. Il confronto è stato effettuato su 123.200 dosi di vaccino MPRV e 584.987 di vaccino MPR più varicella.
E’ emerso che il rischio di convulsioni dopo 7-10 giorni dall’inoculazione era maggiore con il vaccino quadrivalente rispetto al trivalente (rischio relativo 1,99, limiti di confidenza al 95% da 1,08 a 3,53).
Gli altri esiti negativi non avevano una frequenza significativamente diversa con le due formulazioni e la loro frequenza era nulla o minima, a conferma del profilo di sicurezza complessivamente rassicurante delle vaccinazioni contro le malattie infettive tipiche dell’età pediatrica.
Questi risultati, circoscritti a una popolazione pediatrica nel secondo anno di vita, sono coerenti con precedenti studi, segnalazioni e raccomandazioni da parte delle agenzie regolatorie, già riportati da Farmacovigilanza a dicembre 2010 e novembre 2011.
Klein NP, Lewis E, et al. Safety of measles-containing vaccines in 1-year-old children. Pediatrics 2015;135:e321-9.
Meningite:come incutere la paura e seminare il panico;è questo ciò che viene fatto quando si parla di malattie infettive.
Oggi su tutte le prime pagine troviamo la meningite, ieri l’influenza aviaria o la SARS.
L’informazione per i genitori, giustamente preoccupati, è affidata solo ai mezzi di informazione.
Questi svolgono come si deve il proprio lavoro? Sui giornali ripetutamente non vengono riportate le basilari informazioni sulle cause degli avvenuti decessi.
Campagna mediatica del terrore?
Esiste in realtà la vera libertà di Stampa? L’amplificazione mediatica (errata tra l’altro) porta a fenomeni d’isteria collettiva in mancanza di una chiara e corretta informazione scientifica.
“Siamo nell’attesa di una nuova pandemia mondiale che causerà milioni di vittime” questo ci viene propinato,ma è una realtà?
La sola parola”meningite” incute paura. Non c’è genitore che, dopo la notizia dell’ennesimo caso, prontamente riportato dai giornali, non si sia chiesto come sia possibile che ancora oggi si possa morire di meningite.
La parola al Dott.Serravalle e le sue considerazioni ormai note.
In realtà non esiste un vaccino contro la meningite. La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi[1].
Sull’onda dell’emozione suscitata dai recenti e drammatici casi, si pensa di offrire gratuitamente le vaccinazioni contro pneumococco,meningococco C e finalmente il nuovo meningococcoB, a tutti i bambini (tranne in Puglia,dove è gratis).
Risultato? Un bambino di 15 mesi potrebbe essere sottoposto, con i vari richiami, a più di 29 vaccinazioni, considerando che sono consigliate, oltre all’esavalente, anche le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella ed influenza.
Nessuno può sapere quali alterazioni del fragile equilibrio immunitario di un bambino si possano verificare nel volgere degli anni dopo un’esposizione così precoce, massiccia e ripetuta.
La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi.
La forma batterica è più rara ma più importante clinicamente. Negli individui sani l’80% dei casi di meningite batterica è provocato da tre agenti patogeni: l’Haemophilus influenzae di tipo b (emofilo), lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e la Neisseria meningitidis (meningococco).
Dove la tubercolosi è ancora diffusa, il suo agente patogeno, il Mycobacterium tubercolosis, è ancora una temutissima causa di meningiti. Ma qualsiasi batterio può provocarla, da quelli che in genere causano una banale cistite, come l’Escherichia Coli, a quelli che provocano diarrea, come le Salmonelle. Anche la Listeria monocytogenes, un batterio ubiquitario che può contaminare gli esseri umani attraverso il cibo provocando la listeriosi.
Le diverse forme di Meningite
Esistono poi altre forme, più rare. La meningite cronica, ad esempio, è data da microorganismi che si riproducono molto più lentamente nell’organismo umano. I sintomi sono gli stessi di quella acuta, ma si sviluppano nell’arco di tre-quattro settimane. La meningite di origine fungina si manifesta invece su persone che presentano deficit immunitario. Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus eritematoso sistemico.
La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di una decina di giorni.
I batteri spesso responsabili sono:
Neisseria meningitidis (meningococco).
E’ un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Esiste un consistente numero di soggetti nella popolazione che presenta questo batterio nel rinofaringe. Dal 2 al 30% dei bambini sani, in periodo non epidemico sono portatori a sintomatici, e questa presenza non è correlata a un aumentato rischio di meningite o altre malattie gravi. In confronto ai portatori sani, il numero di casi di malattia è molto basso, e non sono noti i fattori che scatenano la malattia conclamata.
Sono stati identificati 13 diversi sierogruppi, ma sono 5 (denominati A, B, C, W135 e Y) quelli che causano meningite e altre malattie gravi ( i B e il C sono i più frequenti in Europa mentre il gruppo A si trova in Asia e in Africa ).
La trasmissione avviene per via respiratoria, i pazienti sono infettivi per circa 24 ore dall’inizio della terapia, con un periodo di incubazione di 1-10 giorni. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore.
Sintomi e diagnosi
I primi sintomi della meningite possono facilmente essere confusi con quelli di una qualsiasi malattia acuta. Solitamente peggiorano nell’arco di un paio di giorni, ma in qualche caso il decorso della malattia è estremamente rapido, con il rischio di un grave danno cerebrale o di morte.
La malattia classicamente si manifesta con:
irrigidimento del collo
febbre alta
mal di testa acuto
vomito o nausea
senso di confusione
sonnolenza
convulsioni
fotosensibilità
Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti. Può esserci una spiccata irritabilità, con pianto, ipersensibilità agli stimoli esterni e sonnolenza al di sopra della norma. A volte si nota la estroflessione della fontanella cranica, che assuma un aspetto bombato.
Streptococcus pneumoniae (pneumococco): può essere responsabile di otite, polmonite, sepsi, oltre che meningite. Si riconoscono fino ad oggi 90 sierotipi diversi.
Haemophilus influenzae (haemophilus): può determinare infezioni asintomatiche o sintomatiche delle vie aeree superiori e inferiori.
Raramente è responsabile di malattie invasive, quali quelle a carico delle meningi. In questo caso spesso c’è il tipo B.
Ma qualsiasi altro batterio può provocare una meningite. Anche i funghi possono esserne responsabili, soprattutto nelle persone affette da immunodeficienza.
Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus. Si può quindi verificare anche come risultato di diverse cause non infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci. Può anche essere causata da diverse condizioni infiammatorie come la sarcoidosi, che in tal caso prende il nome di neurosarcoidosi, malattie del tessuto connettivo,e alcune forme di vasculite (infiammazione della parete dei vasi sanguigni).
La meningite batterica può insorgere in modo improvviso, accompagnata da febbre molto alta, mal di testa acuto e vomito. L’infiammazione provoca un accumulo di cellule infiammatorie,quindi un aumento della pressione all’interno del canale spinale e della scatola cranica.
La diagnosi si effettua con un’analisi del contenuto del liquor (puntura lombare) e con una coltura batterica. Un intervento tempestivo può costituire l’unica possibilità per salvare la persona malata.
Nei paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico e non dà frequentemente luogo a importanti focolai epidemici. Secondo i CDC americani l’incidenza della meningite nel mondo è di 0,5-5 casi per 100 mila persone.
Dagli anni ’80 esiste nel nostro paese un sistema di notifica obbligatorio e un sistema di sorveglianza speciale avviato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) all’interno del quale sono raccolti i dati sulla presentazione clinica della malattia invasiva da N. meningitidis e sull’agente identificato. All’Iss si provvede anche alla completa caratterizzazione degli stipiti batterici di Neisseria meningitidis isolati nei pazienti.
I dati definitivi pubblici fanno riferimento al 2005, anno in cui sono state registrate 1034 segnalazioni. Il patogeno più frequentemente identificato è stato lo pneumococco (291 casi) seguito da meningococco (324) e da haemophilus influenzae (30).
Abbiamo visto che sono numerosi i tipi di pneumococco, differenti in base alla composizione della capsula polisaccaridica che li riveste. La maggior parte dei casi di malattia è dovuta ad uno dei 23 tipi capsulari più comuni. Questa variabilità è alla base della difficoltà di messa a punto ed utilizzazione di vaccini efficienti. Inoltre, il polisaccaride della capsula ha un potere scarsamente immunogenico per i bambini sotto i due anni di età. Il vaccino pneumococcico per gli adulti contiene 23 polisaccaridi capsulari, quello per i bambini ne contiene 7.
L’età media dei casi di meningite da pneumococco è maggiore rispetto a quella dei casi da meningococco e da haemophilus: 33 casi nella fascia 1-14 anni; 230 in quella 25->64 anni.
L’incidenza della meningite da meningococco nel nostro paese è minore rispetto al resto d’Europa.
La malattia si presenta con forte stagionalità, con picchi in inverno e primavera. Nella fascia di età 1-14 anni vi sono stati 112 casi, 152 nelle fasce 15-64 anni. La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003), tuttavia recentemente si osserva un incremento dei casi da sierogruppo C. Le infezione da Meningococco C sono state 115, quelle da sierotipo B 93 nel 2005. Dei 30 casi di meningite da Haemophilus influenzae del 2005, 6 sono stati segnalati nella popolazione da 1 a 14 anni, 20 in quella 15-64.
“Non può quindi esistere un vaccino contro la meningite, non esistono armi per combattere tutte le meningiti, i vaccini esistenti consentono di procurare anticorpi solo contro una piccola parte di queste infezioni”.
La durata della protezione vaccinale non è ancora stata definita.È quindi importante valutare l’efficacia, cioè sapere quanti, precedentemente vaccinati, hanno sviluppato la malattia.
Esistono due tipi di vaccino:
Vaccino coniugato, con il sierotipo C, protegge solo contro il meningococco di tipo C. Il vaccino coniugato è vaccino composto da un polisaccaride (antigene “debole”) legato chimicamente ad una proteina “carrier”. La unione (coniugazione) di questi due antigeni il polisaccaride e la proteina “migliora la risposta immunitaria”
Vaccino polisaccaridico, con i sierotipi A, C, W135, Y. Questo vaccino è composto solo da polisaccaridi (antigeni “deboli”) non è in grado di stimolare le difese immunitarie nei bambini di età inferiore ai due anni. E’ indicato in particolare per le persone che si recano in Paesi diversi dal nostro dove i ceppi A, W135 e Y sono causa di estese epidemie.
Esiste infine un altro grosso problema che riguarda il vaccino antipneumococco. La somministrazione di massa ai bambini del vaccino in uso (attivo per 7 sierotipi) sta provocando un preoccupante fenomeno:
“l’aumento di incidenza di infezioni provocate dagli altri sierotipi (cioè di quelli non contenuti nel vaccino), l’insorgenza di infezioni provocate da sierotipi diversi, precedentemente non segnalati, e la maggiore diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici, soprattutto la penicillina, con inevitabili conseguenze negative sulla possibilità ed efficacia terapeutica. L’utilizzo massiccio di questa vaccinazione contro 7 ceppi fa sì che aumenti la virulenza degli altri per diventare dominanti”.
Anche per il vaccino antimeningococco di tipo C si sono creati problemi analoghi. In Scozia, dopo l’introduzione estesa del vaccino contro il tipo C. si è registrato un aumento di morti causati dal meningococco di tipo B.
È stato ipotizzato che introdurre massicciamente un vaccino contro un sierotipo, possa indurre la proliferazione e la maggiore aggressività degli altri sierotipi contro i quali non c’è vaccino.
Un’evoluzione inattesa della vaccinazione di massa contro il meningococco di tipo C si è avuta anche in Spagna, dove, dopo estesa campagna vaccinale, è stata riscontrata la presenza di un tipo B molto virulento ed i ricercatori ipotizzano che possa essere derivato da una mutazione genetica del tipo C “vaccinabile”.
Si afferma che la vaccinazione di massa contro l’haemophilus influenzae B sia capace di ridurre l’incidenza di meningite provocata da questo batterio. Eppure in quei paesi come Olanda e Regno Unito che da qualche tempo eseguono questa pratica, dapprima si è avuta una diminuzione delle segnalazioni di malattia, ma qualche anno dopo, malgrado coperture molto alte, i casi hanno ricominciato ad aumentare anche in bambini correttamente vaccinati secondo lo schema vigente nel Regno Unito. Si ipotizza che il ripresentarsi di infezione invasive nonostante l’alta copertura vaccinale possa essere addebitato al fatto che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione si riducono o scompaiono nei bambini entro i primi cinque anni di vita.
Ricordiamo infine che nessun vaccino è del tutto sicuro o sempre efficace, e che le reazioni avverse sono sempre presenti, come per qualsiasi altro farmaco. Consultando i dati del Vaers, Vaccine Adverse Event Reporting System, il sistema di vaccino vigilanza americano, ne abbiamo la conferma.
Ad esempio;
Tra gli effetti collaterali del vaccino antimeningococco C sono stati segnalati, oltre a febbre, mal di testa, orticaria, parestesia, tumefazione nella sede della puntura, sindrome di Guillane-Barré, anemia emolitica, encefalomielite acuta disseminata, porpora di Schonlein-Henoc e casi di meningite comparsi immediatamente dopo la somministrazione del vaccino e da questo causate.
VERITA’ OMESSA VOLUTAMENTE QUELLA DELLE LINEE GUIDA DELL’AAP?
Il nuovo vaccino contro il meningococco di tipo B. Cosa sappiamo in merito?
L’American Academy of Pediatrics (AAP) non raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non ci siano dei rischi di malattia meningococcica.
Aggiornamento delle Linee Guida Internazionali
Linee guida sul vaccino anti-meningococco e alcune riflessioni sulla meningite da meningococco C
Sono state aggiornate a cura dell’”American Academy of Pediatrics“, e pubblicate sulla rivista “Pediatrics” le raccomandazioni sul vaccino anti-meningococco nei bambini e negli adolescenti. Il precedente documento era datato 2011.
Le malattie meningococciche sono gravi malattie batteriche causate dal Meningococco (Neisseria meningitidis). Il Vaccino Anti-Meningococco parlando anche di Neisseria meningitidis – è un patogeno coinvolto in patologie gravi, potenzialmente fatali, come la meningite e la sepsi meningococcica.
L’American Academy of Pediatrics non raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non ci siano dei rischi di malattia meningococcica.
Scarica e leggi il documento in ful text:
Policy Statement: Updated Recommendations on the Use of Meningococcal Vaccines
Le nuove indicazioni dell’AAP aggiornano e ribadiscono quelle del 2011, integrando le indicazioni deiCenters for Disease Control and Prevention di Atlanta.
Raccomandazioni AAP per bambini al rischio di malattia meningococcica
28/07/2014 per il rilascio: 28 luglio 2014
Ovviamente tutto tace sulle nuove indicazioni dell’AAP che aggiornano e ribadiscono quelle del 2011, integrando le indicazioni dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta ma pubblicate prima della commercializzazione dei vaccini MenACWY-CRM [Menveo, Novartis] e Hib-MenCY-TT[MenHibrixGlaxoSmithKline] per uso pediatrico.
Dalla fine degli anni 90, l’incidenza della malattia meningococcica è diminuita negli Stati Uniti, ma per i bambini e gli adolescenti che potrebbero essere a rischio malattia, l’Accademia americana di pediatria (AAP) ha aggiornato le raccomandazioni per questo vaccino.
Per questo motivo nella dichiarazione politica pubblicata online il 28 luglio, l’AAP raccomanda ( in caso di rischio per la malattia meningococcica) un vaccino meningococcico coniugatoappropriato all‘etàinvecedel vaccinomeningococcico polisaccarideperi bambiniegliadolescenti.
Il consiglio è di usare il vaccino anti-meningococco di routine negli adolescenti e giovani adulti, limitandone l’uso sotto i 10 anni tranne i casi di aumentato o persistente rischio di malattia meningococcica invasiva.
Negli ultimi 20 anni la distribuzione dei sierogruppi del meningococco, implicati in forme sistemiche negli Stati Uniti, si è molto modificata. Circa il 30% dei casi è sostenuto dai sierogruppi B, C e Y, anche se la distribuzione varia nei diversi luoghi e nel tempo. Circa tre quarti dei casi fra gli adolescenti e gli adulti sono causati da sierogruppi C, Y e W135.
Nei paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico e non causa frequentemente importanti focolai epidemici. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention americani l’incidenza della meningite nel mondo è di 0,5-5 casi per 100 mila persone. In Italia dal 1996 è attivo un sistema di sorveglianza dedicato alle meningiti batteriche che negli anni successivi si è ampliato a includere tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo.
Dati di sorveglianza delle malattie batteriche invasive aggiornati al 31 ottobre 2014 (Istituto Superiore di Sanità)
ANNO
TOTALE
CASI
Streptococcus
pneumoniae
Neisseria
meningitidis
Haemophilus
influenzale
StreptB
M.Tubercolosis
Listeria
Altro
Non
identificato
2013
1369
963
162
78
20
9
47
63
54
2012
1178
797
137
63
18
10
40
71
58
2011
1113
730
152
49
14
8
40
61
78
2010
1343
848
149
70
21
15
68
82
70
2009
1276
738
187
54
16
10
55
79
137
2008
1255
691
180
49
24
13
56
84
158
2007
1063
524
183
38
27
13
44
78
156
2006
768
270
179
20
20
8
33
74
164
2005
1033
290
324
30
28
14
28
99
220
2004
982
300
343
19
34
16
35
67
168
2003
966
308
277
35
21
18
26
79
202
2002
838
228
217
38
29
33
36
70
187
2001
802
232
208
54
26
24
32
56
175
2000
910
243
250
57
26
33
39
65
197
1999
1057
306
275
84
30
52
36
65
209
1998
841
258
155
96
32
32
33
57
178
Dati e coperture vaccinali
Nello sviluppare il nostro pensiero, useremo i dati forniti dall’Istituto Superiore di sanità. Altre informazioni, cioè quelli adesso in esclusivo possesso dell’Ospedale romano, ci piacerebbe che venissero resi pubblici subito. E’ lecito comunicare se i tre bimbi in oggetto erano vaccinati? E se non lo erano, è forse dipeso dal fatto che la prima vaccinazione si esegue al 3° mese e che pertanto l’età di almeno due dei tre bambini malati non ha permesso l’immunizzazione? In cambio forniamo la tabella delle coperture vaccinali. Il dato nazionale indica un valore del 94,6%, e addirittura del 97,8% per il Lazio. La “famosa” immunità di gregge dovrebbe essere assicurata, e il calo delle vaccinazioni denunciato non appare confermato dai numeri.
La meningite da Haemophilus influenzae
Haemophilus influenzae: si tratta di un gruppo di batteri che, nonostante il nome, non hanno rapporto con il virus influenzale. Nel genere Haemophilus, la specie Haemophilus influenzae è la più importante per le patologie che può provocare. Essa comprende 6 sierotipi, classificati con le lettere A/F, ed un gruppo di ceppi non capsulati. L’Haemophilus influenzae di tipo B (HIB) è il ceppo patogeno più importante. Colpisce prevalentemente neonati e bambini di meno di 2 anni. Gli Emofili fanno parte della normale flora batterica della gola o del naso, dove non danno alcun problema e si trasmettono da una persona all’altra per via aerea, con le goccioline della saliva emessa con la tosse o lo sternuto. Quasi tutti i bambini durante i primi 5-6 anni di vita vengono a contatto prima o poi con l’Emofilo. In genere, a seguito di questo contatto, essi non subiscono alcun danno e sviluppano gli anticorpi che li proteggeranno nelle età successive. Tuttavia in alcuni casi, l’Emofilo riesce a raggiungere il sangue e, tramite questo, a localizzarsi in altri organi dove causa malattie molto gravi. Tra queste la più frequente è la meningite.
Il vaccino pneumococco può non prevenire la malattia invasiva nei bambini. La rivista scientifica Pediatrics ha pubblicato uno studio il 2 Febbraio 2015.
“Il nostro studio ha trovato un aumento significativo del rischio di malattia pneumococcica (IPD) e di un esito fatale tra i bambini con comorbilità rispetto ai bambini sani”, gli autori dello studio concludono. “I sierotipi che non sono inclusi nel vaccino coniugato attualmente disponibile sono più frequenti e rappresentano la causa della malattia in questi bambini.”
Forse sarebbe il caso di riflettere.
Questa politica del terrore dovrebbe scomparire lasciando spazio all’informazione vera e giusta,reale e supportata da DATI.
Nulla dovrebbe essere omesso.
L’informazione va tutelata e ciò non viene assolutamente fatto.
I recenti avvenimenti hanno portato ad una paura insana,ad un terrore e ad una corsa alle vaccinazioni senza sapere nulla in merito.
Chiediamo ai giornalisti che nessun dato venga omesso e chiediamo alla stampa e ai media che venga fatta chiarezza.
Un esempio?
E’ morta la bimba di 40 giorni ricoverata per meningite. La mamma: “Non si è fatto abbastanza”
Non poteva sapere, la mamma di 29 anni, che la sua secondogenita aveva contratto una meningite da stafilococco. Lo ha scoperto nel pomeriggio dello stesso giorno, ma al policlinico Sant’Orsola, dove la neonata è stata portata d’urgenza dopo essere stata dimessa dal Maggiore.
«Siamo quasi sicuri che non sia stato fatto abbastanza». Queste le parole di Marina, la madre moldava della bimba. «Sapevamo che poteva succedere questo – ha detto Marina al tg di ÈTv – sapevamo che il batterio aveva attaccato dall’inizio sia gli organi che la testa. I medici avevano detto che la situazione era brutta fin da lunedì». «Stiamo valutando se sporgere denuncia – prosegue la madre – Siamo quasi sicuri che non sia stato fatto abbastanza. Nostra figlia ha sofferto in modo ingiusto».
fonte
***Il Resto del Carlino***
Questi drammatici casi mettono in luce quello che realmente accade. Si incentiva tramite terrorismo a vaccinare quando successivamente viene scoperto che la meningite in questo drammatico caso era una meningite da stafilococco ?
E poi ancora..
“Sanità, torna a colpire batterio meningite assente da anni: tre casi al Bambin Gesù”
I tre lattanti ricoverati, di 2, 3 e 5 mesi, uno dei quali in terapia intensiva per la criticità delle sue condizioni, hanno contratto in contesti completamente diversi questa forma di meningite che, fanno sapere dall’ospedale, “si riteneva debellata”.
20 Febbraio 2015
Tre nuovi ricoveri per meningite da Haemophilus influenzae di tipo B all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Ecco un altro caso di DISINFORMAZIONE.
Nell’articolo si fa riferimento (come al solito) al CALO DELLE VACCINAZIONI, reo dei casi di meningite accaduti. Ancora una volta viene omessa la verità,i dati reali,quelli che all’inizio dell’articolo abbiamo cercato di spiegare parlando della malattia in sé,ovvero:
La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi.
La forma batterica è più rara ma più importante clinicamente. Negli individui sani l’80% dei casi di meningite batterica è provocato da tre agenti patogeni: l’Haemophilus influenzae di tipo b (emofilo), lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e la Neisseria meningitidis (meningococco).
La realtà è che qualsiasi altro batterio può provocare una meningite. Anche i funghi possono esserne responsabili, soprattutto nelle persone affette da immunodeficienza.
la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus. Si può quindi verificare anche come risultato di diverse cause non infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci.
NESSUN VACCINO è EFFICACE AL 100 % e l’argomento “immunizzazione” è finora sconosciuto.
Sarebbe utile approfondire tali argomenti prima di scrivere qualsiasi articolo,proprio per la grande responsabilità nei confronti dei lettori.
E’ facile cadere in qualche subdolo giro di parole,ma la verità è ben altro.
L’unica cosa che i genitori possono fare è quella di INFORMARSI.
Approfondimenti/Bibliografia e articoli correlati
Tunkel A, Schilder AG. Acute Meningitis. In: Mandell GL, Douglas RM, Bennet JE, editors. Mandell, Douglas, and Bennett’s Principles and practice of infectious diseases. Sixth Edition ed. Philadelphia: Elsevier; 2005. p. 1083-126.
Angus DC, Linde-Zwirble WT, Lidicker J, Clermont G, Carcillo J, Pinsky MR.Epidemiology of severe sepsis in the United States: analysis of incidence, outcome, and associated costs of care. Crit Care Med 2001 Jul;29(7):1303-10
***pediatrics.aappublications***
***American Academy of pediatrics***www.aap.org***
***Fonte Medscape***
*** fonte epicentro***
ASTRATTO
VACCINI E NUOVE MALATTIE
24 GEN , 2015
Una malattia infettiva non è mai provocata esclusivamente da un agente esterno, da un virus o da un batterio.
E’ fondamentale l’interazione con lo stato di salute della persona che ne entra in contatto. In alcuni periodi dell’anno, il meningococco, per esempio, è ospite abituale del naso fino al 40% dei bambini. Lo streptococco può provocare in alcune persone una tonsillite, in pochi bambini può causare una malattia reumatica, ma altre volte non causa alcuna patologia. L’articolo della dottoressa Emma Pistelli propone una riflessione su questi temi, analizzando la poliomielite e le infezioni virali che possono causare quadri clinici ad essa sovrapponibili, ed offre alcune soluzioni che vanno oltre le vaccinazioni…
La mortalità dei bambini sotto i cinque anni è un indicatore delle condizioni ambientali, alimentari e igienico-sanitarie di un Paese.
Fotografa lo stato di salute della popolazione, ben oltre l’infanzia. Permette di correlare la mortalità con le condizioni di vita, soprattutto quando si effettua un’analisi storica di lungo periodo, come ha evidenziato l’ISTAT nel rapporto “La mortalità dei bambini di ieri e oggi in Italia anni 1887-2011”.
Nel nostro Paese nel 1895 la mortalità sotto i 5 anni in Italia era del 326 per mille nati vivi, nel 65% dei casi in conseguenza di malattie infettive. Le gastroenteriti, le appendiciti e le febbri tifoidi e paratifoidi rappresentavano circa il 26% di tutti i decessi, l’influenza la bronchite e la polmonite circa il 21%.
La tubercolosi era responsabile di circa il 4% della mortalità totale. Le altre malattie infettive e respiratorie rappresentavano il 14% della mortalità, il morbillo il 3%, la meningite il 3%, la pertosse il 2%, e la malaria il 2%. Negli anni successivi, fino al 1931, il tasso di mortalità si dimezzò passando a 170 per 1.000 nati vivi.
Alcune malattie infettive, come vaiolo e difterite (il vaccino verrà introdotto solo nel 1939) arrivarono quasi a scomparire nel periodo in esame, altre (scarlattina, pertosse, morbillo e malaria) diminuirono in maniera consistente (senza alcuna vaccinazione). Le gastroenteriti rimasero tra le cause di morte più importanti fino agli inizi degli anni ‘30 .
Nel periodo successivo, dagli anni ‘30 agli anni ‘60, il tasso di mortalità totale diminuì del 72%. Si ridussero drasticamente le malattie infettive e assunsero progressivamente un ruolo predominante le malattie congenite e perinatali. Si arriva così ai nostri giorni con un declino della mortalità di un ulteriore 91%.
Nel 2011 il numero di bambini morti nel primo anno di vita è sceso a 1774 e quello tra 1 e 5 anni a 310 (il tasso è di 3,9 per 1.000 nati vivi) con un cambiamento significativo delle cause di morte; le malformazioni congenite e le condizioni di origine perinatale, comprese nel gruppo altre cause di morte, passano dal 34% nel 1895 al 57% nel 1961 al 95% nel 2011.
Il ruolo delle vaccinazioni
La riduzione della mortalità ha riguardato malattie per cui non esiste il vaccino, come la malaria
o per cui non si è praticata il vaccino di massa, come la tubercolosi
la gastroenterite, la colite, l’appendicite, le febbri tifoidi.