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Vaccinazione e immunità? Un mito. La parola a Tetyana Obukhanych, PhD

La teoria dell’immunità indotta da vaccino?
Una bugia.
Meglio non interferire con il nostro sistema immunitario.
IMMUNITà BELLA
Vacciniinforma ringrazia  per le importanti dichiarazioni l’illustre Tetyana Obukhanych, PhD.
Parole che pesano come macigni.
Importanti dichiarazioni le Sue la quale attacca il sistema medico ed il comportamento fraudolento alla base di tutto.
Ricordate la lettera scritta al Senatore R.Pan?

Ricordiamo che la Phd di cui andremo a parlare, ha studiato immunologia in alcune delle più prestigiose istituzioni mediche di tutto il mondo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Immunologia presso la Rockefeller University di New York e ha fatto la formazione post dottorato presso la Harvard Medical School, Boston, MA. e la Stanford University in California.

La stessa non ha alcun brevetto e nessuno conflitto d’interesse nel campo medico,è bene precisarlo.

Autrice del libro “Vaccino l’illusione”.

Avevamo già parlato di lei traducendo un articolo sul Sistema Immunitario.

La schiettezza e la precisione con cui ha illustrato la situazione,fanno di questa illustre Dottoressa, una delle menti più brillanti al mondo.
Diamo la parola a  chi ha studiato e non ha alcun conflitto d’interesse.

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“Quando si parla di vaccini ogni volta accade un vero e proprio putiferio,scontrandoci con le credenze ottuse erette dalle stesse autorità biomediche. La maggior parte delle persone, tra cui molti professionisti biomedici, accetta queste credenze come un dato di fatto. Siamo da sempre stati tutti informati  solo sui vantaggi delle vaccinazioni,trascurando gli effetti collaterale ed i rischi del programma vaccinale.

Non siamo a conoscenza dei relativi studi sistematici che negano ogni possibile rischio relativo alle vaccinazioni e agli effetti che queste hanno nel tempo sulla nostra salute; questo è molto grave.

Da sempre si esaltano le virtù delle vaccinazioni; poco invece si parla dell’immunità che si conferisce attraverso il latte materno ad esempio. Questo tipo di immunità non arreca alcun danno.

Siamo stati portati a pensare che i genitori che non vaccinano,siano un pericolo per l’intera comunità,errore gravissimo.

Ho conseguito un dottorato di ricerca in immunologia,la scienza che conosce la tematica della vaccinazione a menadito.

Ho deciso di approdare in questa tematica per la mia tesi,pur essendo da sempre una credente fedele della pratica vaccinale.

Buffo il destino.

Mi sentivo pronta e decisa su tale ambito. Da anni,attraverso gli studi,siamo stati formati e portati a credere che le vaccinazioni non avessero alcun rischio per la salute dei bambini, ero sicura di questo.

Un bel giorno però ho dovuto fare i conti con le evidenze e non è stato piacevole. Oltre alla caduta di tutte le certezze di anni e anni passati a studiare ininterrottamente,  ho dovuto arrendermi dinnanzi alla teoria tanto decantata dell’immunità indotta da vaccino.

Da quel giorno,ho dovuto fare i conti con me stessa, cambiando idea; in realtà  il mito della immunità indotta da vaccino, è una teoria,falsa aggiungo.

Né la teoria immunologica né la mia una formazione completa nei laboratori di ricerca immunologica mi aveva preparato a tutto questo.

Ricordo il mio sgomento, alla scoperta dei numerosissimi casi nella letteratura medica,che documentano l’insorgenza della malattia in soggetti completamente vaccinati. Sono numerosissimi,la letteratura lo attesta. Eppure non vengono mai menzionate.

Non si parla mai del reale fallimento della teoria dell’immunità indotta da vaccino. I titoli anticorpali,quella che definiamo “protezione”, sono in calo nei soggetti vaccinati,per questo credo e affermo la falsità di una teoria che è stata un mantra per noi allievi a nostro tempo.

Per mio sgomento,ho scoperto che la gente non è informata sui rischi indotti dalla vaccinazione e che non è informata sule stesse malattie.

Se pensiamo che gli stessi dottori non ne sono a conoscenza,direi che la non consapevolezza dei genitori sia normale purtroppo. Io stessa ho dovuto studiare per conto mio su tale tematica. Mentre studiavo immunologia,cercavo di comprendere i meccanismi naturali di difesa,che ci permettono di gestire le infezioni senza soccombere alle complicanze della malattia. Ho dovuto accumulare queste conoscenze preziose per conto mio, dopo il mio dottorato di ricerca, perché le autorità biomediche non ritengono necessario fornire in qualsiasi curriculum accademico per i professionisti,le informazioni di cui parlo.

Questa è omissione della verità

Ho trovato molta della saggezza sul cambio di rotta delle stesse famiglie,le quali hanno approcciato un diverso modo di affrontare anche dei semplici malanni. Sono state rafforzate pratiche come lo stesso allattamento,poco incentivato dai medici,essendo mamma,lo so e purtroppo non è piacevole affermare questo.

Sono contenta che i genitori abbiano aperto gli occhi sul limitare l’uso di farmaci,sull’alimentazione e nutrizione e molto altro.

Ci eravamo dimenticati delle armi fondamentali forniteci dalla stessa Madre Natura.

Ad esempio, l’allattamento al seno è il metodo di protezione immunologico su misure, che rispetta con precisione le esigenze del bambino. La scienza moderna ha scoperto come numerosi componenti bioattivi del latte materno conferiscano protezione immunologica. Proprio come per il latte formulato.

Non è il miglior metodo di nutrizione per un bambino,esattamente come i vaccini.

Questo è un dato di fatto,inutile continuare a negarlo.

La qualità della nutrizione continua ad essere un fattore determinante e cruciale per la funzionalità delle difese immunitarie naturali nei bambini e negli adulti (soprattutto per le madri che allattano), mentre una errata e comune (purtroppo) pratica medica, continua a sopprimere le naturali difese immunitarie (la febbre ad esempio) senza lasciare che il corpo lavori e debelli da sé.

La scienza moderna ha rivelato come alcuni nutrienti specifici, scarsi nella dieta standard  perchè impoveriti dall’utilizzo di farmaci, sono necessari per le difese immunitarie naturali  e per una funzione corretta della nostra salute.

Studi condotti negli ultimi dieci anni,iniziano a delineare dei meccanismi immunologici che mostrano il motivo per cui l’esposizione ad alcuni ingredienti contenuti nei vaccini, non è compatibile con una ottimale salute.  

Gran parte della scienza sfavorevole alle pratiche di vaccinazione è tenuta ben nascosta dalle stesse autorità biomediche. Trovo importante colmare questa lacuna e discutere sulle scoperte scientifiche che convalidano l’approccio dei vaccini con i genitori, operatori sanitari, e sostenitori della salute. Questo è il motivo che mi fa continuare ad insegnare sullo stesso sistema immunitario.

Grazie alla PhD , Tetyana Obukhanych,come sempre,professionale,sincera e preparata.

LASCIAMO PARLARE LA SCIENZA.

 

Ricordiamo la bellissima lettera al senatore Pan della stessa PhD

I bambini non vaccinati non rappresentano alcuna minaccia  per quelli vaccinati.

Si è spesso affermato che coloro che scelgono di non vaccinare i propri figli siano un pericolo per  il resto del pubblico.

E’ questa la logica dietro la maggior parte della legislazione per porre fine in modo coercitivo alla libertà di scelta. È necessario essere consapevoli che la natura di protezione offerto da molti vaccini moderni – e che comprende la maggior parte dei vaccini raccomandati dal CDC – non è coerente con tale dichiarazione.

Ho descritto di seguito i vaccini raccomandati, i quali non possono prevenire la trasmissione della malattia:

  1. perché non sono stati progettati per prevenire la trasmissione di infezioni (anzi, sono destinati a prevenire i sintomi della malattia);
  2. perché sono per le malattie non trasmissibili.

Le persone che non hanno ricevuto i vaccini indicati di seguito non costituiscono alcuna minaccia per la popolazione vaccinata, il che implica che la discriminazione nei confronti dei bambini non immunizzati in un ambiente scolastico pubblico, non può essere giustificata.

IPV (vaccino antipolio inattivato) non può impedire la trasmissione del poliovirus . Il Poliovirus selvaggio è stato inesistente negli Stati Uniti per almeno due decenni. Anche se poliovirus selvaggi dovessero essere contratti durante un viaggio, la vaccinazione contro la poliomielite con IPV, non può pregiudicare la sicurezza degli spazi pubblici. Si prega di notare che l’eradicazione del poliovirus selvaggio è stato attribuito all’uso del vaccino OPV. Pur essendo in grado di prevenire la trasmissione del poliovirus selvaggio, l’uso di OPV è stata abbandonata da tempo negli Stati Uniti e sostituito con la vaccinazione IPV per motivi di sicurezza.

Il tetano non è una malattia contagiosa. Si contrae attraverso ferite profonde contaminate con delle spore di Clostridium tetani. La vaccinazione per il tetano (tramite la combinazione di vaccini DTaP) non può minare la sicurezza degli spazi pubblici; è destinato a rendere solo protezione personale.

Mentre lo scopo è di prevenire gli effetti patogeni della tossina difterica, il vaccino contro la difterite tossoide(anche contenuto nel vaccino DTaP) non è progettato per impedire la colonizzazione e la trasmissione del bacillo Corynebacterium diphtheriae .

La vaccinazione per la difterite non può modificare la sicurezza degli spazi pubblici; è destinato solo protezione personale.

La pertosse acellulare (aP) ed  il vaccino attualmente in uso negli Stati Uniti, ha sostituito l’intero vaccino antipertosse cellulare alla fine del 1990, cui seguì un’esplosione senza precedenti di casi di pertosse. Un esperimento con pertosse deliberata nei primati rivelato che il vaccino aP non è in grado di prevenire la colonizzazione e trasmissione di B. pertosse .

La FDA ha emesso un avviso riguardo a questa scoperta fondamentale.

  1. FDA study helps provide an understanding of rising rates of whooping cough and response to vaccination
A new study is helping to provide a better understanding of vaccines for whooping cough, the common name for the disease pertussis. Based on an animal model, the study conducted by the U.S. Food and Drug Administration (FDA) and published November 25, 2013, in The Proceedings of the National Academy of Sciences, shows that acellular pertussis vaccines licensed by the FDA are effective in preventing the disease among those vaccinated, but suggests that they may not prevent infection from the bacteria that causes whooping cough in those vaccinated or its spread to other people, including those who may not be vaccinated..
  • http://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements/ucm376937.htm

Inoltre, la riunione 2013 del Consiglio dei consiglieri scientifici presso il CDC  ha rivelato dati allarmanti aggiuntivi che riguardano i ceppi della pertosse  (ceppi PRN-negativo) attualmente in circolazione negli Stati Uniti,i quali hanno acquisito un vantaggio selettivo.Questo significa che gli individui con sistema immunitario compromesso sono maggior rischio di infezione e questo è tutto un dire.

  • Tra i numerosi tipi di H. influenzae , il vaccino Hib copre solo il tipo b.Nonostante la sua unica intenzione di ridurre il contagio,l’introduzione del vaccino Hib ha inavvertitamente portato in circolo altri tipi diH.influenzae (tipi da A a F) . La popolazione generale è più vulnerabile alla malattia invasiva di quanto non fosse prima dell’inizio della campagna di vaccinazione Hib. La discriminazione nei confronti dei bambini che non sono vaccinati per Hib non ha alcun senso scientifico.
L’epatite B è un virus ematico. Essa non si diffonde in un ambiente comunitario, soprattutto tra i bambini, i quali difficilmente si impegnano in comportamenti ad alto rischio, come la condivisione di aghi o di sesso. Tramite la vaccinazione per l’epatite B, i bambini non possono alterare in modo significativo la sicurezza degli spazi pubblici. Inoltre, l’ammissione a scuola non è vietato per i bambini che sono portatori di epatite B cronica. Per impedire l’ingresso nelle scuole a coloro che non sono vaccinati – e anche non portatori di epatite B – costituirebbe una discriminazione irragionevole e illogica.

In sintesi, una persona che non è vaccinato contro l’ IPV, DTaP, HepB, e Hib per motivi di coscienza NON pone in alcun pericolo la popolazione vaccinata. Nessuna discriminazione è giustificata.

Come mai assistiamo a sempre più casi di eventi avversi dopo una profilassi vaccinale?

Si è spesso affermato che la vaccinazione comporta raramente  eventi avversi gravi.Purtroppo, questa affermazione non è supportata dalla scienza.

Un recente studio svolto in Ontario, Canada, ha stabilito una statistica; dopo la vaccinazione in realtà 1 bambino su 168  (entro i 12 mesi di età) finisce al pronto soccorso, e 1 su 730 (bimbi entro i 18 mesi ).

Può la discriminazione contro le famiglie che si oppongono per dei validi motivi, prevenire future epidemie di malattie virali trasmissibili, come il morbillo?

Morbillo

I Ricercatori sono da lungo tempo a conoscenza  dello studio a cui seguì un articolo dei Dottori Poland & Jacobson(1994) :

Failure to Reach the Goal of Measles Elimination: Apparent Paradox of Measles Infections in Immunized Persons.” Arch Intern Med 154:1815-1820:

“L’apparente paradosso è che, nonostante gli alti tassi di vaccinazione contro il morbillo nella popolazione, lo stesso diventa  una malattia delle persone immunizzate.” .

Ulteriori ricerche hanno stabilito che questo paradosso è dato da una frazione della popolazione chiamata LOW responder.

  • chi sono i low responder in questo caso?  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9141203
  • I Low-responder sono individui che non sviluppanoanticorpi protettivi nonostante una completa profilassi vaccinale. Questi individui rispondono male ad una prima dose di vaccino, indebolendo il sistema immunitario, tornano rapidamente ad essere individui “suscettibili ” entro i 2-5 anni, pur essendo completamente vaccinati.

Continuare in questo caso con la profilassi vaccinale non è corretto a causa della bassa reattività. Sembra essere un tratto immuno-genetico [4].

  • La percentuale di low responder tra i bambini è stimata del 4,7% negli Stati Uniti[5]

Studi dei focolai di morbillo (in Quebec, Canada, Cina) attestano che i focolai possano ancora accadere, anche quando la profilassi vaccinale è nella fascia più alta.

Questo perché anche negli individui sani e che rispondono correttamente alla vaccinazione, gli anticorpi indotti dal vaccino vanno ad attenuarsi nel tempo. L’immunità conferita da un vaccino, non è uguale a quella acquisita tramite l’esposizione naturale.

E ‘stato documentato che le persone vaccinate che sviluppano il morbillo siano contagiose. In realtà, due grandi epidemie di morbillo nel 2011 (in Quebec, Canada, e di New York, NY) sono nate a causa di individui precedentemente vaccinati. [6] – [7]

Tutti questi dati, rendono evidente che l’eliminazione della libera scelta, attualmente utilizzata solo da una piccola percentuale di famiglie in ogni caso, non sarà né risolverà il problema della recrudescenza della malattia, né eviterà la reimportazione e i focolai di malattie precedentemente eliminate.

È la discriminazione contro gli obiettori di coscienza l’unica soluzione praticabile?

La maggior parte dei casi di morbillo negli ultimi focolai statunitensi (tra cui la recente epidemia di Disneyland) riguardano adulti e bambini molto piccoli, mentre in epoca pre-vaccinazione, il morbillo si verificava principalmentenella fascia di età tra 1 e 15 anni. L’esposizione naturale al morbillo è stata seguita dall’immunità permanente, mentre l’immunità conferita da un vaccino diminuisce nel tempo, lasciando gli adulti non protetti.

Nonostante le alte probabilità dell’ esposizione nell’era pre-vaccinazione, il morbillo non veniva quasi mai contratto prima di un anno di età,questo a causa del meccanismo di trasferimento di immunità materna.

La vulnerabilità dei bambini molto piccoli al morbillo oggi è il risultato diretto della campagna di vaccinazione di massa prolungata del passato, in cui le loro madri, sono state nell’infanzia vaccinate; questa la ragione per cui non sono state in grado di contrarre naturalmente questa malattia così come l’ immunità, e di trasmetterla alla loro prole.

I neonati ed altri soggetti vulnerabili o immunocompromessi, hanno diritto di ricevere immunoglobuline, una misura potenzialmente salva-vita che fornisce anticorpi diretti contro il virus per prevenire o migliorare la malattia in seguito all’esposizione .

In sintesi:

1) a causa delle proprietà dei vaccini moderni, gli individui non vaccinati non presentano alcun rischio maggiore di trasmissione della poliomielite, difterite, pertosse, e numerosi non-tipo b  di influenza,epatite B e il tetano non è trasmissibile a tutti;

2) vi è un rischio significativamente elevato di visite al pronto soccorso dopo gli appuntamenti di vaccinazione dell’infanzia attestante che la vaccinazione non è priva di rischi;

3) i focolai di morbillo non possono essere del tutto evitati, nonostante gli alti tassi di vaccinazione ed una completa profilassi; 

4) un metodo efficace per prevenire il morbillo ed altre malattie virali nei bambini che non possono essere vaccinatiè disponibile per coloro che possono essere esposti a queste malattie. 

Nel loro insieme, questi quattro fatti indicano chiaramente che la discriminazione in un ambiente scolastico pubblico nei confronti dei bambini che non sono vaccinati per motivi di coscienza è del tutto ingiustificata in quanto non presenta alcun rischio per la salute pubblica. 

Cordiali Saluti,

Tetyana Obukhanych, PhD”

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Focolai e vaccinazioni? Non esiste immunità in presenza di inefficacia

Focolai e vaccinazioni,ancora una volta i focolai tornano nelle oramai assuefatte università.

I focolai sono direttamente proporzionati all’inefficacia delle vaccinazioni

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Ringraziamo Jefferey Jaxen, giornalista investigativo indipendente americano,che si occupa dei pericoli concernenti   le vaccinazioni e la corruzione farmaceutica. La stessa che ha infettato non solo l’America ma tutto il mondo.

Questa volta a parlare è la stesso direttore della prestigiosa Harvard University HealthPaul Barreira il quale ha recentemente dichiarato di essere preoccupato degli ultimi accadimenti.

Ricordiamo che il focolaio di parotite presso la Harvard University, ha avuto inizio ai primi di marzo 2016  con ben 41 casi e questo ha fatto calare il sipario della preoccupazione riguardo l’inefficacia (ancora una volta ) dei vaccini MMR.

Harvard non è l’unico college nella zona di Boston colpito dal focolaio di parotite questa primavera; la Boston University, l’università del Massachusetts e la Tufts University hanno subito la stessa sorte e a farne le spese come sempre,sono gli ignari studenti.

Il recente focolaio di parotite ad Harvard , ha riportato sotto la lente, tutti i soliti sospetti dei media , nel vano tentativo di spazzare qualsiasi dubbio sulle vaccinazioni,come sempre.

Le ultime  notizie della NBC riportano  (nonostante gli accadimenti ) la notizia sconvolgente secondo la quale i medici tenderebbero a somministrare anche una terza dose dello stesso vaccino e che per questo,tutti i frequentatori dell’Università sarebbero chiamati a sottoporsi a quello che è la causa  del focolaio.

La dichiarazione mostra  un cinico disprezzo ed un’offesa all’intelligenza degli stessi lettori.

Basterebbe volgere lo sguardo  agli stessi foglietti illustrativi dei produttori, alle loro dichiarazioni sui vaccini; basterebbe guardare le “vittoriose” cause di risarcimento ottenute grazie al Vaccine Injury Compensation Program Nazionale ,il quale confuta le affermazioni di NBC al 100 per cento.

Ancora una volta, la parzialità dei media tradizionali sull’inquadramento di questa vicenda apre il sipario della corruzione protratta da anni.

Ricordando il focolaio di parotite del 2006 che ha visto almeno 6.500 casi in 11 stati ,ci torna in mente la preoccupazione circa l’effetto del vaccino MMR,la stessa ancora in vita oggi,diventata punto focale di discussione.

Casualmente il vaccino MMR è anche attualmente il centro del documentario breakout Vaxxed: Da Cover-Up alla catastrofe .

Dr. Amesh Adalja, uno specialista di malattie infettive ha dichiarato che l’esposizione degli studenti alla parotite è così  alta che il vaccino stesso non può proteggerli contro la medesima”.

NBC News host e altri,hanno semplicemente utilizzato il recente focolaio di Harvard  per commercializzare ancora una volta, per spingere tutti  a sottoporsi al richiamo del vaccino equindi lo stesso  programma vaccinale del CDC . Va notato che il CDC è il più grande acquirente di vaccini; colui che spende oltre $ 4 miliardi all’anno dei fondi dei contribuenti ignari di tutto ciò .

Merck nel mirino della frode MMR. I media qui non entrano in merito alla vicenda.

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Utile  ricordare le vicende in cui la stessa Merck si è trovata amaramente coinvolta grazie ai suoi lavoratori .

Nel 2010 una coppia di ex virologi Merck ha presentato una denuncia sostenendo che la stessa azienda sarebbe rea della frode nella ricerca del vaccino della parotite. Uno dei virologi Merck dichiarò nel 2010 quanto segue:

“Durante il nostro lavoro [Merck], ci ha assistito in prima persona, e ci è stato chiesto di partecipare direttamente, alla frode di uno studio clinico relativo alla efficacia del vaccino della parotite.”

Stephen A. Krahling e Joan A. Wlochowski, sono gli ex virologi Merck che hanno denunciato presentando un’azione legale nel mese di agosto 2010. Gli scienziati sostengono che i test di efficacia per il morbillo, parotite, rosolia (MMR) sono falsi. Il documento è stato sigillata nel giugno 2012.

Merck ha quindi il monopolio completo sul vaccino MMR (vaccino negli Stati Uniti di cui è l’unico produttore autorizzato dalla Food and Drug Administration).

Il 2017 segnerà il 50 ° anniversario della licenza esclusiva di Merck di fatto da parte del governo federale per la produzione e la vendita di questo vaccino negli Stati Uniti

Gli ex virologi Merck indicano quanto segue, nella loro querela (2010) :

“Le vittime finali qui sono i milioni di bambini che, ogni anno, vengono sottoposti ad un vaccino che non fornisce loro un adeguato livello di protezione, mentre le autorità sanitarie federali dichiararono tempo addietro l’eradicazione della malattia; il fallimento del vaccino della Merck ha permesso a questa malattia di avanzare attraverso i focolai che continuano a verificarsi”.

Le cause sono ancora in corso al momento.

Gli studenti universitari e le epidemie

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Successivamente al focolaio scoppiato ad Harvard, il Boston Globe scrive :

“la Legge del Massachusetts richiede agli studenti di essere vaccinati contro la parotite prima dell’inizio delle lezioni, e la maggior parte degli studenti di Harvard era stata vaccinata, secondo le autorità sanitarie dello stato.”

Il Boston Globe dovrebbe controllare meglio in questo caso poichè la Legge del Massachusetts suggerisce agli studenti di essere vaccinati,richiedere è diverso.

Tuttavia, la legge del Massachusetts consente ai genitori e agli studenti di esercitare il loro diritto di scelta   medica e religiosa, optando anche alla rinuncia vaccinazione .

L’ università suggerisce che tutti gli studenti iscritti ricevano il vaccino MMR non richiede e non forza nessuno,rispettando le esenzioni descritte dalla stessa linea guida delle vaccinazioni del  Massachusetts .

Tuttavia, in passato, molte epidemie di parotite sono accadute in popolazioni completamente vaccinate . Nel 2013, l’ Università di Richmond è stata soggetto in prima persona di un  focolaio molto simile a quello di Harvard, nonostante tutti gli studenti fossero vaccinati con MMR.

Anche nel 2013, la Loyola University nel Maryland ha avuto un focolaio di 12 casi di parotite.

Nel 2013, un altro  focolaio di parotite ha colpito la Fordham University di New York; anche qui,tutti gli studenti (è stato accertato) erano vaccinati con MMR prima di entrare  all’Università.

Perpetrare il mito “immunità di gregge”  è pericoloso

Per spiegare la recente epidemia parotite Harvard, i media mainstream continuano ad utilizzare la spiegazione oramai trita e ritrita dell’ immunità dopo la vaccinazione.

Nessuna presa reale di posizione dei media mainstream sui casi comprovati dei focolai causati dai vaccini .

Tuttavia, i media e il governo continuano sulla strada  della teoria del fallimento dell’ immunità di gregge che si scontra con le evidenze scientifiche.

La discussione non può essere sincera e disinteressata poichè altrimenti si andrebbe a ledere  la credibilità dello stesso CDC .

Il vaccino MMR non è nemmeno l’unico vaccino ad essere  sotto i riflettori ;ricordiamo il vaccino contro l’influenza.

Fu annunciato da USA Today  di essere efficace solo  per il  23 per cento  negli Stati Uniti durante la stagione 2014-2015. Questi numeri ,sarebbero stati confermati  dal  Centro canadese di controllo delle malattie,il quale ha  riferito che la vaccinazione anti-influenzale  non offra alcuna protezione .

NON ESISTE IMMUNITA’ IN MANCANZA DI EFFICACIA DEL VACCINO STESSO.

 

Fonte e notizie da Health Impact

Ringraziamo le collaborazioni con gli stessi giornalisti che ci tengono informati sull’andamento delle discussioni in merito ai danni da vaccino,in tutto il mondo.

 

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Morire per mano dei medici? Oggi,si può

Negli Usa 250.000 morti l’anno per errori medici. È la terza causa di morte

Articolo condiviso da “Quotidiano Sanità”

Lo scrive il British Medical Journal che riporta le stime di due esperti della Johns Hopkins. Tre le ricette proposte per affrontare il problema: rendere gli errori più ‘visibili’ quando si verificano, così da poterne intercettare gli effetti; avere prontamente a disposizione un piano per proteggere i pazienti; rendere gli errori meno frequenti, seguendo delle strategie che tengano in considerazione i limiti umani

medico truffa

Malattie cardiovascolari e tumori sono le principali cause di morte nei Paesi industrializzati. Uno studio pubblicato dal BMJ svela ora anche da chi è occupato il terzo gradino del podio. E per molti sarà un’amara sorpresa.

Secondo Martin Makary e Michael Daniel della Johns Hopkins University School of Medicine infatti la terza causa di morte, e il dato è riferito agli Stati Uniti, sarebbero gli errori fatti dai medici, causa difficilmente desumibile dai certificati di morte e ovviamente non contemplata da un DRG o dalle schede di dimissione ospedaliera, dunque difficile da tracciare.

Gli esperti della Johns Hopkins chiedono dunque di affrontare adeguatamente il problema partendo dall’osservazione che negli USA i certificati di morte vengono compilati assegnando un codice ICD (International Classification of Disease); quindi tutte le cause di morte non associate ad un codice ICD, come il fattore umano o del sistema, sfuggono completamente. E non è un problema solo stelle e strisce, visto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 117 i Paesi ad aver adottato la codifica ICD, compresa l’Italia.

Ma forse qualcuno dovrebbe cominciare a porsi il problema di come codificare e quindi misurare l’errore umano, che solo negli USA avrebbe un impatto quantificabile intorno ai 210-400.000 decessi ospedalieri l’anno, secondo le ultime stime. Un dato confermato dagli autori dello studio pubblicato sul BMJ che, analizzando gli studi dal 1999 in poi ed estrapolando il dato al numero di ricoveri ospedalieri stelle e strisce del 2013, hanno calcolato un numero medio di decessi per errore medico di 251.454 l’anno.

Un numero che, inserito nella lista delle principali cause di morte negli USA stilata dai CDC ogni anno, fa balzare di colpo la new entry, finora condannata all’invisibilità, al terzo posto di questa classifica.

Per quanto scomodo da digerire, gli autori riconoscono che l’errore umano è inevitabile; tuttavia, pur ammettendo che non è possibile eliminarlo del tutto, invitano almeno a cominciare a ‘misurarlo’. Non in un’ottica inquisitoria, ma per progettare delle soluzioni migliori o più adatte a mitigarne la frequenza e soprattutto le sue conseguenze.

Secondo gli esperti americani le strategie volte a ridurre la mortalità da errori medici dovrebbero contemplare tre passaggi: rendere gli errori più ‘visibili’ quando si verificano, così da poterne intercettare gli effetti; avere prontamente a disposizione un piano per proteggere i pazienti; rendere gli errori meno frequenti, seguendo delle strategie che tengano in considerazione i limiti umani.

Un esempio pratico. Anziché ‘accontentarsi’ della causa di morte , gli esperti suggeriscono che nei certificati di morte venga indicato, in un campo a parte, l’eventuale presenza di una complicanza prevenibile, scaturita dal percorso di cura del paziente. Oppure potrebbero essere gli ospedali ad effettuare delle indagini indipendenti per valutare il potenziale contributo dell’errore umano nei decessi avvenuti tra i ricoverati.

“Misurare le conseguenze delle cure mediche sugli esiti dei pazienti – affermano gli autori – è un importante prerequisito per creare una vera cultura dell’imparare dagli errori per quindi favorire il progresso della scienza della sicurezza. Una solida metodologia scientifica, che parta dalla valutazione del problema è un punto critico nell’affrontare qualunque rischio per la salute dei pazienti. E’ necessario dunque promuovere un appropriato riconoscimento del ruolo degli errori medici nella mortalità dei pazienti per aumentarne la consapevolezza e indirizzare adeguatamente collaborazioni e investimenti di capitali in ricerca e prevenzione”.

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Vaccinazioni: E’ stata ascoltata tutta la comunità scientifica? Le parti che si contrappongono rappresentano un falso mito o la realtà?

Medici contrari alla vaccinazione coercitiva:

Cosa pensano davvero?

Chi e perché avrebbe messo a tacere le diverse posizioni in merito?

I media come dipingono il tutto?

 

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Come ben sappiamo negli Stati Uniti,i genitori e diversi Dottori, manifestano contro la SB 277; intento di chi la promuove è rimuovere il consenso informato praticando una profilassi vaccinale obbligatoria e forzata,senza alcuna esenzione.Ma siamo sicuri che sia stata ascoltata tutta la comunità scientifica?Che ruolo hanno anche in questo frangente i media?I media tradizionali, hanno una posizione ben definita dipingendo i fatti in un quadro raffigurante una lotta tra medici e genitori,i quali avrebbero motivi puramente etici per contrastare questa scelta di campo. In realtà non è proprio così.

  • A parte ciò, una verità su questo dibattito è venuta a galla : i medici non sono unificati affatto sulle loro posizioni in materia di “scienza” dei vaccini, né lo sono  per quanto riguarda il divieto del consenso informato per una procedura medica come la vaccinazione.

 

Pro Vaccino o Anti Vaccino?

E’ una questione puramente giornalistica? E’ un mito?

Come illustrato nella nostra immagine all’inizio di questo articolo, possiamo ampiamente classificare molte posizioni differenti su questa tematica, e su come  i medici  seguono il proprio lavoro. Le due posizioni più estreme riguardano:

  1. coloro che sono al 100% contro i vaccini, non consigliandoli né somministrandoli affatto;
  2. coloro che credono nella sicurezza e nell’efficacia al 100 % dei suddetti,consci e consenzienti ad una pratica vaccinale forzata.

Quanti Dottori alla fine rientrano a pieno in queste due posizioni?

 

Chi sono i Medici che perseguono la linea estremista Pro vaccino?

I medici Pro vaccino più estremisti; quelli che credono che tutti i vaccini siano sicuri ed efficaci per tutte le persone, sono  rappresentati da due medici di alto profilo:

 

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Il dottor Paul A. Offit , MD è il direttore del “Vaccine Education Center at the Children’s Hospital of Philadelphia“, così come Maurice R. Hilleman Professore di Vaccinologia e  Pediatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università della Pennsylvania.

Il Dr. Offit  afferma che “il sistema immunitario di un bambino è in grado di gestire fino a 10.000 vaccini”.

  • Ha conseguito un brevetto per uno dei vaccini raccomandati per l’infanzia dal CDC,avendo così  un incentivo finanziario per promuovere la tal pratica. Il Dott. Offit non accetta pareri contrari ai suoi,e più volte ha dichiarato che non crede nella libertà di parola quando si tratta di vaccini ,affermando che la sua sia l’unica posizione corretta. Una volta ha dichiarato pubblicamente che qualsiasi giornalista che abbia dato spazio agli “antivaccinisti” sarebbe dovuto essere punito con il carcere” (clicca sulla fonte giornalismo ).

Quando Sharyl Attkisson ancora lavorava per la CBS, pubblicò una storia sull’enorme conflitto di interessi:

 

 

Il Dr. Paul Offit rappresenta ovviamente la posizione (estremista) pro-vaccino tra i medici.

La Dott.sa Anne Schuchat  è il direttore del National Center for Immunization and Respiratory Diseases at the Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Lei è un assistente chirurgo e lavora negli “United States Public Health Service Commissioned Corps“.

La Dr. Schuchat potrebbe probabilmente essere la persona più potente ed influente, quando si tratta di definire la politica della vaccinazione; la stessa segue le raccomandazioni del CDC in questo mercato mondiale.

Il CDC è il più grande cliente delle aziende farmaceutiche per l’acquisto di vaccini (è stato stimato che più di $ 4 miliardi di dollari siano spesi per l’acquisto di vaccini ogni anno) . Questo crea un enorme conflitto di interessi per un organo così importante che si suppone debba sorvegliare sulla sicurezza dei vaccini.

All’inizio di quest’anno c’è stata una seduta del Congresso sul “legame tra le recenti epidemie di malattie come il morbillo, e la decisione dei genitori di non vaccinare i propri figli”, a seguito della “epidemia di morbillo scoppiata a Disneyland .”

È possibile guardare l’intera udienza cliccando il seguente link:

  • http://www.c-span.org/video/?324253-1/hearing-childhood-vaccination&live=

In questa udienza non ha partecipato tutta la comunità scientifica ma solo la parte rappresentante il  governo e le multinazionali farmaceutiche.

Possiamo fidarci del CDC quando afferma che non viè correlazione tra vaccinazioni e autismo? Dobbiamo essere colpiti dalle affermazioni della dottoressa Anne Schuchat ,trovandole più credibili solo perché indossa una divisa militare?

Perché il Congresso non ha affrontato entrambe le posizioni del dibattito? Perché non è stato chiamato il dottor William Thompson del CDC  per rispondere alle domande?

Perché si continua ad evitare un confronto tra le parti?

Il Dr. Thompson ha dichiarato l’anno scorso che uno degli studi del CDC i quali presumibilmente hanno dimostrato la NON correlazione tra vaccini e autismo, abbia omesso molti dati di studi che dicevano esattamente l’opposto (vedi il caso della vaccinazione con MMR e l’aumento di autismo tra i ragazzi afro-americani. Per leggere altro cliccare di seguito la fonte  “CDC Whistleblower Dr. Thompson: “Ho smesso di mentire”  )

 

 

  • È interessante notare come in realtà altri funzionari governativi abbiano contraddetto le affermazioni del Dottor Schuchat, ammettendo una eventuale correlazione tra autismo e vaccinazioni:

 

 

Chi sono dall’altra parte i Medici definiti come “antivaccinisti”?

In realtà sono pochi i medici che pubblicamente dichiarano una posizione così estremista. Tuttavia, essi hanno osservando i danni derivati ai loro pazienti e tramite la loro esperienza clinica,hanno voluto ricercare a fondo le eventuali motivazioni,mettendo da parte tutto quello che era stato insegnato loro.

Degli esempi?

Dr. Suzanne Humphries, MD

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Uno dei medici definito come “antivaccinista” è la Dr. Suzanne Humphries, MD. La Dr. Humphries ha conseguito la laurea triennale in Fisica presso la Rutgers University e la laurea in medicina presso la Temple University di Philadelphia, completando il suo tirocinio in medicina interna al Montefiore Medical Center di Bronx, New York.

La Dr. Humphries nasce come medico convenzionale,ma la sua curiosità la spinge ben oltre le logiche insegnate.Lei stessa afferma che non era sicura di tutto quello che aveva studiato sulle vaccinazioni,per questo ha approfondito.

Lei afferma:

“Nessun vaccino migliora la salute di una popolazione, perché i vaccini non fanno ciò. Non c’è nulla in un vaccino che contribuisca a migliorare la nostra salute,nulla”.

Quando le è stato chiesto il perché non sceglie di vaccinarsi,nonostante i suoi viaggi in tutto il mondo in luoghi dove sono raccomandati i vaccini, risponde:

“Perché curo in maniera ottimale il mio sistema immunitario, e il mio corpo. Io non credo nei vaccini,nemmeno un pò. Credo che gli stessi,possano arrecare più danni che altro;da quei danni però non si torna indietro”.

La Dr. Humphries ritiene che i pericoli insiti nei vaccini vengano omessi dalla comunità medica e dei media. E ‘regolarmente censurata lei stessa dai media.

(Per ascoltare il dibattito senza censure cliccare la seguente fonte Dr. Suzanne Humphries on Vaccine Safety)

Andiamo avanti con i Dottori che mostrano i propri pensieri ringraziandoli di ciò.

 

Il Dr. Richard Moskowitz

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Il dottor Richard Moskowitz pratica il suo lavoro di medico nel Massachusetts. Si è laureato a Harvard nel 1959, conducendo il suo dottorato presso la New York University nel 1963. Dopo una laurea in Filosofia presso l’Università del Colorado, ha completato il suo stage presso l’ospedale di S. Antonio a Denver, e ha iniziato a praticare nel 1967. Si interessò alle terapie naturali nel 1970.

Come il dottor Humphries, il dottor Moskowitz  ha iniziato la sua pratica sulla medicina convenzionale, somministrando i vaccini ai suoi pazienti. Ma dopo più di 30 anni di esperienza clinica, non riusciva più a raccomandare i vaccini:

“Negli ultimi dieci anni, osservando i numerosi danni avvenuti nei bimbi e nei miei pazienti, ho sentito un rimorso profondo e crescente. Alla fine è arrivato il giorno in cui non riuscivo più a mentire.

Al di là della “obbligatorietà” che trovo aberrante,trovo peggiore la non informazione fatta e la maniera coercitiva in cui tutte le vaccinazioni vengono consigliate senza un’anamnesi corretta del paziente prima.

Il pubblico crede fermamente che l’immunizzazione artificiale sia in realtà una procedura sicura ed efficace, in nessun modo dannosa per la salute, e che la minaccia delle corrispondenti malattie naturali rimane sufficientemente chiara e urgente per garantire la inoculazione di massa di tutti, anche contro la loro volontà, se necessario.

Io non sono d’accordo con tutto questo”.

(Per altre informazioni in merito cliccare sulla seguente fonte Richard Moskowitz, MD – La causa contro vaccinazioni .)

 

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Continuiamo a dar voce all’altra parte della comunità scientifica.

Il Dr. Mark Geier

Il Dr. Mark Geier non è antivaccinista. Lui è un medico (MD) avente dottorato di ricerca in genetica. Ha trascorso 10 anni di lavoro presso l’Istituto Superiore di Sanità, ed è stato professore alla John Hopkins University. Egli è anche l’autore di oltre 150 pubblicazioni peer-reviewed.

Ha lavorato sulla sicurezza dei vaccini e l’efficacia per più di 30 anni. Era uno dei quattro scienziati che ha lavorato per la sostituzione del vaccino DTP, un vaccino che ha causato gravi danni in passato.

Il suo lavoro ha dimostrato tutto il suo interesse nella sicurezza della pratica vaccinale; tuttavia, egli è stato etichettato come “ciarlatano”, da parte di alcuni, perché non condividono le stesse idee.

Il Dr. Geier si oppone al vaccino antinfluenzale. Nel video qui sotto, viene chiaramente spiegato che il vaccino antinfluenzale porti ad una moltitudine di patologie e malattie,come ad esempio  la sindrome di Guillain-Barré , e che non sia efficace nel prevenire l’influenza. Egli spiega anche che il CDC non segue la linea di prevenzione attraverso la richiesta di test di sicurezza. Così il vaccino antinfluenzale è fondamentalmente un vaccino sperimentale che vorrebbero destinare  a più di 300 milioni di persone ogni anno. Inoltre, non esistono studi che dimostrino la sicurezza di tale vaccino.

Tuttavia, il dottor Geier sottolinea che il CDC sia palesemente addentrato nel business della distribuzione di vaccini contro l’influenza, perché questo rappresenta un mercato maggiore di guadagno confronto ad altri vaccini.  Il vaccino contro l’influenza è il vaccino più pericoloso in America, che rappresenta la maggior parte dei morti e feriti compensati dal Governo .

Il video di seguito riprende le affermazioni del Dr. Geier.

 

Passando ad altri medici qualificati,parliamo del Dr. Jay Gordon

 

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Il Dr. Jay Gordon è un pediatra del sud della California. Ha un curriculum impressionante:

Nel bel mezzo della sua formazione di base,il pediatra Jay Gordon ha compiuto un passo insolito. Decidendo che aveva bisogno di una maggiore conoscenza su nutrizione, vitamine e medicina alternativa, al fine di esercitare la professione medica come voleva, il dottor Gordon ha conseguito un master in Nutrizione Pediatrica presso lo Sloan-Kettering Institute di New York City. Dopo la pratica presso l’Ospedale pediatrico di Los Angeles, il dottor Gordon si è unito al corpo insegnanti presso la UCLA Medical Center e Cedars-Sinai Medical Center.

Parte delle sue affermazioni asseriscono quanto segue:

“Nessuno conosce il bambino meglio dei genitori; in primo luogo, i vaccini sono una questione molto personale e uno dei più grandi problemi è che i pediatri non effettuano un consenso informato,oltre ad agire in maniera errata effettuando verso i genitori quello che viene definito come “terrorismo psicologico”. Noi non conosciamo a pieno il funzionamento del Sistema Immunitario.

Abbiamo anche combinato sei vaccini diversi, con più di 20 antigeni separati per essere assunti a due, quattro e sei mesi. La scienza dietro queste combinazioni è carente (per approfondire l’argomento cliccare sul seguente cliccare qui )”.

 

La Dott.sa Sherri Tenpenny

Come il dottor Humphries, la dottoressa Tenpenny è uno dei portavoce più eloquenti sulla sicurezza del vaccino in America oggi. Lei è il direttore e fondatore di OsteoMed II , una clinica fondata nel 1996 in Ohio.

La Dr. Tenpenny parla della mancanza di studi sulla sicurezza condotti sui vaccini, sottolineando che gli studi sono stati condotti solo su individui sani che non sono rappresentativi di tutta la società.

La Dr. Tenpenny non sostiene la sicurezza dei suddetti vaccini, sottolineando la differenza tra “anticorpi vaccinali” e “immunità naturale”.

Il video di seguito riporta le sue affermazioni e il punto di vista della Dott.sa Tenpenny.

 

 

La Dott.sa Meryl Nass

La dottoressa Meryl Nass è un MD di medicina interna. Si espone in tutto questo argomento,parlando della collusione tra  le aziende farmaceutiche che producono vaccini e il governo degli Stati Uniti. E’ attivista nell’argomento della vaccinazione con GARDASIL e sulla Sindrome della Guerra del Golfo.

 

Il Dr. Nicholas J. Gonzalez

 

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Il Dott. Nicholas J. Gonzalez, MD, si è laureato presso la Brown University, con una laurea in letteratura inglese. Successivamente ha lavorato come giornalista,prima di proseguire gli studi alla Columbia. Ha poi ricevuto la sua laurea in medicina presso la Cornell University Medical College nel 1983. Nel corso di una borsa di studio post-laurea in immunologia dal dottor Robert A.Good ( considerato come il padre della moderna immunologia), ha completato uno studio di ricerca di una terapia nutrizionale aggressiva nel trattamento del cancro avanzato . Dal 1987, il Dr. Gonzalez esercita privatamente in uno studio a New York City, il trattamento di pazienti con diagnosi di cancro e di altre gravi malattie degenerative.

Il Dr. Gonzalez  critica duramente l’efficacia del  vaccino anti Polio.

( per leggere altre fonti cliccare di seguito  Il Vaccino antipolio non è  necessario)


 

La Dott.sa Stacia Kenet Lansman

La Dr. Stacia Kenet Lansman, fondatrice della Pediatric Alternative a Marin County, in California. Si è laureata presso la Tufts University Medical School di Boston nel 1989 ed ha completato il suo tirocinio e pratica medica pediatrica a Oakland Children Hospital, Oakland, CA, nel 1992.

La Dr. Lansman lavora con altri cinque medici nella sua clinica, i quali “hanno credenziali impeccabili, avendo studiato  in alcune delle migliori scuole e istituti medici della nazione.” Molti sono compagni della American Academy of Pediatrics.

Questi cinque medici ritengono che le famiglie dovrebbero ritardare alcune vaccinazioni, raccomandate dai Centers for Disease Control and Prevention, e rinunciare del tutto ad altre.

(Per approfondire leggi  Top California Pediatri)

 

 

Il dottor Russell Blaylock L.

 

DR.Blaylock

 

Il dottor Blaylock è un neurochirurgo, autore e docente. Ha frequentato la Scuola LSU of Medicine di New Orleans e ha completato il suo tirocinio di chirurgia generale e  neurochirurgia presso il Medical University of South Carolina a Charleston, South Carolina.Negli ultimi 25 anni ha praticato neurochirurgia oltre alla pratica nutrizionale.

Il dottor Blaylock ha scritto in merito alla vaccinazione eccessiva durante lo sviluppo del cervello e del  legame con l’autismo .


 

Il Dr.Robert Rowen

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Il Dr. Rowen, laureato presso la Johns Hopkins University (1971), ha seguito i suoi studi presso  l’Università della California a San Francisco (1975).

Il Dr. Rowen ha documentato l’inefficacia della vaccinazione contro il morbillo,dichiarando  che la maggior parte focolai sono stati diffusi da coloro che sono stati vaccinati.

(Vedi:  Dr. Rowen: Morbillo diffuso dai vaccinati )


 

La Dott.sa  Lee Hieb

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La Dr Lee Hieb è un chirurgo ortopedico specializzato in chirurgia spinale. Lei è stata presidente dell’Associazione dei medici e dei chirurghi americani.

La Dr. Hieb discute l’etica medica e le implicazioni politiche del governo che costringe le vaccinazioni. Rivolge il suo pensiero inoltre, a due questioni cruciali :

  • LE OMISSIONE DEI MEDIA
  • L’INEFFICACIA DELLE VACCINAZIONI

(Vedi:  Dr. Lee Hieb MD – Vaccino .)

 

Il Dr. Michael W. Elice

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Il Dr. Michael W. Elice, MD, si è laureato alla Syracuse University e alla Medical School di Chicago. Egli mantiene l’incarico di insegnante presso la New York University Medical School e l’Albert Einstein College of Medicine e ha cattedra a contratto presso la North Shore University Hospital, Manhasset, New York e presso il  Children’s Hospital of the Long Island Jewish Medical Center, New Hyde Park, New York.

Il Dr. Elice è un critico della vaccinazione contro il morbillo, parotite, rosolia  (MMR), e ritiene che la caratterizzazione imprecisa dei media sulle epidemie di morbillo è in realtà un grave danno per i bambini americani.

(Vedi:  Dr. Michael Elice MD – Media e Promozione .)

 

Il Dr. David Brownstein

 

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Il Dr. David Brownstein è un medico di famiglia e il direttore medico del Centro di Medicina Olistica a West Bloomfield. Si è laureato presso l’Università del Michigan e la Wayne State University School of Medicine. Il Dr. Brownstein è membro della  American Academy of Family Physicians and the American College for the Advancement in Medicine.

Egli ha ricevuto due prestigiosi premi da parte dei suoi colleghi. Il primo è stato dato dal Collegio americano per l’avanzamento in Medicina in occasione della riunione annuale del 2005. Il premio è stato il Norman E. Clarke Sr. Award per la scienza e la pratica. Il secondo premio è stato dato dalla American Academy of Integrative Medicine durante la riunione annuale del 2005 in Florida. Questo è stato intitolato 2005 ARC Excellence Award  per il suo “avanzamento nella diagnosi e nel trattamento delle malattie croniche”.

Il Dr. Brownstein è un critico del vaccino antinfluenzale, e recentemente ha scritto riguardo la correlazione tra la vaccinazione mmr e l’autismo

(Vedi:  Dr. Brownstein, MD – DNA -dalle cellule fetali nella vaccinazione contro il  Morbillo all’ autismo).


 

ALTRE POSIZIONI IN MERITO ALLE VACCINAZIONI

La Dott.sa Toni Bark

 

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La dottoressa Bark, ha ricevuto il suo “Bachelor of Scienc” in Psicologia presso l’Università dell’Illinois nel 1981 e la sua laurea in medicina presso il Rush Medical School nel 1986.La Dr. Bark  ha completato la sua formazione pediatrica presso la University of Illinois, Chicago, nel 1991, formandosi alla New York University in Pediatria, dal 1986 al 1987 e Riabilitativa dal 1987 al 1988. Subito dopo ha lavorato  nel reparto di terapia intensiva neonatale al Michael Reese Hospital. Ha poi preso una posizione come direttore del pronto soccorso pediatrico nel suddetto Ospedale,fino al 1993, quando il suo impegno per i rimedi naturali la portò ad iniziare il suo studio di Medicina Olistica.

La Dr Bark è una forte sostenitrice della sicurezza del vaccino; la stessa cerca di  educare i legislatori sulla sicurezza dei vaccini.

(Vedi:  Dr. Toni Bark, MD – Non rimuovere l’esenzione per i vaccini).

 

La Dr. Susan McCreadie

 

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La Dott.sa Susan McCreadie, MD è una pediatra facente parte del  Consiglio di Pediatria americano. Ha conseguito la laurea in medicina presso la Wayne State University School of Medicine, e ha completato la sua formazione presso il Children’s Hospital of Michigan.

La Dr. McCreadie ha scritto un articolo sui vaccini che -guarda caso- è stato rimosso da diverse pagine web.

(Lo Abbiamo ripubblicato qui:  Susan McCreadie, MD; meglio non vaccinare )

Lei ha scritto:

“Io non sono pro o anti-vaccino, io sono pro scelta informata. Guardiamo il filmato “Il ” ed ascoltiamo una discussione scientifica razionale fatta da esperti. Questo documentario intreccia le storie di tre famiglie le cui vite sono state cambiate per sempre con la vaccinazione. Vai oltre la paura e la politica”.

 

Il Dr. Joseph Mercola

 

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Il Dr Joseph Mercola, DO,è stato il presidente del dipartimento di medicina di famiglia al St. Alexius Medical Center  per cinque anni. Si è formato in medicina tradizionale e naturale. Gli fu concessa di borsa di studio dalla American College of Nutrition (ACS) nell’Ottobre 2012.

Lui è un critico il quale tanto ha scritto sulle collusioni tra l’industria farmaceutica e il valore dei vaccini.

E’ per il  New York Times, autore di bestseller, e pubblica una newsletter di medicina alternativa . La stessa è la più letta tra i siti web in tutto il mondo.

(Vedi:  Come il fascismo crea le politiche federali .)


 La Dott.sa  Natasha Campbell-McBride

 

Dr. Natasha Campbell-McBride

 

La Dr. Natasha Campbell-McBride è un medico con due gradi di specializzazione: Master in Scienze Mediche in Neurologia e Master in Scienze Mediche in Nutrizione Umana. Si è laureata come medico in Russia. Dopo aver praticato per cinque anni come neurologo e tre anni come  neurochirurgo, ha formato la sua famiglia e si è trasferita nel Regno Unito, dove ha ottenuto il suo secondo diploma post-laurea in Nutrizione Umana.

È ben nota per lo sviluppo di un concetto di GAP (Gut And Psychology Syndrome), che ha descritto nel suo libro “sindrome dell’intestino e Psicologia” affrontando il trattamento naturale per l’autismo, ADHD, dislessia, disprassia, depressione e schizofrenia, giunto alla sua seconda edizione.


 

La Dr. Campbell-McBride ha dedicato un intero capitolo del suo libro : “Vaccini.L’MMR causa l’autismo?” Ella suggerisce che un sondaggio immunologico completo di ogni bambino,dovrebbe essere effettuato prima di qualsiasi profilassi vaccinale.

 

viccinazione

I medici coinvolti nella Politica di vaccini

I medici sono persone molto impegnate. Così, quando un medico si allontana dal suo lavoro poiché occupato a testimoniare alle udienze del governo sulla questione dei vaccini obbligatori, significa che è appassionato All’argomento.

Di seguito due medici che di recente hanno dedicato molto alla politica,occupati a testimoniare davanti alle commissioni governative di portare l’obbligatorietà delle vaccinazioni senza alcuna esenzione.

 

DI CHI PARLIAMO?

Il Dr. Paul Thomas

Il Dr. Paul Thomas, MD è nato a Portland, Oregon, e cresciuto in Sud Africa. Ha un master in biologia, un MD da Dartmouth Medical School, e ha completato la sua formazione pediatrica presso l’Università della California, San Diego. Collabora con l’American Academy of Pediatrics.

Il Dr. Thomas ha recentemente testimoniato e portato davanti al Senato dell’Oregon, una proposta di legge per eliminare le esenzioni vaccino.

 

 

(Vedi:  Dr. Paul Thomas, MD )


 

La Dott.sa Lynn Mielke

La Dr. Mielke è la fondatrice di Developmental Spectrums clinic  in California, specializzata nel trattamento biomedico di disturbi dello spettro autistico. La Dr. Mielke è laureata presso la Facoltà di Medicina dell’Università dell’Indiana, e ha completato la sua formazione in Psichiatria presso il Neuropsychiatric Institute dell’UCLA. Dopo aver terminato la sua formazione, egli diventò una professoressa associata presso l’UCLA presso il Dipartimento di pratica della famiglia per diversi anni e aveva uno studio privato a Westwood; successivamente si  trasferisce a Pleasanton, dove esercita la professione di psichiatra per diversi anni. E’ un membro della   Medical Academy of Pediatric Special Needs.

La Dr. Mielke ha recentemente preso tempo fuori del suo programma fitto di appuntamenti da medico,per affrontare le riunioni del Comitato  Sanità del Senato della California, in materia di CA Bill SB277.

 

 

(Vedi:  vaccini obbligatori in California)


 

La Dott.sa Donna Campbell

La Dr Campbell, MD è qualificata  in pronto soccorso di medicina e oculistica. Ha completato il suo Master of Nursing dell’Università del Texas Woman come  Cardiovascular Clinical Nurse Specialist . Ha ricevuto il suo MD dalla Texas Tech University, dove era un membro di Alpha Omega Alpha.

Lei è anche un senatore dello stato del Texas, e recentemente ha resistito alla pressione di altri politici nel sostenere un progetto di legge che permetterebbe di eliminare le esenzioni di vaccino:


Riepilogo,chi rappresenta la maggioranza?

Questi sono alcuni dei medici che non supportano la posizione pro-vaccino estremista. Quanti altri medici temono di parlare, con il rischio di perdere la loro carriera?

Un esempio di tutto questo raffigura un grande personaggio; un medico che nel Regno Unito ha letteralmente perso la sua carriera poiché ha osando mettere in discussione l’efficacia e la tossicità dei vaccini.

Questo Dottore era Andrew Wakefield ,simbolo di terrorismo e manipolazione mediatica.

Ad oggi nessuno è riuscito a sconfessare i suoi studi,questo è quanto e questo è tanto.


 

Medici

 

 

Il Dottor Wakefield  non è stato l’unico a lottare per la verità; un altro Dottore ha lottato per le sue motivazioni senza paura alcuna,parliamo del  Dr. Andrew Moulden il quale attraverso il suo libro dichiara che “Ogni vaccino produce un danno”

 

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Un Medico canadese il Dr. Andrew Moulden, il quale ha fornito chiare prove scientifiche che dimostrano che ogni dose di vaccino dato a un bambino o ad un adulto produce danni. La verità che ha scoperto è stata respinta dal sistema medico convenzionale e dall’industria farmaceutica. Tuttavia, il suo avvertimento e il suo messaggio per l’America rimane come un solido patrimonio di un uomo che si alzò in piedi contro big pharma e contro il  loro programma per la vaccinazione di ogni persona sulla Terra.

Il Dr. Moulden morì inaspettatamente nel mese di novembre del 2013 a 49 anni. Un caso?

 

***Come al solito la politica e la sanità vanno a braccetto***

 

Informazioni e articoli correlati in merito

Le dichiarazioni del Dr. Andrew Moulden

Dr. Andrew Moulden: ogni vaccino produce danno microvascolare

  • Il Potenziale Zeta può essere utilizzato come indicatore della salute. Le dichiarazioni e gli studi sconfessati del Dr Moulden

https://vacciniinforma.it/?p=2289

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ANDAMENTO DELLE MALATTIE DATI UFFICIALI

Coperture vaccinali e Andamento delle malattie

Dal Ministero i dati sull’ Mpr:

Tra il 2013 e il 2014 calano le coperture vaccinali (CV) per la seconda dose di vaccino Mpr (morbillo-parotite-rosolia) e in entrambi gli anni le cifre rimangono, in tutte le Regioni italiane, al di sotto della soglia del 95%, valore minimo previsto dall’obiettivo del Piano per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc) 2010-2015. È quanto emerge dai dati pubblicati il 25 gennaio 2016 dal ministero della Salute che, per la prima volta, rende note anche le coperture per vaccino Mpr somministrato a 5-6 anni di età (2a dose) e relative al periodo di rilevazione 2013-2014. Infatti, la media nazionale per morbillo, parotite e rosolia passa rispettivamente dal 84,05%, 83,59% e 83,65% nel 2013 al 82,72%, 82,41% e 82,46% nel 2014.

  • http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/dati_Ita.asp

Morbillo & Rosolia: il rapporto di gennaio 2016

Nel mese di dicembre 2015, sono stati segnalati 43 casi di morbillo portando a 251 i casi segnalati dall’inizio dell’anno. L’età mediana dei casi segnalati nel 2015 è 23 anni (range: 0-83 anni). Per quanto riguarda la rosolia, nel mese di dicembre 2015, è stato segnato un caso che porta i casi segnalati dall’inizio dell’anno a 39.
L’età mediana dei casi è stata pari a 23 anni (range: 0 – 83 anni). Più della
metà dei casi (n=135; 53,8%) si è verificata nella fascia di età 15-39 anni.
Il 31,1% dei casi (n=53) è stato osservato in bambini <5 anni di età. In quest’ultima fascia di età è stata osservata
l’incidenza più elevata (1,95 casi per100.000 bambini).
Sette casi sono stati segnalati in bambinicon età <1 anno.
Il 51,4% dei casi è di sesso maschile.
Lo stato vaccinale è noto per 225 dei 251 casi (89,6%), di cui l’84,4% era non vaccinato, il 10,7% aveva effettuatouna sola dose di vaccino, il 2,7% aveva effettuato due dosi, mentre lo 2,2% non ricorda il numerodi dosi ricevute.

La Germania ha segnalato 2.580 casi, che corrisponde al 63% dei casi totali nel periodo.
La Francia è al secondo posto per numero di casi segnalati (n=368), seguita dall’Austria (n=315) e dalla Croazia (n=232).
I tassi d’incidenza più elevati sono stati riportati dalla Croazia ( 54,6/milione di abitanti), dall’Austria (37,0/milione) e dalla Germania (31,9/milione). Quindici Stati Membri hanno riportato tassi di notifica inferiori al target di eliminazione (<1 caso per milione di abitanti) e 8 di questi ultimi hanno riportato zero casi.
Il 24% dei casi per cui è nota l’età, è stato riportato nei bambini <5 anni di età, mentre il 21% aveva ≥ 30 anni. Il 75% circa dei casi era non vaccinato, il 9% aveva ricevuto una sola dose, il 3% aveva ricevuto due
o più dosi e l’1% un numero non specificato di dosi. Non è noto lo stato vaccinale di 11% dei casi.
E’ stato segnalato un decesso per morbillo e sei casi sono stati complicati da encefalite acuta.

http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp

http://www.epicentro.iss.it/

vaccini

Da questo link è possibile verificare l’andamento delle Malattie livello internazionale

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POLIO

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MORBILLO

Morbillo

Morbillo

WHO

Morbillo

DIFTERITE

Difterite

Difterite

EPATITE B

Epatite B

PERTOSSE

Pertosse

Pertosse

MENINGITE

Meningite

Meningite

TETANO

Tetano

Tetano

CORRELATI

MORBILLO E ROSOLIA ECDC

MORBILLO E ROSOLIA, POPOLAZIONE VACCINATA VS NON VACCINATA.Il report della ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control). A voi le riflessioni in merito.

ECDC MORBILLO E ROSOLIA

.GRAFICI E ARTICOLI

Dott.GAVA “Vaccinazioni di massa” che senso hanno?”

.Analisi critica di UN DOCUMENTO della FDA riguardo ai test sui VACCINI PER LA SICUREZZA (ed efficacia)

Analisi

.I bambini sani anche senza medico (Dott. R. Mendelsohn) 
IMMUNIZZAZIONE VACCINO

Senza vaccino

Con le vaccinazioni abbiamo barattato gli orecchioni e il morbillo con il cancro e la leucemia.”
Robert Mendelsohn pediatra USA
“Bambini sani senza medicinali”. 
Raccomandazioni
.INTERVISTA Dott. Archie Kalokerinos  
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.POLIO VACCINO (Parte uno)
Polio
.Il direttore generale dell’Oms dell’epoca Halfdan Mahler definisce l’eradicazione del vaiolo come “un trionfo dell’ORGANIZZAZIONE e della GESTIONE SANITARIA, non della MEDICINA”. Parole pronunciate in occasione di un meeting in Kenya, al quale partecipava anche il direttore del programma di eradicazione Donald Henderson. A cui fu chiesto quale fosse la prossima malattia da sconfiggere. 
Henderson prese il microfono e rispose: “la CATTIVA GESTIONE della sanità
VAIOLO
VAIOLO,LA STORIA
Epicentro
.BENEFICI VACCINAZIONI 

La prova INCONFUTABILE

.POLIO

Polio Epicentro Info

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Malattie e relativi vaccini

Malattie e relativi vaccini

Approfondimenti e Aggiornamenti con fonti e allegati

metalli nei vaccini


La malattia “POLIOMIELITE”

La poliomielite è una malattia infettiva causata da tre diversi virus (poliovirus 1, 2 e 3) che sono capaci di rimanere attivi nell’ambiente anche per anni dopo la loro espulsione dall’individuo infetto. I virus penetrano nell’organismo solitamente per via orale e si localizzano prima nel faringe e poi si moltiplicano nell’intestino provocando, dopo una incubazione di circa 5-14 giorni, un decorso clinico con pochi sintomi (febbre, mal di gola, vomito e diarrea) o con nessun sintomo nel 90-95% dei casi e lasciando una immunità che dura tutta la vita. Nel 4-8% dei casi, però, il virus continua a moltiplicarsi nel tessuto reticolo-endoteliale intestinale e ritorna nel circolo sanguigno (“viremia maggiore”) causando una sindrome febbrile acuta chiamata “malattia minore”; se la malattia non progredisce ulteriormente e il paziente guarisce in pochi gironi, si parla di “poliomielite abortiva”, che di solito è clinicamente non diagnosticabile. Tuttavia, in un ulteriore sottogruppo di casi pari allo 0,1-1%, nel corso della “viremia maggiore” il virus può invadere il sistema nervoso centrale e causare la cosiddetta “malattia maggiore” che è caratterizzata da due varianti:

la poliomielite non paralitica e la poliomielite paralitica.

L’origine dell’infezione è sempre l’uomo: sia una persona con i sintomi della malattia acuta, sia un “portatore sano” che non manifesta alcuna sintomatologia. La persona elimina il virus con le feci, con cui possono essere poi contaminati gli alimenti, l’acqua potabile e la terra, ed è appunto attraverso questi veicoli che l’agente patogeno arriva alla bocca di un nuovo individuo.

La poliomielite, comunque, è diventata una malattia virale rara in molte Nazioni e in Italia pare non si siano più verificati casi spontanei dal 1983 e i soggetti che superano la malattia in modo spontaneo acquisiscono una immunità duratura, forse per tutta la vita.


Il vaccino   vaccino

Esistono due tipi di vaccino antipoliomielitico che prendono il nome dagli studiosi che li hanno messi a punto: – il vaccino Sabin a virus vivi attenuati, – il vaccino Salk a virus uccisi o inattivati. Il vaccino Sabin è costituito da virus vivi modificati in modo da non provocare la malattia, ma capaci di stimolare la produzione di anticorpi nel ricevente. Il vaccino viene somministrato per bocca.

Talvolta la prima somministrazione può causare una grave complicazione come la poliomielite paralitica post-vaccinica … Inoltre, il virus così modificato può diffondere e provocare la poliomielite addirittura tra le persone che vengono a contatto con il soggetto vaccinato. Infatti, i virus contenuti nel vaccino rimangono nell’intestino e vengono eliminati con le feci dal bambino vaccinato per circa 4 settimane.

Il vaccino Salk, invece, contiene i virus della poliomielite uccisi e viene somministrato attraverso un’iniezione per via intramuscolare o sottocutanea. Questo vaccino causa sicuramente meno reazioni avverse gravi del primo vaccino ma, come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, può determinare, se pure con una bassa frequenza, reazioni allergiche e altre più rare reazioni avverse alterando il delicato bilanciamento della risposta immunitaria Th1/Th2. … Attualmente, nel nostro Paese si usa solo il vaccino si Salk, mentre quello di Sabin (meno costoso) continua ad essere usato nel Terzo Mondo.

 Noi usiamo il vaccino a virus morti di Salk per cercare di ridurre i danni paralitici da vaccino Sabin che compaiono di solito 29 volte più frequentemente con la prima dose e che sono rappresentati dalla temuta poliomielite paralitica post-vaccinica. La scelta è stata motivata anche con il fatto che nei Paesi industrializzati la poliomielite non è più causata dal virus selvaggio (ma solo dal virus vaccinale) e quindi non è più necessario aggredirla sin dalle prime somministrazioni con il più potente ma anche più pericoloso vaccino vivo Sabin. L’idea di non iniziare con il Sabin orale, bensì con il Salk parenterale, ha permesso di ridurre di circa il 50% i casi di poliomielite e di circa 1/3 i casi di poliomielite paralitica post-vaccinale. … Questa malattia è ormai scomparsa in Italia come nel resto d’Europa: il 21 giugno 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti ufficialmente dichiarato l’Europa libera dalla poliomielite.

Attualmente, il vaccino di Salk viene somministrato in 4 dosi parenterali ai tempi 0, dopo 6-8 settimane, dopo altri 6-12 mesi (non prima di 4 mesi dalla seconda dose) e dopo altri 4-5 anni (comunque non prima di 1 anno dalla terza dose).


La malattia “DIFTERITE”

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La difterite è causata da un bacillo chiamato Corynebacterium diphtheriae che, quando viene infettato da uno specifico virus batteriofago, è in grado di produrre una sostanza (tossina difterica) capace di causare le complicanze tipiche della difterite. Solo i ceppi tossigeni sono patogeni per l’uomo, mentre gli altri possono essere ospiti abituali della gola; un ceppo tossigeno può comunque trasferire ad altri ceppi non tossigeni il batteriofago rendendoli quindi tossigeni.

La tossina prodotta (che è la stessa per tutti i 57 sierotipi di Corynebacterium diphtheriae) si diffonde per via sanguigna ed esercita la sua azione sia localmente (a livello delle prime vie respiratorie, dove causa la formazione di membrane fibrinose che riducono l’ingresso dell’aria e quindi la respirazione), sia a distanza dalla zona di infezione (soprattutto sul cuore e sul sistema nervoso).

La trasmissione è per lo più diretta o, raramente, attraverso oggetti contaminati. L’incubazione è in media di 1-6 giorni, ma molte volte l’infezione è asintomatica. La contagiosità dura intorno alle due settimane, senza terapia, mentre con adeguata terapia antibiotica dura meno di 4 giorni. La malattia è caratterizzata da sintomi locali e, come già detto, da complicanze causate dall’azione a distanza della tossina. Caratteristica è la formazione di un essudato membranoso.

I sintomi iniziali sono aspecifici e con una febbre anche modesta; in gola compare poi un arrossamento e, successivamente, compaiono delle piccole placche che si ingrandiscono e confluiscono fino ad arrivare a coprire del tutto il faringe, le tonsille, il palato e l’ugola. Le ghiandole sottomandibolari e laterocervicali diventano dolenti e si ingrandiscono, tanto da creare un aspetto tipico di collo taurino. … Le complicanze a distanza dipendono dalla produzione della tossina e quindi sono proporzionate alla vastità della lesione iniziale, ma dipendono anche dall’età e dallo stato di salute di chi è stato colpito (riniti, tonsilliti, faringiti e bronchiti preesistenti possono creare gravi complicazioni). La tossina può provocare una miocardite che è, insieme all’ostruzione respiratoria, la principale causa di morte..

Comunque, sono molto più frequenti le forme di infezione asintomatica o con sintomatologia molto lieve. I soggetti che superano la malattia in modo spontaneo acquisiscono una immunità duratura, ma pare non sia permanente. Infatti, non è eccezionale un secondo attacco di difterite in coloro che producono una scarsa quantità di anticorpi. Nel nostro Paese, l’incidenza della difterite è andata gradualmente riducendosi dagli anni ‘60 agli anni ‘80 del XX secolo (solo in parte grazie al vaccino, ma prevalentemente grazie alle migliorate condizioni di vita e poi anche alla disponibilità degli antibiotici) e oggi questa malattia è praticamente scomparsa (l’ultimo caso italiano si è verificato nel 1991, ma la vera causa di quella morte non è mai stata accertata). … La terapia, che si basa sulla somministrazione di antibiotici e anticorpi specifici, è tanto più efficace quanto più è precoce. … Gli antibiotici da usare sono le penicilline e l’eritromicina.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino è costituito dall’anatossina batterica inattivata con formaldeide e adsorbita su idrossido o fosfato di alluminio (vedremo in seguito che sia la formaldeide che l’alluminio sono molto tossici per l’uomo). Analogamente al vaccino antitetanico, quello antidifterico contiene pure un sale di mercurio (thimerosal) aggiunto come conservante (disinfettante della soluzione vaccinale). Come viene fatto anche per il vaccino antitetanico, la quantità di anatossina antidifterica contenuta nel vaccino pediatrico è molto più elevata di quella contenuta nel vaccino dell’adulto.

Il vaccino viene somministrato in 3 dosi parenterali (in genere insieme a quello antitetanico) ai tempi 0, dopo 6-8 settimane e dopo altri 6-12 mesi. In particolare, sappiamo che la prima dose provoca la comparsa di anticorpi nel sangue solo nel 30% dei vaccinati; la seconda determina invece, in quasi tutti i riceventi, una risposta sierologia uguale o superiore a 0,01 UI/ml (dose sufficiente per esercitare un effetto protettivo). Con la terza dose, o “dose di rinforzo” somministrata all’incirca un anno dopo la seconda, si produce un marcato effetto immunitario. Viene previsto anche un richiamo in epoca prescolare che consente di mantenere a livelli protettivi la concentrazione ematica dell’antitossina per altri dieci anni. Non è consigliabile abbreviare, rispetto ai tempi riferiti, l’intervallo di tempo tra le prime due dosi e intervalli maggiori non devono indurre a ricominciare il ciclo vaccinale.

Vanno fatte alcune considerazioni: – il consiglio di vaccinare frequentemente anche gli adulti non è in uso in alcuna Nazione; – in Italia non ci sono più casi di difterite, ma si continua ad obbligare la vaccinazione di massa fin dall’età neonatale; – in Italia, inoltre, secondo uno studio pubblicato recentemente, non circola più il ceppo tossigeno (cioè capace di causare la patologia) della difterite; infatti, il solo ceppo isolato in alcuni rari casi è un ceppo non tossigeno, totalmente innocuo; – in Italia, anche se la copertura vaccinale dell’adulto è del 60-70% e quindi molto inferiore a quella minima (95%) considerata obbligatoria per non avere epidemie, non ci sono epidemie di difterite da molti anni. Perché allora continuare con la vaccinazione di massa, specie nell’età neonatale che è una condizione delicatissima per lo sviluppo psico-neuro-immunitario del bambino? Non scordiamo infatti che ci sono state molte segnalazioni di effetti indesiderati dopo il vaccino e anche frequenti segnalazioni di convulsioni, encefalopatia, shock anafilattico o episodi di grida incontrollate.


La malattia “EPATITE B”

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L’epatite B è una malattia infettiva e contagiosa che infiamma il fegato e che è causata da un virus (HBV) che penetra nell’organismo attraverso il contatto diretto con malati o portatori sani. La trasmissione della malattia avviene, non per via gastroenterica, ma per via parenterale attraverso: – sangue, liquidi corporei, sperma, secrezioni cervico-vaginali, sangue mestruale, saliva e trapianto di organi infetti;

– lesioni della mucosa oro-faringea con spazzolini da denti, interventi odontoiatrici, lesioni con rasoi, forbici da unghie, spazzole da bagno; – rapporti sessuali e contatti intimi; – graffi o morsi; – contagio materno-fetale.

La malattia ha una lunga incubazione (45-160 giorni; in media 120 giorni) e può manifestarsi in diversi modi. Nel 65-70% dei casi il malato non lamenta alcun disturbo (epatite B asintomatica). Specialmente nei bambini piccoli, la patologia è quasi sempre lieve, asintomatica o con malessere generale, astenia, dolenzia articolare, nausea, vomito e febbre con o senza ittero. Quindi, la malattia può manifestarsi in: – forma asintomatica, che è le più frequente e insidiosa;

– forma sub-acuta anitterica (cioè “senza ittero”), con malessere generale, debolezza, dolori articolari, inappetenza, nausea, vomito e febbre (sintomi che spesso vengono confusi con malesseri influenzali); – forma itterica (rara nel bambino), nella quale si ha il caratteristico colorito giallo della pelle e degli occhi, le urine diventano scure e le feci chiarissime. Pare che i soggetti infettatisi durante l’infanzia abbiano un rischio maggiore di avere gravi complicazioni epatiche da grandi, rispetto ai soggetti che contraggono per la prima volta la malattia da adulti.

Il problema più importante dell’epatite B è la sua cronicizzazione, cosa che avviene con frequenza diversa a seconda dell’età del soggetto. L’infezione cronica si sviluppa nell’80% dei bambini che alla nascita sono stati contagiati dalla mamma ammalata e portatrice e diminuisce fino al 10% nei bambini più grandi e negli adulti. A causa di questo 10%, il virus dell’epatite virale B (HBV) è una delle maggiori cause eziologiche di epatite acuta e cronica, cirrosi e carcinoma epatocellulare e, di conseguenza, l’epatite virale di tipo B costituisce un problema di sanità pubblica a livello mondiale. … La guarigione dall’epatite B rappresenta la regola in quanto avviene nel 90-95% dei casi, mentre la vera cronicizzazione, con persistenza nel sangue dell’antigene infettante HBsAg, si ha solo nel 2% dei giovani adulti sani e con sistema immunitario non compromesso. I portatori di epatite B nel mondo sono circa 300 milioni e costituiscono il serbatoio dell’infezione virale. Essi sono diversamente distribuiti a seconda delle aree geografiche.

Le categorie a rischio di ammalarsi di epatite B, che sono state individuate dal D.M. del Ministero della Salute del 4/10/91, sono le seguenti: – conviventi, in particolare i bambini, con persone portatrici del virus infettante; – politrasfusi, emofiliaci ed emodializzati;

– vittime di punture con aghi potenzialmente infetti; – persone con lesioni cutanee croniche di tipo eczematoso-psoriasico delle mani; – detenuti, tossicodipendenti, omosessuali, soggetti dediti alla prostituzione; – persone che si devono recare all’estero in zone endemiche per l’epatite B; – personale sanitario non vaccinato; – soggetti che lavorano, studiano o fanno opere di volontariato nel settore della sanità; – personale religioso in attività nell’ambito dell’assistenza sanitaria; – personale di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Agenti di Custodia, Vigili del Fuoco e Vigili Urbani; – personale addetto ai servizi di raccolta, trasporto, smaltimento dei rifiuti. A queste categorie il vaccino viene somministrato gratuitamente.


Il vaccino   vaccino

Dal 1986 il vaccino è costituito dall’antigene di superficie del virus (HbsAg) estremamente purificato e ottenuto con la tecnica del DNA ricombinante (utilizzando un ceppo ricombinante di lievito di Saccharomyces cerevisiae), trattato con formaldeide e addizionato ad idrossido di alluminio solfato (quindi, questo tipo di vaccino antiepatitico B non è un virus, ma un antigene, cioè una sequenza proteica prodotta in laboratorio e capace di indurre la formazione di anticorpi specifici). La protezione data dalla vaccinazione non è stata ancora ben definita: pare che dia una protezione del 90-95%, ma solo per circa 10-12 anni! A ciò va aggiunto che questo vaccino può causare alcuni gravi effetti indesiderati a carico del sistema nervoso centrale e periferico. … Quindi, penso che non sia razionale rendere obbligatoria questa vaccinazione in tutti i neonati perché: – l’epatite infantile era già poco frequente e in evidente diminuzione grazie alle misure di igiene adottate dalle persone; – i bambini non sono una categoria a rischio (se i genitori e i conviventi non sono infetti).

Infatti, il neonato non si droga e non ha rapporti sessuali; – l’epatite infantile è meno grave di quella dell’adulto (ad eccezione dell’epatite trasmessa dalla madre durante il parto); – la vaccinazione è gravata da importanti rischi e quindi questa pratica è inutilmente pericolosa; – la durata della protezione cessa proprio quando dovrebbe veramente iniziare (cioè verso i 12-13 anni). Sarebbe invece molto più razionale fare quello che si faceva negli anni ‘80 quando si vaccinavano solo le categorie a rischio. Il vaccino viene somministrato in 3 dosi: ai tempi 0, dopo 2-3 mesi e dopo altri 5-6 mesi; alcuni Autori consigliano poi un richiamo ogni 8-10 anni, ma ci sono molte incertezze. Agli adulti il vaccino viene inoculato sul deltoide, mentre nei bimbi al di sotto dei due anni va inoculato sul quadricipite femorale. Per i nati da madre HbsAg-positiva, invece, viene fatta la prima dose il primo giorno di vita, contemporaneamente, ma non nella stessa sede, alla somministrazione delle immunoglobuline. La seconda dose viene inoculata a distanza di 4 settimane dalla prima, la terza dose dopo il compimento del 2° mese di vita, insieme alla vaccinazione antitetanica-antidifterica-antipolio e la quarta dose all’11° mese di vita, sempre insieme alla vaccinazione antitetanica-antidifterica-antipolio.


La malattia “TETANO”

tetano

Il tetano è una malattia batterica non contagiosa. Ogni anno nel nostro Paese vengono registrati circa un centinaio di casi di tetano tra gli adulti, mentre nei bambini (anche quelli non vaccinati) l’infezione è praticamente scomparsa già da qualche anno (pare che i bambini, rispetto gli adulti, abbiano una certa protezione contro il tetano).

Il tetano è una malattia infettiva acuta … causata da una tossina neurotropa prodotta durante la proliferazione del Clostridium tetani. Il Clostridium tetani è un batterio sporigeno anaerobio obbligato e tipicamente non invasivo; l’infezione sostenuta da questo germe rimane quindi localizzata nel punto in cui le spore, penetrate nei tessuti in seguito a lesioni di continuo contaminate da detriti o materiale terroso (che però deve ovviamente contenere le spore stesse), germinano dando luogo alle forme vegetative del batterio stesso. Le sorgenti dell’infezione sono rappresentate da alcuni animali (bovini, ovini e specialmente equini) e dall’uomo stesso. Tanto negli animali che nell’uomo, le spore tetaniche sopravvivono nell’intestino senza produrre danni e vengono eliminate con le feci. Il periodo di incubazione può variare da 3 a 21 giorni, ma è mediamente di una decina di giorni e la sua durata è condizionata dal tipo, dall’estensione e dalla localizzazione della ferita.

Solitamente, la gravità della malattia è inversamente proporzionale alla lunghezza del periodo di incubazione. I bacilli del tetano sopravvivono a lungo grazie alla formazione di spore e si moltiplicano solo in condizioni anaerobiche, cioè senza ossigeno. Quindi, in caso di ferite sanguinanti non c’è il rischio di contrarre il tetano. … La sintomatologia clinica è provocata anche da piccolissime quantità di tossina, insufficienti, generalmente, ad indurre una risposta anticorpale da parte dell’organismo. Pertanto, alla guarigione dal tetano difficilmente segue un’immunità nei confronti di ulteriori infezioni e quella stessa persona può riammalarsi. … In Italia, grazie alle misure igieniche, all’attenzione posta dalla gente e sicuramente anche alle misure di immunoprofilassi, questa malattia è rara. La sua mortalità, comunque, non è irrilevante, perché varia dal 20% al 39% (quasi sempre causata dal fatto che il ferito non pone sufficiente attenzione alla ferita subita, …). La mortalità è risultata 135 volte maggiore nei Paesi in via di sviluppo rispetto i Paesi industrializzati a causa delle scarse condizioni igieniche.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino del tetano è costituito dall’ anatossina tetanica inattivata con formaldeide e adsorbita su idrossido o fosfato di alluminio. Analogamente al vaccino antidifterico, anche quello antitetanico contiene un sale di mercurio (thimerosal) aggiunto come conservante. Tra gli effetti indesiderati più gravi causati dal vaccino, vengono segnalati casi di shock anafilattico, neuropatia periferica paralitica e gravi reazioni di necrolisi epidermica. Per tali motivi, la continuazione della vaccinazione è controindicata in soggetti con storia di reazione neurologica o da ipersensibilità dopo la prima dose o dopo un richiamo. Nel neonato, il vaccino viene somministrato in 3 dosi (di solito insieme a quello antidifterico) ai tempi 0, dopo 6-8 settimane e dopo altri 6-12 mesi. Dato che l’immunità dura almeno 10 anni (secondo alcuni Autori è anche superiore), il primo richiamo successivo alla 3a dose va somministrato dopo 10 anni e può essere ripetuto con questo intervallo per tutta la vita. Come viene fatto anche per il vaccino antidifterico, la quantità di anatossina antitetanica pediatrica contenuta nel vaccino è più elevata di quella contenuta nel vaccino dell’adulto.

Un dato significativo che sta emergendo in questi ultimi anni è il riscontro ematochimico della presenza di un significativo titolo anticorpale (in quantità sufficiente per dare una protezione immunitaria contro il tetano) anche in bambini o adulti che non sono mai stati vaccinati. … Un altro dato importante viene espresso da uno studio condotto nel 1992 dove si dimostra che 3 gravi casi di tetano (uno di questi purtroppo è stato anche mortale) si sono manifestati in 3 soggetti che avevano regolarmente ricevuto il vaccino antitetanico e che avevano addirittura elevati titoli anticorpali. Uno di questi pazienti era stato addirittura iperimmunizzato per fargli produrre produrre immunoglobuline tetaniche commerciali. Due pazienti avevano ricevuto le vaccinazioni un anno prima della comparsa della malattia.

APPROFONDIMENTI 
Roberto Gava ed Eugenio Serravalle, due dei maggiori esperti in Italia sugli effetti delle vaccinazioni nella prima infanzia, spiegano ciò che c’è da sapere sul tetano .
Indicazioni, non indicazioni e controindicazioni della vaccinazione.

Ecco alcuni dei punti importanti:

Il germe del tetano non si trova in nessun oggetto appuntito o arrugginito ma è più probabile trovarlo in oggetti o terreni che sono stati a contatto con il letame di mucche e cavalli (l’habitat della spora tetanica), quindi in pochissimi luoghi, almeno nei Paesi Occidentali. Si legge infatti nello studio epidemiologico sul tetano in Italia – pubblicato sul Bollettino epidemiologico nazionale nel marzo 2002 e realizzato dall’Iss e dal Programma di formazione europeo di epidemiologia di campo (Epiet) – che “Il tetano è una malattia infettiva acuta, la cui sintomatologia è provocata dall’azione dell’esotossina prodotta durante la proliferazione di Clostridium tetani, ampiamente distribuito nelle feci degli erbivori” (soprattutto dei cavalli).
Il bacillo del tetano non è un germe di per se stesso pericoloso, ma è pericolosa la tossina che produce e che non viene prodotta in presenza di ossigeno. Ecco perché la prima terapia antitetanica è il corretto trattamento delle ferite, è un bacillo che si sviluppa solo in ambiente anaerobio. Quindi basta quasi sempre lavare la ferita tenendola aperta e disinfettandola con acqua ossigenata, estraendo ovviamente l’oggetto appuntito.
E’ una malattia da 20 anni ormai rarissima nel nostro Paese e guaribile nell’80-90% dei casi.
Colpisce quasi esclusivamente anziani (99%) e altre persone con sistema immunitario fortemente indebolito.
Il calo della malattia tetanica avvenuto in questi ultimi decenni non pare essere stato influenzato molto dal vaccino, ma specialmente dalle migliorate condizioni igienico-sanitarie della popolazione e dai più efficaci interventi di pronto soccorso in caso di ferite a rischio.
La vaccinazione non garantisce affatto la protezione assoluta e inoltre, quando e se la dà, lo fa solo per qualche anno. Questo significa che per essere “sicuri” dovreste vaccinarvi tutta la vita ogni 3-5 anni.
Nel campo della protezione immunologica c’è ancora molta strada da fare, non è stato affatto dimostrato inequivocabilmente che anticorpi elevati nel sangue per un determinato microbo significhino protezione dalla malattia che questo potrebbe provocare. Gli stessi cavalli superimmunizzati da cui si produce il siero antitetanico spesso muoiono di tetano! Esistono Stati in cui una persona non ha nessun anticorpo e non si ammala e Stati in cui si hanno anticorpi specifici e ci si ammala comunque. Questo significa che produzione di anticorpi non significa affatto protezione dalla malattia e viceversa.
La letteratura scientifica fornisce molti dati sulla presenza di un’adeguata immunità naturale contro il tetano; cioè molti soggetti, anche bambini piccoli, presentano una quantità protettiva di anticorpi antitetanici pur non essendo mai stati vaccinati.
Se proprio si volesse vaccinare, prima di una vaccinazione antitetanica, allo scopo di evitare i gravi pericoli dell’iperimmunizzazione che apre la strada ad una moltitudine di danni da vaccino antitetanico, si consiglia il dosaggio degli anticorpi plasmatici contro il tetano. Tuttavia Il nostro Ministero della Salute ha stabilito che va considerato come protettivo un tasso plasmatico dieci volte maggiore a quello proposto dagli studi scientifici internazionali (superiore a 0,1 UI/ml invece di 0,01 UI/ml), in questo modo risultano non protetti anche molti soggetti adeguatamente protetti.
Il TETANO non è una malattia infettiva. NON si può trasmettere da una persona all’altra.
Per ridurre il pericolo di reazioni gravi alla vaccinazione antitetanica il vaccino è stato notevolmente diluito, rendendolo clinicamente inefficace. Nonostante ciò le complicazioni possibili dopo l’inoculazione sono le seguenti: febbre elevata, dolori, formazione ricorrente di ascessi, danni al nervo dell’orecchio interno, neuropatia demielinativa (demielinizzazione condizione degenerativa del sistema nervoso), shock anafilattico e perdita di coscienza.
Tuttavia, allo stato dei fatti In Italia, la vaccinazione antitetanica è stata resa obbligatoria dal 1938 per i militari, dal 1963 per i bambini nel 2° anno di vita e per alcune categorie professionali considerate più esposte a rischio di infezione (lavoratori agricoli, allevatori di bestiame, ecc.). Dal 1968 la somministrazione è stata anticipata al 1° anno di vita e il calendario vaccinale vigente prevede la somministrazione di tre dosi al 3°, 5° e 11°-12° mese di età (vedi calendario vaccinale del Ministero della Salute).
Per scaricare il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014 clicca qui.

Al ciclo di base fanno seguito due dosi di richiamo, rispettivamente al 5°-6° anno di vita e fra gli 11 e i 15 anni; ulteriori dosi di richiamo sono raccomandate a cadenza decennale. A livello nazionale le coperture vaccinali entro 2 anni di età sono molto elevate benché ad oggi, in Italia, i casi di tetano sono nell’ordine delle 90 unità all’anno, di cui l’85% sopra i cinquant’anni. Queste cifre sottolineano l’inopportunità di milioni di dosi di vaccino iniettate su neonati, sui quali il pericolo di tetano ha valenza zero.
A questo proposito, vedasi la tabella allegata alla ricerca epidemiologica del 2002 di cui sopra in cui sono specificati il Numero di casi e tassi d’incidenza per 100.000 abitanti di tetano per classi d’età, sesso e decenni di notifica, Italia, 1971-2000.

E’ evidente come i casi aumentino con l’avanzare dell’età. A confermare questo dato, un altro documento importante, il Report 2008 dell’European CDC, l’Annual epidemiological report on communicable diseas in Europe 2008 che, a pag. 276 riporta: “il Tetano è un’infezione che riguarda classicamente l’età avanzata (Tetanus occurs classically in older individuals with waning immunity)”.

Ma il dato più sconvolgente è che negli anni 2001-2006 dai dati dell’ISS, un’incidenza dell’infezione da tetano nella popolazione prevalentemente non vaccinata è pari a 2,5 casi per milione (263 casi su 106 milioni di soggetti non vaccinati): http://www.epicentro.iss.it/problemi/tetano/epid.asp. Invece il rischio di vita o invalidità permanente, così come riportato dal rapporto dell’ISS Sorveglianza post-marketing delle vaccinazioni nei primi due anni di vita (1999-2004) é 3,7 su 1 milione.

In conclusione il caso del tetano è una chiara dimostrazione di come le politiche sanitarie che riguardano le vaccinazioni non tengono in considerazione proprio quei dati e quelle statistiche che i servizi informativi ed epidemiologici forniscono, ma sostengono solo la difesa inconsulta e insensata degli interessi, culturali ed economici, di quanti operano in questo settore.


La malattia “MORBILLO”

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Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa causata da un virus a RNA del genere Morbillivirus (famiglia deiParamixovidae) che si trasmette attraverso le prime vie respiratorie e, dopo una incubazione di 10-14 giorni, si manifesta con fenomeni catarrali e un tipico esantema. I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, rinorrea, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti color rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni e scompare a cominciare dal collo; a volte rimane una desquamazione per qualche giorno. I neonati sono di solito protetti dagli anticorpi ricevuti dalla madre almeno fino al primo anno di vita, se la madre ha precedentemente avuto il morbillo in modo naturale, mentre i neonati di mamme vaccinate possono ammalarsi più facilmente di morbillo.

La malattia naturale fornisce un’immunità che dura tutta la vita. Il morbillo, in popolazioni esposte al contagio, non è assolutamente da considerarsi una malattia grave e la cura consiste nel lasciare che la malattia segua il suo corso.

Le complicazioni della malattia naturale sono relativamente rare e sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefalite. Le gravi complicanze neurologiche (encefalite acuta, panencefalite subacuta sclerosante, sclerosi multipla, ritardo mentale, sordità) si riscontrano quasi sempre nei bambini malnutriti o nelle persone immunodepresse o debilitate da malattie già in atto (sia acute che croniche), come è accaduto nei decenni passati, specialmente nel periodo bellico. Inoltre, va detto che il morbillo in realtà è una malattia virale che può essere efficacemente combattuta da un organismo in buone condizioni generali. L’incidenza dell’encefalite è di un evento su 2000 casi di morbillo e l’incidenza della panencefalite è di 1-5 casi ogni milione. La mortalità delle encefaliti post-morbillose è del 5%, quindi un bambino ogni 10.000 può morire di complicanze.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino antimorbilloso è formato da virus vivi attenuati che forniscono una protezione limitata nel tempo (forse 8-10 anni; i più ottimisti pensano anche 15 anni). La malattia naturale, invece, lascia un’immunità permanente. La vaccinazione può causare encefalite/encefalopatia o morte e si è sempre detto che accade con una frequenza circa 500-1000 volte inferiore rispetto i soggetti colpiti dalla malattia naturale, perché si è sempre parlato di 1-2 casi ogni milione di dosi.

Recentemente, però, la letteratura fornisce incidenze molto più elevate. Ad esempio, in uno studio pubblicato sul The Lancetnel 1993 è stato indicato che l’incidenza della meningite asettica è di 1 caso ogni 11.000 vaccinazioni e uno studio giapponese del 1996 (che è lo studio più accurato in letteratura perché si è basato su dati di farmacovigilanza attiva e ha coinvolto un elevatissimo numero di pediatri) ha dato stime di 0,7 casi ogni 1000 vaccinati. Quindi, pare che le encefaliti/meningiti da vaccino abbiano una incidenza del tutto sovrapponibile a quelle causate dal morbillo naturale. Oltre a questo, è però noto che il pericolo ancora più frequente del vaccino dovrebbe essere quello di causare patologie autoimmunitarie a breve o a lunga comparsa (e quindi anche nell’età adulta), ma gli studi condotti si fermano a poche settimane dal vaccino e pertanto non ci sveleranno mai i danni tardivi di questa vaccinazione. Oltre ad effetti indesiderati lievi, questo vaccino può causare casi, sicuramente meno frequenti ma per questo non trascurabili, di convulsioni (0,01-1%), incapacità di coordinamento, incapacità di apprendimento, ritardi nello sviluppo, meningite asettica, attacchi apoplettici, emiparesi, piastrinopenia, autismo e altre patologie rare, addirittura con alcuni casi di morte. Inoltre, si sta indagando sulla possibile relazione tra il vaccino e la sclerosi multipla, la sindrome di Rye, la sindrome di Guillain-Barrè, alcune patologie a carico della coagulazione del sangue e il diabete mellito insulino-dipendente di I tipo.

Dato che il vaccino viene prodotto in colture di cellule di embrioni di pollo, la vaccinazione è controindicata in soggetti allergici all’uovo. È controindicata anche nei soggetti allergici alla neomicina, perché questo antibiotico viene aggiunto nella fiala del vaccino come conservante. Contenendo un virus attenuato, la vaccinazione è controindicata pure in bambini immunodepressi.Questo vaccino, che è generalmente consigliato in associazione al vaccino antiparotitico e antirosolia (vaccino trivalente MPR), viene somministrato per via sottocutanea (parte alta del braccio) in 2 dosi: a 13-15 mesi di vita e poi con un richiamo a 5-15 anni perché si è visto che la copertura della vaccinazione ha una durata media di circa 10-12 anni. Negli USA, dove una grande campagna pubblicitaria ha favorito la vaccinazione di massa dal 1963, vengono continuamente segnalate epidemie di morbillo tra coloro che sono stati vaccinati e, nel 1984, il 58% dei casi di morbillo tra bambini in età scolare avvenne proprio tra i vaccinati (ciò testimonia anche la scarsa durata nel tempo della protezione offerta dalla vaccinazione).Nei Paesi, come il nostro, in cui la vaccinazione antimorbillosa è molto praticata, si sta assistendo già da vari anni ad un calo dei casi di morbillo nei bambini di 3-6 anni, mentre c’è stato un netto aumento della patologia negli adolescenti o, peggio ancora, nei giovani adulti. In questi casi, però, il rischio di complicanze, comprese la poliomielite e le encefalopatie, sono nettamente più frequenti di quelle che si manifestano in età pediatrica.


La malattia “ROSOLIA”

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La rosolia è una malattia molto comune e lieve che colpisce l’infanzia, anche se oggi la frequenza maggiore si è spostata verso l’età di 10-14 anni. Le complicazioni sono molto rare e costituite in genere dalla trombocitopenia con porpora, da artriti, da artralgie e dall’encefalite. Il maggior pericolo di questa malattia, però, è la rosolia congenita che può colpire il feto quando la madre viene contagiata nei primi 3-4 mesi di gravidanza. Il senso di questa vaccinazione, quindi, non è quello di evitare la rosolia nel bambino, ma di evitare la rosolia congenita nel feto. Va anche detto, però, che la vaccinazione non fornisce una copertura totale e quindi non elimina completamente il rischio di rosolia congenita nel bambino.1 Inoltre, la malattia naturale offre una protezione che dura tutta la vita, mentre la vaccinazione infantile, secondo alcuni Autori, presenta una recidiva di malattia da adulti nel 50% dei casi.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino è costituito da un virus vivo attenuato (ceppo RA-27/3) preparato da colture di cellule diploidi umane con aggiunta di neomicina (attenzione alla possibile allergia a questo antibiotico). Proprio perché contiene un virus vivo attenuato, il vaccino è controindicato in bambini immunodepressi. Per quanto riguarda la relazione tra vaccinazione antirosolia e gravidanza, alla luce dei rilievi epidemiologici pubblicati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta dal 1979 e di quelli pubblicati da Inghilterra e Germania, l’Immunization Practices Advisory Committee ha concluso che:

la gravidanza rimane sempre una controindicazione alla vaccinazione antirosolia per il rischio di sindrome rubeoliforme congenita; comunque – la vaccinazione antirosolia eseguita accidentalmente durante la gravidanza non è una ragionevole indicazione all’aborto volontario.

I maschi non dovrebbero essere vaccinati, perché non corrono alcun rischio reale, ma la vaccinazione viene ugualmente consigliata allo scopo di evitare la diffusione della malattia e pertanto per ridurre il rischio di infezione per le gravide non immuni. In questo modo, però, essi incappano nei danni del vaccino senza aver alcun vantaggio reale e le femmine che vengono vaccinate, oltre ai danni del vaccino, hanno il rischio di perdere l’immunità da grandi, proprio quando la protezione dovrebbe proteggerle in caso di un’eventuale gravidanza. È vero che da grandi si può ripetere la vaccinazione, ma allora si aumenta il rischio di avere reazioni avverse al vaccino. Alla fine, alcuni Autori si chiedono se non era forse meglio la condizione pre-vaccinale in cui, dato che l’infezione era molto diffusa e i bambini si ammalavano anche senza saperlo sviluppando semplicemente una sintomatologia simil-influenzale, bastava sottoporre le ragazze in età pre-matrimoniale ad un dosaggio specifico degli anticorpi plasmatici e vaccinare in quel periodo solo quelle che non risultavano essersi ancora spontaneamente immunizzate. In quel modo si sarebbero ridotte le vaccinazioni e quindi anche i danni da vaccino, si sarebbe stati certi di proteggere tutte le donne in età fertile e non si avrebbero fatto correre rischi inutili ai maschi. Questo vaccino, che è consigliato in associazione al vaccino antiparotitico e antimorbilloso (vaccino trivalente MPR), viene somministrato per via sottocutanea (parte alta del braccio) in 2 dosi: a 13-15 mesi di vita e poi con un richiamo a 5-15 anni, perché si è visto che la copertura della vaccinazione ha una durata media di circa 12-15 anni.


La malattia “PAROTITE”

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La parotite è una malattia causata da un virus che si diffonde di solito attraverso la saliva e può infettare molte parti del corpo, soprattutto le ghiandole salivari parotidi. Le ghiandole salivari parotidi, che producono la saliva per la bocca, si trovano verso la parte posteriore di ogni guancia, nella zona tra l’orecchio e la mascella. In caso di parotite di solito queste ghiandole si gonfiano e diventano dolorose.

Segni e sintomi
Casi di parotite possono iniziare con una febbre fino a 39.5° C, così come con un mal di testa e perdita di appetito. Le ben note caratteristiche della parotite sono il gonfiore e il dolore delle ghiandole parotidi. Per un periodo, che di solito va dal giorno ai 3 giorni, le ghiandole diventano sempre più gonfie e doloranti. Il dolore peggiora quando il bambino inghiotte, parla, mastica,  beve succhi di frutta o bevande acide (come il succo d’arancia).
In rari casi, la parotite attaccherà altri gruppi di ghiandole salivari invece delle parotidi. In questo caso, il gonfiore può essere osservato sotto la lingua, sotto la mandibola, o lungo tutto il tratto fino alla parte anteriore del torace.
La parotite può causare infiammazione e gonfiore del cervello e di altri organi, anche se questo non è comune. L’encefalite (infiammazione del cervello) e la meningite (infiammazione del rivestimento del cervello e del midollo spinale) sono entrambe complicazioni rare della parotite. I sintomi compaiono nella prima settimana dopo che le ghiandole parotidi hanno iniziato a gonfiarsi e possono comprendere: febbre alta, rigidità del collo, mal di testa, nausea e vomito, sonnolenza, convulsioni, e altri segni di coinvolgimento cerebrale. La parotite negli adolescenti e negli adulti maschi può anche provocare lo sviluppo di orchite, l’infiammazione dei testicoli. Di solito da 7 a 10 giorni dopo che le parotidi si sono gonfiate un testicolo diventa gonfio e dolente. Tutto ciò è accompagnato da febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e dolore addominale che a volte, se è interessato il testicolo destro, può essere scambiata per appendicite. Dopo 3-7 giorni il dolore ai testicoli e il gonfiore diminuiscono, di solito contemporaneamente al calo della febbre. In alcuni casi sono coinvolti entrambi i testicoli. Anche con il coinvolgimento di entrambi i testicoli, la sterilità è solo una complicazione rara dell’orchite.


La malattia “VARICELLA”

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Il virus della varicella (conosciuto come alpha Herpes-virus 3), essendo identico a quello dell’Herpes zoster, viene chiamato virus della Varicella-Zoster (VZV). Il virus viene trasmesso da una persona con infezione da varicella o da Herpes zoster a seguito di contatto diretto con soggetti suscettibili: per via aerea attraverso secrezioni respiratorie oppure tramite il fluido contenuto nelle vescicole per contatto o per inalazione. La varicella, che è una malattia molto contagiosa, ha un’incubazione di 11-21 giorni e poi si manifesta con febbre non molto elevata, malessere generale e un tipico esantema caratterizzato da piccole papule rosa che appaiono ad ondate successive per 3-4 giorni sia sulla cute che sulle mucose. Le papule sono molto pruriginose e poi evolvono in vescicole, pustole e croste destinate a cadere. Le vescicole della varicella sono monoloculari e collassano in seguito a puntura.

La malattia non è preceduta da alcun segno premonitore. Comincia con un po’ di febbre, sui 38°C (ma non sempre c’è la febbre), e con un’eruzione cutanea che all’inizio compare sulla pelle del viso, fra i capelli, sul tronco e sui genitali, interessando invece meno le braccia e le gambe. L’eruzione colpisce frequentemente anche le mucose della bocca. Le macchie sono rosse e variano dalle dimensioni di una capocchia di spillo a quella di una lenticchia e poi si trasformano in vescichette. Queste a loro volta si rompono ricoprendosi di una crosta e si essicano. Nel frattempo, e per circa 3-4 giorni dall’inizio della malattia, si formano nuove macchie che vanno incontro alla stessa evoluzione. Le vescicole possono essere poche decine o diverse centinaia e sono distribuite senza regolarità. L’eruzione crea spesso un notevole prurito che si può cercare di alleviare.

Il periodo di contagio va da 5 giorni prima a non più di 5 giorni dopo la comparsa della prima gittata di vescicole e può essere prolungato in caso di soggetti con alterazione dell’immunocompetenza o sottoposti ad immunoprofilassi passiva. Nei climi temperati la varicella è una malattia solitamente benigna che colpisce per lo più bambini al di sotto dei 10 anni. La complicazione più frequente della varicella è l’infezione delle vescicole, provocata in genere dal fatto che il bambino si gratta con le mani sporche. Molto rare, invece, sono le complicazioni che in genere seguono le forme più gravi di varicella che interessano gli adulti.

In genere, le manifestazioni esantematiche estese e le complicazioni della varicella sono rare nei bambini, mentre sono di gran lunga più frequenti tra gli adolescenti e gli adulti e nei soggetti molto immunodepressi (…). Pertanto, sarebbe consigliabile ammalarsi di varicella da piccoli, perché in età adulta la malattia diventa più fastidiosa e con maggiori e più frequenti complicazioni. Proprio per questo motivo bisogna fare attenzione affinché la vaccinazione in età pediatrica non sposti la varicella nelle età successive, come alcuni Autori hanno ipotizzato. Se la varicella viene contratta all’inizio di una gravidanza, può causare malformazioni fetali (lesioni oculari, alterazioni degli arti e ritardo mentale), mentre se viene contratta negli ultimi giorni della gravidanza potrebbe anche causare una forma grave di varicella sia nella madre che nel neonato. La malattia naturale lascia un’immunità di lunga durata, ma la riattivazione del virus è sempre possibile e, nel caso accada, non si parla più di varicella ma di Herpes zoster. Infatti, nel 10-20% dei casi la varicella è seguita a distanza di anni dall’Herpes zoster (“Fuoco di Sant’Antonio”), una manifestazione locale della riattivazione del VZV rimasto latente nei gangli sensitivi dei nervi dorsali o nel ganglio stellato, stazioni che il virus invade nel corso dell’infezione primaria. Le cause scatenanti la riattivazione non sono state chiarite, tuttavia è noto che queste sono più frequenti negli anziani o nei pazienti con deficit acquisiti o congeniti dell’immunità cellulare. In corso di Herpes zoster, le vescicole sono limitate al distretto cutaneo innervato dalla corrispondente radice nervosa e sono accompagnate da dolore e parestesie. L’infezione da questo virus può essere trasmessa da persone con Herpes zoster, in seguito a contatto con le vescicole, ma in genere l’Herpes zoster presenta un basso livello di trasmissibilità.


Il vaccino   vaccino

Recentemente viene proposta la vaccinazione antivaricella, ma la sua innocuità ed efficacia sono ancora da accertare con precisione. Dato che la varicella sta colpendo percentuali sempre crescenti di adulti (e meno di bambini), l’obiettivo della vaccinazione in età pediatrica sarebbe quello di seguire il consiglio che proviene da alcuni modelli matematici che suggerirebbero che “una copertura dell’80% in età infantile sarebbe necessaria per evitare gli effetti avversi conseguenti allo spostamento della malattia verso l’età adulta”. I virus usati per produrre il vaccino vengono coltivati in cellule diploidi umane (sono cellule rese artificialmente cancerose); il vaccino è costituito dal virus vivo attenuato ottenuto a partire dal ceppo selvaggio OKA ed è associato a tracce di neomicina (che ne controindica l’uso in soggetti allergici a questo antibiotico) e gelatina. Molti medici ritengono che questa vaccinazione sia una profilassi eccessiva rispetto ai reali pericoli di questa malattia e la accettano eventualmente solo per i soggetti immunodepressi ad elevato rischio. … Secondo il Ministero della Salute, questa vaccinazione va somministrata ai soggetti che hanno un rischio specifico correlato a patologie preesistenti o a particolari condizioni di lavoro.

Negli adolescenti e negli adulti, il valore predittivo positivo del ricordo anamnestico è molto elevato (96-99%); pertanto, il ricordo di varicella è adeguato ad identificare gli individui già immuni, che non devono essere vaccinati. Secondo il Ministero della Salute, il vaccino antivaricella è invece controindicato in molte condizioni patologiche.

La vaccinazione contro la varicella va eseguita con cautela nei contatti familiari di persone immunocompromesse, in quanto queste ultime possono essere esposte a rischio di contagio. Si raccomanda di non somministrare salicilati per 6 settimane dopo la vaccinazione in quanto non è del tutto chiarita la relazione tra la vaccinazione, l’assunzione di salicilati e la sindrome di Reye (…). Per quanto riguarda il numero di dosi da somministrare, nella fascia di età 1-12 anni andrebbe data una sola dose di vaccino per via sottocutanea ai bambini sani che non abbiano ancora contratto la malattia. Gli adolescenti sani dopo il 12° anno di vita e gli adulti, invece, dovrebbero ricevere due dosi a distanza di 4-8 settimane. … Questi dosaggi dovrebbero essere sufficienti a conferire un’immunità di incerta durata (pare si aggiri sui 5-10 anni). A tale proposito, il Ministero della Salute dice che qualora a distanza di tempo (tra 5-10 anni) venisse messo in evidenza un marcato abbassamento del titolo anticorpale indotto dalla vaccinazione, sarebbe indicata la rivaccinazione.


La malattia “PERTOSSE”

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La pertosse è una malattia infettiva causata da un batterio (Bordetella pertussis) che si trasmette per via aerea e si manifesta con epidemie ogni 3-4 anni; ha un’incubazione di 7-10 giorni ed è caratterizzata da forti attacchi di tosse che si presentano prevalentemente in età prescolastica (solo nel 10% dei casi in età neonatale). I primi sintomi sono quelli del raffreddore, con malessere, astenia, febbricola, starnuti e tosse, specie notturna. Questi disturbi durano in genere 1-2 settimane e poi compaiono i tipici attacchi di tosse, per i quali la malattia è conosciuta anche come tosse “cattiva” o “convulsa” o “asinina” o “canina”.

Ogni attacco è costituito da una serie di colpi di tosse rapidi e soffocanti che rendono difficoltosa la respirazione e terminano con il caratteristico urlo inspiratorio; spesso l’attacco causa il vomito.Questa fase della malattia dura circa 4-6 settimane ed è seguita da una convalescenza di qualche settimana in cui gli attacchi di tosse sono sempre meno frequenti e intensi, finché spariscono.L’evoluzione della pertosse è quasi sempre favorevole, anche se sono possibili alcune complicanze come: laringite, tonsillite, convulsioni e raramente una vera asfissia. La malattia può essere temibile nel primo anno di vita (in cui però è rara), perché il neonato e il lattante, avendo più difficoltà ad espellere il catarro tracheo-bronchiale, possono avere vere e proprie crisi di soffocamento che, in rari casi, possono portare ad una inadeguata ossigenazione cerebrale con conseguenti convulsioni su base ipossica (durante questa fase sono stati registrati anche dei casi con danni cerebrali).La pertosse risponde alla terapia antibiotica con eritromicina, ma solo se il trattamento viene iniziato il prima possibile, altrimenti la risposta è scarsa o assente.


Il vaccino   vaccino

Il vaccino antipertossico viene associato a quello antidifterico e antitetanico (è la famosa vaccinazione trivalente DTP). …Dato che questa vaccinazione può causare danni neurologici anche gravi, la commissione americana Immunization Practices Advisory Committee (ACIP), la considera controindicata in caso di:

– storia personale positiva per convulsioni; – disordini neurologici evolutivi (specie se questi diventano evolutivi dopo la prima dose di vaccino); – ipersensibilità ai componenti del vaccino; – anamnesi positiva per gravi reazioni dopo la prima dose di vaccino.

Dal 1993 è poi disponibile anche un vaccino realizzato da tecniche di ingegneria genetica che riproducono gli antigeni immunostimolanti del batterio, ma questo vaccino è stato commercializzato senza sufficienti studi che ne garantissero l’innocuità.

La pertosse è una malattia batterica altamente contagiosa che, proprio perché è una malattia di mucosa e non sistemica, non fornisce una immunità di lunga durata; è però noto che, come per tutte le infezioni, l’immunità si prolunga enormemente se l’individuo viene ogni tanto in contatto con qualche batterio della pertosse. La vaccinazione, invece, non conferisce né un’immunità completa né duratura (studi recenti indicano che la protezione è dell’80% dopo 3 anni e del 10% dopo 12 anni dalla vaccinazione). Gli adolescenti e gli adulti, pertanto, si possono ammalare indipendentemente che siano già stati vaccinati o meno. Per evitare questo evento e per mantenere elevati i tassi di copertura vaccinale, il Ministero della Salute sta pensando di proporre periodiche rivaccinazioni a tutti gli adolescenti e agli adulti che hanno già ricevuto il vaccino in passato. Il vaccino viene somministrato in 4 dosi: ai tempi 0, dopo 6-8 settimane, dopo altri 6-12 mesi e dopo altri 4-5 anni.


La malattia “MENINGITE” E RELATIVO VACCINO

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 Incutere la paura. Seminare il panico. Diffondere il terrore. È questo l’atteggiamento comune quando si parla di malattie infettive. Oggi su tutte le prime pagine c’è la meningite, ieri l’influenza aviaria o la SARS. Ci assicurano che siamo nella attesa di una nuova pandemia mondiale che causerà milioni di vittime.

La meningite è la peste del 2000. Ma, se la peste è scomparsa senza l’ausilio di alcun vaccino, oggi l’industria farmaceutica offre più vaccinazioni per difenderci da questa nuova calamità. Sull’onda dell’emozione suscitata dai recenti casi verificatisi in Veneto si pensa di offrire gratuitamente le vaccinazioni contro pneumococco e meningococco C a tutti i bambini, aggiungendole quindi alla vaccinazione antihaemophilus B contenuta nella esavalente. Col risultato che un bambino di 15 mesi potrebbe essere sottoposto, con i vari richiami, a ben 29 vaccinazioni, considerando che sono consigliate, oltre all’esavalente, anche le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia, varicella ed influenza. Nessuno può sapere quali alterazioni del fragile equilibrio immunitario di un bambino si possano verificare nel volgere degli anni dopo un’esposizione così precoce, massiccia e ripetuta. Semplicemente, non si hanno dati scientifici certi. La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi).
La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di una decina di giorni. I batteri più spesso responsabili sono: Neisseria meningitidis (meningococco): è un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Esiste un consistente numero di soggetti nella popolazione che presenta questo batterio nel rinofaringe.
Dal 2 al 30% dei bambini sani, in periodo non epidemico sono portatori a sintomatici, e questa presenza non è correlata a un aumentato rischio di meningite o altre malattie gravi. In confronto ai portatori sani, il numero di casi di malattia è molto piccolo, e non sono noti i fattori che scatenano la malattia conclamata. Sono stati identificati 13 diversi sierogruppi, ma sono 5 (denominati A, B, C, W135 e Y) quelli che causano meningite e altre malattie gravi; i sierogruppi B e il C sono i più frequenti in Europa. La trasmissione avviene per via respiratoria, i pazienti sono infettivi per circa 24 ore dall’inizio della terapia, con un periodo di incubazione di 1-10 giorni. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore. Lo Streptococco (pneumococco): può essere responsabile di otite, polmonite, sepsi, oltre che meningite. Si riconoscono fino ad oggi 90 sierotipi diversi. Haemophilus influenzae (haemophilus): può determinare infezioni asintomatiche o sintomatiche delle vie aeree superiori e inferiori. Raramente è responsabile di malattie invasive, quali quelle a carico delle meningi. In questo caso spesso c’è il tipo B. Ma qualsiasi altro batterio può provocare una meningite. Anche i funghi possono esserne responsabili, soprattutto nelle persone affette da immunodeficienza. Infine, la meningite può derivare anche da forme allergiche, da qualche tipo di cancro e da malattie infiammatorie come ad esempio il lupus. La meningite batterica può insorgere in modo improvviso, accompagnata da febbre molto alta, mal di testa acuto e vomito. L’infiammazione provoca un accumulo di cellule infiammatorie nel liquor cerebrospinale, quindi un aumento della pressione all’interno del canale spinale e della scatola cranica. La diagnosi si effettua con un’analisi del contenuto del liquor (puntura lombare) e con una coltura batterica.
Un intervento tempestivo può costituire l’unica possibilità per salvare la persona malata. Nei paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico e non dà frequentemente luogo a importanti focolai epidemici. Secondo i CdC americani l’incidenza della meningite nel mondo è di 0,5-5 casi per 100 mila persone. Dagli anni ’80 esiste nel nostro paese un sistema di notifica obbligatorio e un sistema di sorveglianza speciale avviato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) all’interno del quale sono raccolti i dati sulla presentazione clinica della malattia invasiva da N. meningitidis e sull’agente identificato.
All’Iss si provvede anche alla completa caratterizzazione degli stipiti batterici di Neisseria meningitidis isolati nei pazienti. I dati definitivi pubblici fanno riferimento al 2005, anno in cui sono state registrate 1034 segnalazioni. Il patogeno più frequentemente identificato è stato lo pneumococco (291 casi) seguito da meningococco (324) e da haemophilus influenzae (30). Abbiamo visto che sono numerosi i tipi di pneumococco, differenti in base alla composizione della capsula polisaccaridica che li riveste. La maggior parte dei casi di malattia è dovuta ad uno dei 23 tipi capsulari più comuni. Questa variabilità è alla base della difficoltà di messa a punto ed utilizzazione di vaccini efficienti. Inoltre, il polisaccaride della capsula ha un potere scarsamente immunogenico per i bambini sotto i due anni di età. Il vaccino pneumococcico per gli adulti contiene 23 polisaccaridi capsulari, quello per i bambini ne contiene 7. L’età media dei casi di meningite da pneumococco è maggiore rispetto a quella dei casi da meningococco e da haemophilus: 33 casi nella fascia 1-14 anni; 230 in quella 25->64 anni. L’incidenza della meningite da meningococco nel nostro paese è minore rispetto al resto d’Europa. La malattia si presenta con forte stagionalità, con picchi in inverno e primavera. Nella fascia di età 1-14 anni vi sono stati 112 casi, 152 nelle fasce 15-64 anni. La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003), tuttavia recentemente si osserva un incremento dei casi da sierogruppo C. Le infezione da Meningococco C sono state 115, quelle da sierotipo B 93 nel 2005. Dei 30 casi di meningite da Haemophilus influenzae del 2005, 6 sono stati segnalati nella popolazione da 1 a 14 anni, 20 in quella 15-64. Non può quindi esistere un vaccino contro la meningite, non esistono armi per combattere tutte le meningiti, i vaccini esistenti consentono di procurare anticorpi solo contro una piccola parte di queste infezioni. Sono presenti in commercio tre vaccini (antimeningococco C, antipneumococco, antihaemophilus influenzae B) che forniscono protezione solo per alcuni sierotipi di questi batteri. Ad esempio non c’è protezione contro il meningococco di tipo B, dato che la vaccinazione è rivolta solo per i tipo C. Il vaccino antipneumococco induce protezione contro 7 sierotipi mentre sono più di 25 i tipi più frequentemente rappresentati. Nel 2004 su 34 casi totali di infezione da Haemophilus solo otto casi erano dovuti al tipo per il quale esiste il vaccino. La durata della protezione vaccinale non è ancora stata definita: alcuni studi hanno dimostrato che dopo quattro anni si riscontrano ancora anticorpi contro il meningococco C. E dopo? Non si sa ancora se dopo 5, 6 o 10 anni i bambini saranno ancora protetti. È poi importante valutare l’efficacia, cioè sapere quanti, precedentemente vaccinati, hanno sviluppato la malattia. Esiste infine un altro grosso problema che riguarda il vaccino antipneumococco.
La somministrazione di massa ai bambini del vaccino in uso (attivo per 7 sierotipi) sta provocando un preoccupante fenomeno: l’aumento di incidenza di infezioni provocate dagli altri sierotipi (cioè di quelli non contenuti nel vaccino), l’insorgenza di infezioni provocate da sierotipi diversi, precedentemente non segnalati, e la maggiore diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici, soprattutto la penicillina, con inevitabili conseguenze negative sulla possibilità ed efficacia terapeutica. L’utilizzo massiccio di questa vaccinazione contro 7 ceppi fa sì che aumenti la virulenza degli altri per diventare dominanti. Anche per il vaccino antimeningococco di tipo C si sono creati problemi analoghi. In Scozia, dopo l’introduzione estesa del vaccino contro il tipo C. si è registrato un aumento di morti causati dal meningococco di tipo B. È stato ipotizzato che introdurre massicciamente un vaccino contro un sierotipo, possa indurre la proliferazione e la maggiore aggressività degli altri sierotipi contro i quali non c’è vaccino. Un’evoluzione inattesa della vaccinazione di massa contro il meningococco di tipo C si è avuta anche in Spagna, dove, dopo estesa campagna vaccinale, è stata riscontrata la presenza di un tipo B molto virulento ed i ricercatori ipotizzano che possa essere derivato da una mutazione genetica del tipo C “vaccinabile”. Si afferma che la vaccinazione di massa contro l’haemophilus influenzae B sia capace di ridurre l’incidenza di meningite provocata da questo batterio.
Eppure in quei paesi come Olanda e Regno Unito che da qualche tempo eseguono questa pratica, dapprima si è avuta una diminuzione delle segnalazioni di malattia, ma qualche anno dopo, malgrado coperture molto alte, i casi hanno ricominciato ad aumentare anche in bambini correttamente vaccinati secondo lo schema vigente nel Regno Unito. Si ipotizza che il ripresentarsi di infezione invasive nonostante l’alta copertura vaccinale possa essere addebitato al fatto che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione si riducono o scompaiono nei bambini entro i primi cinque anni di vita. Ricordiamo infine che nessun vaccino è del tutto sicuro o sempre efficace, e che le reazioni avverse sono sempre presenti, come per qualsiasi altro farmaco. Consultando i dati del Vaers, Vaccine Adverse Event Reporting System, il sistema di vaccino vigilanza americano, ne abbiamo la conferma.

La rivista medica JAMA ha pubblicato le reazioni avverse riportate in USA durante i primi due anni (2000-2002) di utilizzo di massa del vaccino antipneumococcico eptavalente (quello in uso anche in Italia). Si tratta di oltre 4154 reazioni avverse presentate da bambini e adolescenti, con un’incidenza di 13,2 segnalazioni ogni 100.000 dosi distribuite. Le segnalazioni più frequenti riguardano: febbre, reazione nel punto di inoculo, pianto anomalo e prolungato, rash cutaneo, orticaria, dispnea, disturbi gastrointestinali, artrite pseudosettica. Reazioni gravi sono state segnalate nel 14,6%, con 117 morti e 34 casi di infezione invasiva da pneumococchi, che con alta probabilità denotano, l’inefficacia della vaccinazione per quei soggetti. Eventi immuno-mediati sono stati registrati nel 31,3% delle segnalazioni. 14 pazienti hanno presentato reazione anafilattica. Altri 14 pazienti hanno sviluppato trombocitopenia ed altri 6 malattia da siero. Nel 38% delle segnalazioni si sono avuti sintomi neurologici. Convulsioni sono state descritte in 393 segnalazioni. Tra gli effetti collaterali del vaccino antimeningococco C sono stati segnalati, oltre a febbre, mal di testa, orticaria, parestesia, tumefazione nella sede della puntura, sindrome di Guillane-Barré, anemia emolitica, encefalomielite acuta disseminata, porpora di Schonlein-Henoc e casi di meningite comparsi immediatamente dopo la somministrazione del vaccino e da questo causate. In realtà quello di cui abbiamo bisogno, quello che i giornali non dicono, quello che le istituzioni mediche spesso trascurano, è la creazione, anche per le vaccinazioni antimeningite, così come per tutti i vaccini, di un sistema di sorveglianza che valuti obiettivamente efficacia e sicurezza. I vaccini non sono esenti da rischi per gravi patologie e non si può confondere i doverosi programmi di sorveglianza post-commercializzazione con l’imperativo di proporre farmaci sicuri ed efficaci. Prima di proporre nuove vaccinazioni di massa per tutti i bambini, bisogna avere informazioni indipendenti ed obiettive sull’identificazione delle malattie e delle reazione avverse causate dai vaccini, valutazioni dell’incidenza dei gravi effetti collaterali provocati, monitoraggio della frequenza degli eventi avversi. Un motivo di più per cercare di capire se la vaccinazione sempre e in ogni caso possa avere un senso oppure no.

 

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La malattia “PNEUMOCOCCO”

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Lo Streptococcus pneumoniae (o Pneumococco) è un batterio molto diffuso che può essere presente nella gola e nel naso di bambini e adulti sani senza dare alcun segno di sé (ciò accade nel 40-60% dei bambini). Esistono circa 90 tipi diversi (sierotipi) di questo germe e alcuni di questi, di solito, sono chiamati in causa più frequentemente quando capita che, per abbassamento delle difese immunitarie dell’individuo, il germe provochi una patologia generalizzata (malattia “invasiva”).

In età pediatrica il Pneumococco può dare infezioni invasive (meningite e un’infezione sistemica) oppure localizzate (otite media acuta, sinusite, polmonite). Il bambino, soprattutto nei primi 2-3 anni di vita, risulta maggiormente esposto a tale infezione perché incapace di rispondere adeguatamente ad antigeni di natura polisaccaridica propri del germe.

Questo batterio è una delle principali cause di sepsi e di meningite. Secondo i dati resi pubblici dal nostro Ministero della Salute, ogni anno in Italia si verificano 30-40 casi di meningite da Pneumococco ogni 100.000 bambini di età inferiore a 5 anni. Le fasce di età a maggior rischio di malattia “invasiva” sono, in ordine decrescente di frequenza, gli adulti di 25-64 anni (circa 100 casi/anno), gli anziani sopra i 64 anni (circa 65 casi/anno) e i bambini di 0-4 anni (circa 37 casi/anno).


Il vaccino   vaccino

Esistono due tipi di vaccini ed entrambi sono composti solo da alcune parti del microrganismo e sono definiti multivalenti perché proteggono verso più sierotipi di Pneumococco:

– il vecchio vaccino antipneumococcico polisaccaridico (23-valente), che si somministra in dose singola per via intramuscolare o sottocutanea;

– il nuovo vaccino antipneumococcico coniugato (7-valente o eptavalente) che si somministra per via intramuscolare e il cui numero di inoculazioni varia in base all’età di inizio del ciclo vaccinale.

La vecchia vaccinazione preparata dai polisaccaridi capsulari di 23 tipi di Streptococcus pneumoniae poteva essere eseguita in tutti coloro che avevano più di 2 anni di vita. In particolare, veniva raccomandata agli anziani e a quanti erano ad alto rischio di ammalarsi di infezione pneumococcica (per esempio soggetti immunodepressi o affetti da sindrome nefrosica, asplenia o anemia falciforme).

Il nuovo vaccino coniugato contiene 7 sierotipi del batterio (4, 6B, 9V, 14, 18C, 19F e 23F) ed è destinato ai bambini molto piccoli, poiché il precedente vaccino con 23 sierotipi non era efficace in quella fascia di età.

Lo schema di vaccinazione pediatrica che viene proposto è il seguente:

– bambini da 3 a 6 mesivaccino antipneumococcico coniugato (4 dosi: 3 dosi con un intervallo di almeno un mese e con la prima dose somministrata generalmente al terzo mese di vita; una quarta dose è raccomandata durante il secondo anno di vita);

– bambini di 7-11 mesivaccino antipneumococcico coniugato (3 dosi: 2 dosi con un intervallo di almeno un mese; la terza dose è raccomandata durante il secondo anno di vita);

– bambini di 12-23 mesi: vaccino antipneumococcico coniugato (2 dosi con un intervallo di almeno due mesi);

– bambini sopra i 2 anni: vaccino antipneumococcico polisaccaridico (1 sola dose ad almeno 8 settimane dall’ultima dose del vaccino coniugato).

Nei 5 anni dalla prima vaccinazione con il vaccino polisaccaridico, sempre nei soggetti per i quali persistono le condizioni di alto rischio di infezione da Pneumococco, viene consigliata una rivaccinazione.

Dallo schema proposto si vede che tanto più il bambino è piccolo, tanto più numerose devono essere le dosi di vaccino a causa dell’immaturità del sistema immunitario neonatale che non è in grado di rispondere con una adeguata produzione anticorpale.

Riguardo all’uso recente e apparentemente sempre più diffuso del nuovo vaccino coniugato eptavalente, va raccomandata la massima prudenza, anche se nella pratica si assiste ad una somministrazione su vasta scala, come spiega un epidemiologo:

“Non è sensato somministrare milioni di dosi con una situazione che vede solo pochissimi bambini all’anno in Italia danneggiati dalla malattia. In sanità pubblica occorre scegliere gli interventi di massa sulla base del beneficio che questi possono portare in termini di salvaguardia di vite umane e di miglioramento della qualità della vita e una vaccinazione di massa contro il Pneumococco non soddisfa questi requisiti. Inoltre, se ci dovessero essere effetti indesiderati rari emergerebbero somministrando il vaccino su larga scala. Non siamo in grado di fare un bilancio approfondito tra rischi e benefici. Il nuovo vaccino contro il Pneumococco è stato studiato su misura per i sierotipi di Pneumococco isolati negli Stati Uniti, mentre in Italia i sierotipi presenti non sono ancora noti. Quindi, c’è la possibilità che il vaccino non sia nemmeno molto efficace per la nostra realtà. Inoltre, negli USA l’incidenza della malattia è maggiore rispetto all’incidenza bassissima che c’è nel nostro Paese”.

Secondo i dati del Ministero della Salute, il vaccino polisaccaridico (che viene usato prevalentemente nei bambini con età maggiore dei 2 anni o comunque negli adulti e anziani) appare efficace nella prevenzione della sepsi pneumococcica con percentuali che vanno dal 30% al 47% (in adulti e in anziani); inoltre, l’efficacia della vaccinazione diminuisce con l’aumento dell’età del paziente e del tempo dalla vaccinazione. Anche la vaccinazione con il vaccino eptavalente coniugato pare abbia una efficacia protettiva verso l’infezione pneumococcica infantile molto scarsa: si pensa che sia del 30%, ma secondo alcuni Autori in bambini sotto i 2 anni di vita pare che sia anche meno del 30%.. Ovviamente queste percentuali di copertura si riferiscono alla effectiveness del vaccino, perché c’è una marcata differenza tra efficacia teorica (cioè laboratoristica, che in inglese viene definita come efficacy) di una vaccinazione e che corrisponde alla valutazione dell’aumento del titolo anticorpale fino al range considerato teoricamente protettivo e l’efficacia reale (in inglese definita come effectiveness) che si riscontra nella pratica clinica e che corrisponde alla misurazione della reale riduzione dei casi di patologia verso cui è stato usato un vaccino. L’efficacia teorica del vaccino eptavalente coniugato che si usa nei bambini sotto i 2 anni di vita, invece, sembra avere una efficacia teorica (efficacy) del 93-97% contro i sierotipi contenuti nel vaccino. …

Il nostro Ministero della Salute raccomanda questa vaccinazione nei soggetti considerati ad alto rischio di avere malattie gravi da Pneumococco, perché affetti da: anemia falciforme, talassemia, asplenia funzionale e anatomica (cioè insufficiente funzionalità o reale mancanza della milza), broncopneumopatie croniche, immunodepressione, cardiopatie croniche, insufficienza renale, diabete mellito, epatopatie croniche, perdita di liquido cerebrospinale.


La malattia “ROTAVIRUS”

rotavorus

Il rotavirus è un virus a RNA ubiquitario … che rappresenta la principale causa di gastroenterite acuta nell’infanzia con oltre 600.000 morti all’anno, concentrati però quasi completamente nei Paesi in via di sviluppo. L’età maggiormente colpita è quella pediatrica sotto i 5 anni, ma l’età più a rischio per presentare una infezione grave va dai 6 ai 24 mesi. Infatti, secondo l’OMS, il rotavirus è la forma virale di gastroenterite più grave che colpisce i bambini sotto i 5 anni nei Paesi più poveri del mondo dove le precarie condizioni igieniche si sommano alla difficoltà di accedere alla terapia di reidratazione e alle altre cure mediche. Nei Paesi occidentali, la gastroenterite da rotavirus non è una malattia letale, ma può dare complicanze anche gravi nelle persone anziane e in quelle immunocompromesse.
Il virus esiste in diverse forme, ma l’infezione è pericolosa solo quando provocata dai rotavirus A (e in misura minore da quelli B e C). L’aver contratto il virus una volta non dà immunità sufficiente, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma molto più leggera e sono più facilmente gestibili.
Il rotavirus è altamente contagioso, perché bastano pochissimi virus per scatenare l’infezione. La via di infezione classica è fecale-orale, sebbene il rotavirus possa sopravvivere fino ad una settimana fuori dal corpo umano, per cui la diffusione da persona a persona attraverso la contaminazione delle mani è probabilmente la più diffusa negli ambienti comunitari, in particolare negli asili nido. Nelle mense e negli altri luoghi destinati a ristorazione collettiva, il rotavirus può essere trasmesso quando un operatore che ha contratto l’infezione maneggia alimenti che non richiedono la cottura, come per esempio insalata, frutta e altre verdure fresche, senza lavarsi accuratamente le mani.

L’incubazione è di 1-4 giorni (più spesso 2 giorni). Entrato nell’organismo, il virus si fissa alla membrana delle cellule della parete intestinale provocandone l’esfoliazione all’interno del lume (con conseguente diarrea) e causando anche accorciamento dei villi intestinali e infiltrato infiammatorio. Di solito, i sintomi possono durare 4-8 giorni e comprendono diarrea acquosa, vomito, febbre, dolore e disidratazione (che in casi gravi può diventare anche grave), squilibrio elettrolitico, calo ponderale e, in bambini non adeguatamente idratati, addirittura la morte. Comunque, nella maggior parte dei casi la diarrea è contenuta e i malati guariscono senza alcun trattamento particolare. … Studi recenti collegano l’infezione intestinale da rotavirus anche con la celiachia. Sembrerebbe che, in bambini predisposti, l’infezione da rotavirus scateni la malattia celiaca, ma il dato richiede ulteriori verifiche. La diagnosi viene effettuata ricercando antigeni specifici del rotavirus all’interno di campioni fecali prelevati dal paziente. … Il trattamento dell’infezione da rotavirus si basa essenzialmente sulla idratazione e su terapie sintomatiche di supporto. … Dei cinque gruppi (A-E) di rotavirus noti, quelli di gruppo A sono responsabili della grande maggioranza dei casi nell’uomo e sono suddivisi in numerosi varianti sierotipiche e/o genotipiche. I rotavirus si comportano in modo simile ai virus influenzali, andando incontro ad eventi di riassortimento genico (antigenic shift) con il possibile rischio dell’emergenza di ceppi pandemici particolarmente aggressivi e/o modificati antigenicamente (questa, infatti, è una caratteristica comune di tutti i virus a RNA).


Il vaccino   vaccino

Dopo i primi esperimenti con un vaccino USA chenel 1998  è stato ritirato dal commercio (dopo soli 7 mesi di vita), perché causava una elevata incidenza di invaginazione intestinale che richiedeva l’intervento chirurgico … Dal 2006 sono disponibili altri due vaccini commercializzati anche in Italia: – il vaccino europeo monovalente costituito da virus umani vivi e attenuati appartenenti al ceppo più comune (G1P8), che viene somministrato in 2 dosi orali a distanza di 4 settimane tra loro; – il vaccino americano pentavalente costituito da un ceppo bovino riassortito in modo da esprimere in superficie le proteine dei 5 sierotipi più frequenti (G1, G2, G3, G4 e P[8]), che viene somministrato in 3 dosi orali a distanza di 4 settimane tra loro. … Entrambi i vaccini sembrerebbero ugualmente efficaci e capaci di svolgere un effetto protettivo che va dal 78% al 95%, con significativa riduzione del 42-60% dei ricoveri per gastroenterite da qualsiasi causa nel primo anno di vita. Questi studi sperimentali, però, sono stati condotti in Paesi ricchi (Stati Uniti ed Europa) o non molto svantaggiati (come l’America latina), ma non si sa ancora nulla della loro efficacia nei Paesi poveri (Africa e Asia), dove la mortalità è più alta, ma dove è anche più difficile che il vaccino funzioni bene, per via della malnutrizione e della presenza di molti altri microrganismi nell’intestino dei lattanti.

Questi due vaccini sembrano anche abbastanza sicuri, secondo i dati pubblicati dalle due Ditte Farmaceutiche che li commercializzano: Merck e GlaxoSmithKline. … Il vaccino monovalente a virus umani vivi e attenuati, somministrato in due dosi orali, ha l’obiettivo di proteggere il bambino dalle forme moderate-gravi della patologia, quelle più difficili da trattare. È importante che la vaccinazione venga effettuata nelle prime settimane di vita (a partire dalla VI settimana), affinché la protezione dall’infezione sia il più precoce possibile (inizia a proteggere a partire dalla XII settimana). I neonati nel primo anno di vita sono, infatti, i più vulnerabili alla gastroenterite grave da rotavirus. Il vaccino pentavalente viene invece somministrato in tre dosi orali a intervalli di almeno 4 settimane. Il bambino riceve la prima dose tra le 6 e le 12 settimane di vita. È opportuno che l’ultima dose sia somministrata prima delle 20-22 settimane di vita; in ogni caso, tutte e tre le dosi devono essere somministrate entro i primi 6 mesi di vita. Il vaccino antirotavirus non deve essere somministrato a bambini con una storia di invaginazione intestinale o con disturbi intestinali che potrebbero predisporli a questa complicanza, o anche a bambini con un sistema immunitario debole.


HPV  e SINDROME INFLUENZALE , info e link utili

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VACCINO HPV PAPILLOMA VIRUS
hpv
QUI,NEL LINK POSTATO,POTRETE ACCEDERE ALLE INNUMEREVOLI FONTI E AD ALTRI LINK E FONTI PER APPROFONDIRE ANCOR DI PIù L’ARGOMENTO….BUONA LETTURA!

approfondimenti e letture riguardanti le malattie per cui vacciniamohttps://vacciniinforma.it/?p=1773


AGGIORNAMENTI ALLEGATI 2015


Una malattia infettiva non è mai provocata esclusivamente da un agente esterno, da un virus o da un batterio.
E’ fondamentale l’interazione con lo stato di salute della persona che ne entra in contatto. In alcuni periodi dell’anno, il meningococco, per esempio, è ospite abituale del naso fino al 40% dei bambini. Lo streptococco può provocare in alcune persone una tonsillite, in pochi bambini può causare una malattia reumatica, ma altre volte non causa alcuna patologia. L’articolo della dottoressa Emma Pistelli propone una riflessione su questi temi, analizzando la poliomielite e le infezioni virali che possono causare quadri clinici ad essa sovrapponibili, ed offre alcune soluzioni che vanno oltre le vaccinazioni.
  • http://www.assis.it/vaccini-e-nuove-malattie/

L’American Academy of Pediatrics (AAP) non raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non ci siano dei rischi di malattia meningococcica.  Aggiornamento delle Linee Guida Internazionali Linee guida sul vaccino anti-meningococco e alcune riflessioni sulla meningite da meningococco C Sono state aggiornate a cura..

Morbillo,610 casi confermati e segnalati dal CDC 


SEZIONI DEDICATE ALL’APPROFONDIMENTO


 

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Quali e Quanti sono i vaccini obbligatori? di quali malattie parliamo, e Cos’è l’esavalente?

 

Infanrix-Hexa-Vaccine

ESAVALENTE:  contiene due vaccini NON obbligatori, le mamme possono esigere o solo i 4 vaccini obbligatori (epatite b,difterite, tetano e polio) o vaccini singoli…è importante sapere tutte queste malattie cosa sono,come si contraggono, MA è anche importante sapere se è necessarie farle a soltanto due mesi di vita.

Attualmente il vaccino esavalente somministrato in Italia è l’Infanrix Hexa prodotto dalla GlaxoSmithKline S.p.A. Nell’Infanrix Hexa è presente sia come alluminio idrossido, idrato (Al(OH)3) 0,5 milligrammi, che come fosfato di alluminio (AlPO4) 0,32 milligrammi Al.”In tutto sono 0,82 mg di alluminio che vengono iniettati, con la prima dose, in un cucciolo umano di 70 giorni e del peso di 5-6 chili. E’ importantissimo sapere che molte malattie sono state eradicate grazie alle migliorate condizioni igieniche,cosa che spesso,molto spesso non viene detta a noi mamme.Ma  addentriamoci singolarmente nell’Esavalente,con le varie malattie,conosciamole insieme,la loro eradicazione,la loro esistenza o scomparsa e il loro “contagio”.

POLIO:  l’Europa è stata dichiarata Polio-free sin dal 2002 dall’OMS, perché da oltre 10 anni non vi erano casi di polio, è una malattia che si contrae per via oro-fecale.   La poliomielite, comunque, è diventata una malattia virale rara in molte Nazioni e in Italia pare non si siano più verificati casi spontanei dal 1983 e i soggetti che superano la malattia in modo spontaneo acquisiscono una immunità duratura, forse per tutta la vita.

DIFTERITE: Nel nostro Paese, l’incidenza della difterite è andata gradualmente riducendosi dagli anni ‘60 agli anni ‘80 del XX secolo (solo in parte grazie al vaccino, ma prevalentemente grazie alle migliorate condizioni di vita e poi anche alla disponibilità degli antibiotici) e oggi questa malattia è praticamente scomparsa (l’ultimo caso italiano si è verificato nel 1991, ma la vera causa di quella morte non è mai stata accertata).

EPATITE B:  I bambini non sono una categoria a rischio (se i genitori e i conviventi non sono infetti),  infatti  il neonato non si droga e non ha rapporti sessuali,  per quanto emancipati siano rispetto i loro coetanei di 30 anni fa. In Italia il vaccino è stato reso obbligatorio grazie ad una tangente all’ex Ministro della salute che nell’aprile 2012 è stato condannato anche in terzo grado, in Francia il vaccino epatite B non è più obbligatorio perchè diverse sentenze hanno dimostrato la correlazione con da sclerosi multipla.

TETANO:  è una vaccinazione che può essere rimandata, un bambino nel primo anno di vita non è in movimento, inoltre il tetano pediatrico che “da trent’ anni non presenta un caso di mortalità, in Europa”, è una malattia che colpisce maggiormente gli anziani perchè  il loro sistema immunitario col passare degli anni indebolisce. E’ importante disinfettare le ferite con acqua ossigenata.

MORBILLO:  (vaccino non obbligatorio) È vero che sono possibili alcune complicazioni, ma queste in genere colpiscono i soggetti più deboli, cioè più immunodepressi.  La malattia naturale fornisce una protezione che dura tutta la vita e che è superiore a quella offerta dal vaccino.  Le donne che hanno avuto la malattia naturale, durante la gravidanza trasmettono al figlio una fornitura anticorpale specifica che lo proteggerà molto a lungo. L’incidenza di questa malattia è iniziata a decrescere molto tempo prima dell’inizio della vaccinazione e ciò significa che anche il morbillo è, come tutte le patologie infettive, fortemente influenzato dalle condizioni igieniche, sociali,culturali e ovviamente immunitarie dei soggetti esposti al virus.- La mortalità per morbillo naturale è molto calata in questi ultimi anni,- molti studi dimostrano una prevalenza di epidemie di morbillo nella popolazione vaccinata. ROSOLIA:  La rosolia è una malattia molto comune e lieve che colpisce l’infanzia, anche se oggi la frequenza maggiore si è spostata verso l’età di 10-14 anni.  Il senso di questa vaccinazione, quindi, non è quello di evitare la rosolia nel bambino, ma di evitare la rosolia congenita nel feto. Va anche detto, però, che la vaccinazione non fornisce una copertura totale e quindi non elimina completamente il rischio di rosolia congenita nel bambino. Inoltre, la malattia naturale offre una protezione che dura tutta la vita, mentre la vaccinazione infantile, secondo alcuni Autori, presenta una recidiva di malattia da adulti nel 50% dei casi. Pertanto, in particolare per le ragazze, il genitore può prendere in considerazione la possibilità di rimandare la vaccinazione in età adolescenziale, valutando prima con esami l’immunità naturale.

PAROTITE:La parotite è una malattia causata da un virus che si diffonde di solito attraverso la saliva e può infettare molte parti del corpo, soprattutto le ghiandole salivari parotidi. Le ghiandole salivari parotidi, che producono la saliva per la bocca, si trovano verso la parteposteriore di ogni guancia, nella zona tra l’orecchio e la mascella. In caso di parotite di solito queste ghiandole si gonfiano e diventano dolorose.  Pertanto in particolare per i ragazzi,  il genitore può prendere in considerazione la possibilità di rimandare la vaccinazione in età adolescenziale valutando prima con esami l’immunità naturale.

VARICELLA: La varicella, che è una malattia molto contagiosa, ha un’incubazione di 11-21 giorni e poi si manifesta con febbre non molto elevata,malessere generale e un tipico esantema caratterizzato da piccole papule rosa che appaiono ad ondate successive per 3-4 giorni sia sulla cute che sulle mucose. Recentemente viene proposta la vaccinazione antivaricella, ma la sua innocuità ed efficacia sono ancora da accertare con precisione. Molti medici ritengono che questa vaccinazione sia una profilassi eccessiva rispetto ai reali pericoli di questa malattia e la accettano eventualmente solo per i soggetti immunodepressi ad elevato rischio. Secondo il Ministero della Salute, questa vaccinazione va somministrata ai soggetti che hanno un rischio specifico correlato a patologie preesistenti o a particolari condizioni di lavoro.

PERTOSSE La pertosse è una malattia batterica altamente contagiosa che, proprio perché è una malattia di mucosa e non sistemica, non fornisce una immunità di lunga durata; è però noto che, come per tutte le infezioni, l’immunità si prolunga enormemente se l’individuo viene ogni tanto in contatto con qualche batterio della pertosse.La vaccinazione, invece, non conferisce né un’immunità completa né duratura (studi recenti indicano che la protezione è dell’80% dopo 3 anni e del 10% dopo 12 anni dalla vaccinazione). Gli adolescenti e gli adulti, pertanto, si possono ammalare indipendentemente che siano già stati vaccinati o meno.

MENINGITE: (vaccino non obbligatorio) il vaccino non copre tutti i ceppi virali e spesso viene seminato il panico con articoli quando accadono spiacevoli casi senza specificare se si tratta di meningite fulminante o il ceppo batterico.La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi). La malattia generalmente è di origine infettiva, può essere causata da virus, da batteri o da funghi.La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’ arco di una decina di giorni.

PNEUMOCOCCO:  “Non è sensato somministrare milioni di dosi con una situazione che vede solo pochissimi bambini all’ anno in Italia danneggiati dalla malattia. In sanità pubblica occorre scegliere gli interventi di massa sulla base del beneficio che questi possono portare in termini di salvaguardia di vite umane e di miglioramento della qualità della vita e una vaccinazione di massa contro il Pneumococco non soddisfa questi requisiti. Inoltre, se ci dovessero essere effetti indesiderati rari emergerebbero somministrando il vaccino su larga scala. Non siamo in grado di fare un bilancio approfondito tra rischi e benefici. Il nuovo vaccino contro il Pneumococco è stato studiato su misura per i sierotipi di Pneumococco isolati negli Stati Uniti, mentre in Italia i sierotipi presenti non sono ancora noti. Quindi, c’è la possibilità che il vaccino non sia nemmeno molto efficace per la nostra realtà. Inoltre, negli USA l’incidenza della malattia è maggiore rispetto all’ incidenza bassissima che c’è nel nostro Paese”.

ROTAVIRUS: L’età maggiormente colpita è quella pediatrica sotto i 5 anni, ma l’età più a rischio per presentare una infezione grave va dai 6 ai 24 mesi. Infatti, secondo l’OMS, il rotavirus è la forma virale di gastroenterite più grave che colpisce i bambini sotto i 5 anni nei Paesi più poveri del mondo dove le precarie condizioni  igieniche si sommano alla difficoltà di accedere alla terapia di reidratazione e alle altre cure mediche. Nei Paesi occidentali, la gastroenterite da rotavirus, non  è una malattia letale, ma può dare complicanze anche gravi nelle persone anziane e in quelle immunocompromesse. Dopo i primi esperimenti con un vaccino USA che nel 1998  è stato ritirato dal commercio (dopo soli 7 mesi di vita). – il vaccino europeo monovalente costituito da virus umani vivi e attenuati appartenenti al ceppo più comune (G1P8), che viene somministrato in 2 dosi orali a distanza di 4 settimane tra loro; – il vaccino americano pentavalente costituito da un ceppo bovino riassortito in modo da esprimere in superficie le proteine dei 5 sierotipi più frequenti (G1, G2, G3,G4 e P[8]), che viene somministrato in 3 dosi orali a distanza di 4 settimane tra loro.

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