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Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità

Alcune riflessioni sull’influenza, sul vaccino e sulla loro mortalità di Roberto Gava

GAVA ROBERTO


A causa delle recenti morti avvenute poco dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale, si è cercato di giustificare questa vaccinazione di massa affermando che è accettabile qualche caso mortale in cambio delle morti che si evitano grazie al vaccino.

Si dice che nel nostro Paese ogni anno muoiono circa 8.000 persone a causa dell’influenza. Così ha scritto l’AIFA,[1] è stato riportato in molti siti internet e lo ha comunicato anche il Presidente della Società Italiana di Medicina Generale: ”Ricordiamoci che solo lo scorso anno per complicanze legate alla patologia influenzale sono morte in Italia più di 8.000 persone e in Europa oltre 40.000″.[2]

Se queste cifre fossero vere, dobbiamo accettare il concetto che noi italiani siamo proprio deboli a livello immunitario e (anche qui) un po’ sfortunati. Infatti, in Europa ci sono 742,5 milioni di persone (dati del 2013) e in Italia 59,8 milioni (sempre dati del 2013), quindi rappresentiamo l’8% della popolazione europea e forniremmo il 20% dei decessi da virus influenzale!

 

Ma le cose non stanno così


Dal sito Flu News,[3] che è nato dalla collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione ISI di Torino, la Regione Piemonte e il Ministero della Salute e che integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza delle sindromi influenzali, possiamo rilevare i seguenti dati relativi all’inverno 2013-2014:

– Dall’inizio della sorveglianza sono stati segnalati 93 casi gravi e severi di influenza confermata, 16 dei quali sono deceduti (cfr. Tab. 1).
– L’80% dei casi gravi e l’87% dei decessi presentava almeno una patologia cronica e condizioni di rischio preesistenti.
– L’incidenza totale delle sindromi influenzali si attesta a circa 0,5 casi per 1.000 partecipanti.
– Solo il 5% dei casi di sindrome influenzale ha dichiarato di essere stato assente da scuola o dal posto di lavoro per più di un giorno.
– I dati riportati dal sistema di sorveglianza provengono da solo 13 Regioni e Province Autonome [È questo il nostro Sistema Nazionale di Sorveglianza?: n.d.a.].

Tab. 1

Regione Casi gravi Decessi
Piemonte 7 0
Lombardia 6 2
P.A. Bolzano 6 1
P.A. Trento 20 5
Veneto 10 3
Liguria 3 0
Emilia-Romagna 16 3
Toscana

1

0
Lazio 3 0
Campania 0 1
Puglia 4 0
Calabria 0 1
Sicilia 1 0
Totale 77 16

 

 

Mortalità da virus influenzale

L’epidemiologo Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration, intervistato da Spiegel online International ha commentato:[4] “Nel caso degli anziani che muoiono di polmonite durante una sindrome influenzale, nessuno è mai andato a controllare se questi soggetti sono morti veramente di influenza o di qualche altro virus. Si ritiene che solo il 7% delle sindromi influenzali sia veramente causato dal virus dell’influenza!”.

Pertanto, se è vero che solo il 7% delle sindromi influenzali è causato dal virus influenzale vero e proprio, significa che solo il 7% delle morti attribuite alla sindrome influenzale è collegato a questo virus.

Anche se l’influenza colpisce prevalentemente i giovani, la mortalità invece riguarda prevalentemente gli anziani (l’84% dei decessi riguarda soggetti anziani con età pari o superiore a 65 anni) oppure i “pazienti ad alto rischio”, perché portatori di patologie croniche preesistenti.

 

Che differenza c’è tra sindrome influenzale e malattia influenzale?

Per definire correttamente un’influenza bisogna distinguere fin da subito la malattia influenzale dalla sindrome influenzale.

La malattia influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale specifica (nel senso che è ben identificabile un preciso virus eziologico: il virus influenzale) che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta in genere con febbre, raffreddore, tosse, cefalea e malessere generale.

influenza foto

Anche la sindrome influenzale è una malattia respiratoria acuta ad eziologia virale che si presenta abitualmente come epidemia invernale e si manifesta allo stesso modo della malattia influenzale, però si differenzia da quest’ultima per essere causata NON da un virus specifico ma da alcune centinaia di altri tipi e sottotipi di patogeni respiratori virali (per esempio tutti i tipi di virus che appartengono alle famiglie dei Paramixovirus, Pneumovirus, Rhinovirus, Echovirus e molti altri tipi meno comuni).

È palese che virus diversi da quello dell’influenza NON potranno mai rispondere ad un eventuale vaccino antinfluenzale, perché è ovvio che questo induce una risposta anticorpale che è sempre rigidamente specifica nei confronti dell’antigene utilizzato.
Pertanto, il termine “influenza” è usato in modo appropriato solo quando si riferisce alla malattia influenzale, cioè a quella patologia causata solo da un preciso virus: il virus influenzale.
La conferma di queste affermazioni ci viene anche da uno studio statunitense che ha analizzato i singoli virus che causano le infezioni respiratorie (Tab. 2).[5]

 

Tab. 2

Germe Soggetti sani Soggetti con infezione respiratoria
Rhinovirus 35% 34%
Virus influenzale 30% 9%
Virus parainfluenzale 12% 4%
Virus respiratorio sinciziale 11% 4%
Adenovirus 8% 2%
Coronavirus 8%
Altri virus 4% 14%
Batteri 23%
Sconosciuto 2%
Totale 100% 100%

 

È evidente che il virus dell’influenza è stato isolato nel 30% dei soggetti sani e asintomatici, mentre nel corso di una sintomatologia da sindrome influenzale questo virus è stato isolato solo nel 9% dei malati totali (bambini e adulti). Pertanto, secondo i dati espressi da questo studio, solo il 9% delle patologie che si esprimono con la sintomatologia influenzale è causata dal vero virus influenzale e quindi solo questo ristretto numero di casi sarebbe teoricamente prevenibile dalla vaccinazione antinfluenzale.

 

Alcune considerazioni

 

I dati italiani disponibili sono sovrapponibili a quelli americani: solo il 12,27% dei casi di sindrome influenzale (in soggetti adulti) è causato dal virus dell’influenza e nei bambini la percentuale è addirittura nettamente inferiore (circa il 8%).[6] In conclusione:

– su 100 persone che si ammalano di sintomi influenzali, solo in 9 di esse la sintomatologia è causata dal virus dell’influenza;
– se tutte e 100 queste persone venissero vaccinate, solo 3-6 eviterebbero l’influenza (perché il vaccino è efficace solo nel 30-60% dei soggetti che si ammalano a causa del virus influenzale);
– i soggetti che non hanno benefici dalla vaccinazione (94-97%), sono comunque a rischio dei non pochi e non irrilevanti effetti indesiderati del vaccino;[7]
– il virus dell’influenza colpisce generalmente soggetti immunologicamente deboli e malati, mentre il vaccino può danneggiare persone apparentemente in buona salute (ce lo dimostra anche la cronaca di questi giorni con le numerose morti post-vaccinali in persone che erano in apparente buona salute);
– l’AIFA ha comunicato che “l’esito delle prime analisi effettuate sui vaccini antinfluenzali FLUAD … è stato completamente negativo. I risultati dei test hanno confermato la sicurezza di questo vaccino antinfluenzale, escludendo la presenza di endotossine”;[8]
– il Dr. Serravalle, presidente di ASSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute), ha scritto: “L’apprendere che non sono state trovate tossine anomale nelle fiale incriminate esclude una sola tra le cause che possono avere determinato i decessi. Si tratta della causa più facile e più semplice da verificare, ma non della più probabile. Tanto è vero che le morti ci sono state, e che tutte e 13 si siano verificate dopo l’inoculazione del vaccino per pura coincidenza è difficile crederlo. Ciò che va indagato è infatti il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili eventi avversi”;[9]

– tra gli effetti riportati nella scheda tecnica del FLUAD ci sono anche reazioni molto gravi e potenzialmente mortali: “… shock, vasculite, encefalomielite, trombocitopenia, ecc.”.[10]
– Tom Jefferson sul British Medical Journal scrive: “Nei bambini sotto i 2 anni l’efficacia del vaccino antinfluenzale è uguale a quella del placebo e nelle persone sane sotto i 65 anni la vaccinazione non ha effetti sui giorni di degenza, sull’assenza dal lavoro o sulla morte per influenza e sue complicazioni. Le review non hanno trovato evidenza di effetto sui pazienti con asma o fibrosi cistica”.[11]


 

Conclusioni personali

Da quanto detto possiamo sintetizzare le seguenti conclusioni:

– Purtroppo ancora oggi confondiamo la malattia influenzale causata dal vero virus dell’influenza (prevenibile dal vaccino antiinfluenzale nel 30-60% dei casi), dalla sindrome influenzale che è invece causata da molti altri virus che però, pur causando gli stessi sintomi del virus influenzale, non hanno gli stessi antigeni e quindi non rispondono assolutamente alla vaccinazione.

– L’influenza non è una patologia pericolosa e solo raramente (la letteratura accreditata parla dello 0,03% dei casi) si complica con patologie gravi e pericolose per la vita.
– L’influenza ci colpisce quando siamo deboli, stanchi, stressati o comunque immunologicamente malati, come avviene ad esempio per i pazienti anziani affetti da patologie croniche. Questi sono proprio quelli per i quali si consiglia il vaccino, ma sono anche coloro che più facilmente vanno incontro a danni da vaccino antinfluenzale.

Nel nostro Paese, le morti annuali per le complicanze dell’influenza non sono 8.000, ma forse neppure il 7-9% di questa cifra; molto probabilmente non sono neppure 16 all’anno, ma sicuramente qualche decina di più. D’altra parte, a causa dell’inefficienza del nostro Sistema di Sorveglianza delle patologie e di Farmacovigilanza, non sappiamo neppure quante siano le morti causate dal vaccino antinfluenzale. Si presume che anche queste siano molte decine all’anno, ma nessuno le conta e nella stragrande maggioranza dei casi nessuno neppure le associa al vaccino. Infatti, si ritiene che la notifica dei danni da vaccini sia da cento a mille volte inferiore alla realtà. La prova è sotto gli occhi di tutti: se anche le morti avvenute 1-2 giorni dopo la vaccinazione antinfluenzale in persone che prima facevano la loro vita normalmente non vengono riconosciute come causate dalla vaccinazione dalle Commissioni Europee e Nazionali, come potrebbero essere accettate morti che avvengono alcuni giorni o settimane dopo come è scientificamente dimostrato e accettato?[12]

Queste morti riguardano essenzialmente persone anziane, immunologicamente deboli e malate per le quali, più che il vaccino, ci vorrebbe una terapia personalizzata che stimoli e rinforzi il loro sistema immunitario; una terapia che oggi, con le conoscenze che abbiamo, è certamente fattibile, ma richiede tempo, pazienza, conoscenza, assenza di pregiudizi e la capacità di utilizzare anche medicamenti non farmacologici come i nutraceutici.

– La prevenzione dell’influenza richiede anche che si cerchi di assumere pochi farmaci e che si cerchi invece di eliminare le cause prime delle nostre patologie o debolezze, cause che non vengono mai toccate dalla terapia farmacologica, perché l’effetto finale di questa è sempre di tipo sintomatico-palliativo e non eziologico.

– La prevenzione dell’influenza richiede infine che si imposti una corretta igiene di vita: un’igiene prima di tutto alimentare, ma anche basata su un adeguato riposo notturno, sul movimento fisico e su un cammino di autocontrollo per cercare di ridurre tutte le occasioni di stress quotidiano che in realtà ognuno di noi in parte potrebbe evitare, se ci mettesse un po’ di buona volontà.


fluad

– Il vaccino antinfluenzale, come tutti gli altri vaccini, non è certamente esente da rischi e in questi giorni sicuramente almeno più di 20 nostri connazionali lo hanno tragicamente sperimentato di persona. Non ci sono stati spiegati i motivi per cui queste persone sono morte e quindi non possiamo neppure pensare ad una prevenzione per i futuri vaccinandi, ma oltre a fattori immunitari, flogistici e cardiovascolari, non dobbiamo dimenticare che il vaccino Fluad della Novartis contiene l’adiuvante MF59, cioè lo squalene, che gli USA non hanno inserito nei loro vaccini e che ha fatto molto parlare di sé sia per i danni vaccinali che hanno colpito i militari americani vaccinati per la Guerra del Golfo, sia per altri studi che ne ipotizzano la pericolosità inducendo un danno immuno-mediato che negli organismi predisposti si può manifestare anche in pochi giorni.[13]

Nonostante tutto questo, comunque, il messaggio fortemente tranquillizzante che ci giunge da coloro che sono pagati con le nostre tasse per dirci come ci dobbiamo proteggere dalle malattie è sempre lo stesso: ogni inverno, anche contro l’evidenza degli eventi mortali da vaccino antinfluenzale, ci viene detto che questa vaccinazione è sicura ed efficace e pertanto va incentivata, incrementata, adeguatamente finanziata e ovviamente continuata!

 

RIFERIMENTI

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[2] http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/14/11/28/morti-vaccino-fluad-bloccato.html.
[3] http://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/FluNews/FluNews_2014-13.pdf.
[4] http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,637119-2,00.html.
[5] Monto A. S. Epidemiology of viral respiratory infections. Am. J. Med. 112 (suppl. 6A): 45; 2002.
[6] Bollettino di Informazione sui Farmaci 5-6; 2003.
[7] Gava R. La Sindrome Influenzale in bambini e adulti. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2012.
[8] http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/aggiornamento-fluad-il-prac-conclude-che-non-ci-sono-rischi-0.
[9] http://www.assis.it/vaccini-antinfluenzali-non-sono-solo-le-tossine-nelle-fiale-che-devono-preoccupare/.
[10] https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_007127_031840_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3.
[11] http://www.bmj.com/content/333/7574/912.
[12] World Health Organization. Causality assessment of adverse events following immunization. Weekly Epidemiological Record 2001; 76: 85-92; n. 12.
[13] Bhakdi S, Lackner K, Doerr HW. Possible hidden hazards of mass vaccination against new influenza A/H1N1: have the cardiovascular risks been adequately weighed? Med Microbiol Immunol. 2009 Nov;198(4):205-9.


 

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LE PERCENTUALI REALI DELL’INFLUENZA

LE PERCENTUALI REALI DELL’INFLUENZA


3 DIC , 2014


influenza foto

L’influenza è un’infezione respiratoria acuta, altamente contagiosa, causata dai virus influenzali A e B. Si manifesta con febbre, mal di testa, malessere generale, tosse, raffreddore, dolori muscolari ed articolari. Non è possibile distinguerla dalle altre patologie respiratorie acute in base al quadro clinico: le sindromi influenzali (Influenza like-illness, ILI) causano esattamente gli stessi sintomi e sono provocate da tanti agenti infettivi diversi (rhinovirus, adenovirus, virus respiratorio-sinciziale, coronavirus, virus parainfluenzale ed altri) o anche da cause non infettive. Insomma non tutto è influenza, anzi lo è pochissimo1.


Eppure si usa il termine “influenza” come se questa fosse l’unica causa delle “sindromi influenzali”. Di conseguenza è sovradimensionato l’impatto sociale e sanitario dell’influenza. Le stime delle complicazioni e dei morti conseguenti all’influenza sono rafforzati dal numero imprecisato di malati e morti per sindromi influenzali, che rappresentano fino al 90% del totale. In base ai dati riportati da Influnet (il sistema di sorveglianza italiano basato sulle segnalazioni dei Medici e dei Pediatri di base) i casi stimati di sindromi influenzali nella stagione 2013-14 sono stati circa 4.542.000 . Di questi, i casi gravi di influenza confermata sono stati 77 con 16 decessi. L’80% (62/77) dei casi gravi segnalati presentava almeno una patologia cronica pre-esistente. Dei 16 casi deceduti, 14 presentavano condizioni di rischio pre-esistenti.2


Sottolineo come anche questo sistema di sorveglianza (utile, ma con molti limiti nella sua attività) sia costretto ad usare delle stime e non possa indicare dati reali su cui avviare una riflessione concreta: in realtà l’influenza è una causa assai modesta di sindrome influenzale.


L’incidenza dell’influenza tra le sindromi influenzali è stato illustrato chiaramente da Tom Jefferson. I dati indicano che su 700 persone con sintomi clinici di sindrome influenzale solo il 10% era davvero affetto da influenza.


imageinfluenza


La torta di destra, basata su oltre 27mila campioni raccolti da studi di buona qualità pubblicati negli ultimi 10 anni, mostra come la fetta più grossa abbia cause sconosciute (spiegabili in vari modi: microrganismi che hanno difficoltà a crescere in laboratorio, falsi negativi, microrganismi a noi ignoti, non ancora scoperti, isolati e identificati). Subito dopo viene la fetta dovuta ai diversi virus (rhinovirus, virus parainfluenzali, virus respiratorio-sinciziale). Dei 700 casi di Sindrome influenzale, solo 77 su 700 sono causati dall’influenza.


Altri studi stimano che solo il 10% delle malattie respiratorie invernali che colpiscono i bambini siano provocate dall’influenza3. Uno studio sulle ospedalizzazioni attribuibili a diverse virosi conferma il prevalere del peso di altri virus (respiratorio sinciziale e parainfluenzale)4; un altro sulle infezioni respiratorie nel primo anno di vita dimostra che il Rhinovirus è il patogeno di gran lunga più rappresentato nelle infezioni delle alte e delle basse vie respiratorie, anche se il Virus Respiratorio Sinciziale è associato alle forme più gravi di infezioni delle vie aeree inferiori che richiedono ospedalizzazione.5


Quanto è efficace il vaccino?


Il vaccino antinfluenzale contiene 2 tipi di virus A ed 1 tipo di virus B, che sono differenti ogni anno. I sierotipi sono decisi dall’OMS non in base al virus responsabile dell’epidemia in atto, ma sul virus responsabile dell’epidemia dell’anno precedente. Esiste ovviamente un margine di errore, perché si devono prevedere con largo anticipo quelli che saranno i più probabili virus responsabili dell’epidemia influenzale. I virus possono mutare, rendendo in tal modo poco efficace la vaccinazione. La scarsa corrispondenza tra i ceppi virali circolanti e quelli contenuti nel vaccino è dimostrata in uno studio6 in bambini minori di 5 anni.


Nelle due stagioni esaminate (2003-2004 e 2004-2005) non vi era una buona corrispondenza tra i ceppi virali circolanti e quelli contenuti nel vaccino, per cui non è stato possibile dimostrare l’efficacia della vaccinazione. Anche durante le due epidemie del 1968 e del 1997 il vaccino in uso conteneva un virus differente da quello che circolò realmente, e pertanto fu del tutto inefficace: la mortalità attribuita all’influenza non aumentò. Nel 2004 la produzione di vaccini in USA fu insufficiente, ed il tasso di copertura fu soltanto del 40%, ma anche in quella occasione il dato della mortalità non aumentò.


I vaccini sono nuovi ogni anno: la “ricetta” resta la stessa, gli ingredienti cambiano. Scegliere gli antigeni è una procedura delicata perché le risposte delle nostre difese immunitarie sono molto specifiche. L’intera procedura è basata sulla previsione, non possiamo verificare se realmente il vaccino prevenga i sintomi prima di registrarlo. Dobbiamo affidarci a misure intermedie, detti “esiti surrogati”: le risposte anticorpali indotte dal vaccino in una serie di volontari, confrontate con quelle indotte in volontari cui è stato iniettato placebo. Per essere certi che le caratteristiche dei due gruppi siano uguali, si assegnano i volontari all’uno e all’altro braccio su base casuale (randomizzazione).


Il trial randomizzato è considerato il metodo più affidabile per valutare l’efficacia di qualsiasi farmaco anche se raramente, per la scarsa durata e le piccole dimensioni, può rilevare effetti indesiderati rari, ovvero a lungo termine. La forza dell’assegnazione casuale sta nel fatto che le diversità note e ignote fra partecipanti si annullano a vicenda essendo presenti in egual misura nei due bracci. Nel caso dei vaccini antinfluenzali la debolezza sta nell’uso inevitabile di quantità di anticorpi come esito surrogato.


È difatti discutibile la relazione fra esito vero, ossia quanto avviene nella realtà, detto di campo (diminuzione o prevenzione dei sintomi, interruzione della trasmissione virale, diminuzione delle complicanze e della mortalità) ed esito surrogato. In pratica, nelle maggior parte degli studi, l’efficacia del vaccino è determinata dalla sua capacità di produrre anticorpi nei soggetti immunizzati, non dal confronto della frequenza della malattia tra i vaccinati e i non vaccinati. Ma c’è un rimedio utile: effettuare una revisione di tutti gli studi eseguiti su vaccini che hanno usato tecnologie simili. Il loro studio dovrebbe darci un’idea della performance passata e futura. La revisione di tutti gli studi (274) condotti su tutte le età e i gruppi di popolazione che riportassero esiti di campo, e confrontassero la performance dei vaccini con placebo o col non far niente, ha portato a queste conclusioni:


  • nei bambini sotto i due anni i vaccini sono inefficaci7

  • nei bambini più grandi, negli adolescenti i vaccini hanno una certa efficacia nel ridurre i sintomi della sindrome influenzale

  • negli adulti sani accelerano il ritorno al lavoro di mezza giornata in media8

  • negli anziani ultra 65enni9 è risultata incerta, quando non addirittura assente.


Sono state descritte con chiarezza le tante inadeguatezze metodologiche degli studi fin qui svolti per valutare l’efficacia dei vaccini antinfluenzali10. Poco si sa della durata della protezione indotta nei bambini: è doveroso chiedersi quale potrebbe essere l’esito di un’immunizzazione di massa contro l’influenza fin dalla più tenera età. Sarebbe rischioso lasciarli sguarniti contro virus tanto mutevoli per i quali è invece necessario costruire nel tempo un ampio inventario di difese immunitarie11.


Molto è stato scritto sull’importanza della vaccinazione dei bambini sani per ottenere un contenimento della morbilità dei contatti scolastici e familiari, per diminuire i costi sociali ed economici della malattia. Ma anche questa argomentazione è contestata, l’efficacia non è provata,1213 ammesso che sia morale tentare di non permettere a un bambino di ammalarsi una settimana per consentire ai familiari di non perdere qualche ora lavorativa. Anche l’azione protettiva del vaccino sulle otiti medie acute, argomento più volte portato a sostegno della vaccinazione, risulta quanto meno controversa. Le conclusioni negative sono riportate da uno studio clinico in doppio cieco, con placebo ai controlli, eseguito su bambini minori di 2 anni.14


Le cose si complicano negli anziani, nonostante la mole di studi eseguiti (70 che riportano osservazioni su 100 stagioni influenzali in continenti diversi lungo 50 anni). La ricerca dice, in sostanza, che sugli anziani l’efficacia del vaccino antinfluenzale è modesta: il tasso di mortalità tra gli anziani nella stagione invernale non è cambiato dal 1989, quando solo il 15% degli statunitensi e canadesi over 65 anni veniva vaccinato, ai giorni d’oggi in cui questa fascia di popolazione presenta una copertura superiore al 65%..


Anche Autori favorevoli all’uso dei vaccini affermano: ”Le prove che i vaccini oggi in uso offrano una costante alta protezione non sono esaustive, soprattutto per individuo a rischio complicanze e per gli over-65 – spiega Michael Osterholm dell’Università del Minnesota. C’è un bisogno urgente di una nuova generazione di vaccini altamente efficace e a protezione incrociata”. La sua metanalisi riguardo al vaccino antinfluenzale più usato in USA , il trivalente inattivato (TIV), stima che l’ efficacia sia solo del 59% in adulti sani. 15


In conclusione, “E’ evidente che un intervento di massa come la vaccinazione per colpire un agente relativamente raro come il virus influenzale, ha scarso senso16”.


Le reazioni avverse


Come tutti i farmaci e vaccini, anche quello antinfluenzale può causare reazioni avverse ed effetti collaterali.


Le reazioni locali (arrossamento, dolore, tumefazione, indurimento e prurito in sede di inoculo) sono frequenti ma poco importanti sotto il profilo clinico. Al contrario delle reazioni di ordine generale: febbre, malessere, mialgie, orticaria, angioedema, asma17, anafilassi sistemica18, artropatie19, glomerulonefrite20, mielite trasversa21, neuropatia ottica ischemica22, neurite ottica23, sindrome oculo-respiratoria, poliangite microscopica24, Sindrome di Guillan-Barré2526, paralisi dei nervi cranici27.


Numerosi studi non randomizzati hanno valutato l’associazione tra i vaccini anti-influenzali inattivati e una serie di rari e possibili effetti collaterali, come il melanoma cutaneo, l’arresto cardiaco primario, le malattie demielinizzanti, le alterazioni della funzione polmonare, la sindrome oculo-respiratoria, la sindrome di Guillain Barré e la Paralisi di Bell. Da studi effettuati su più di 21 milioni di persone, emerge come, per ogni milione di vaccinati, si verifichino da 1,6 a 10 casi in più di sindrome di Guillain Barré28.


La revisione Cochrane fa notare l’insufficiente valutazione degli effetti collaterali negli studi condotti: su 135, solo 17 studi li prendono in considerazione, lacuna ancora più grave per la sicurezza dei bambini , specie più piccoli.29 La vaccinazione di massa potrebbe evidenziare reazioni ancora non conosciute, dal momento che i bambini sottoposti al farmaco sarebbero molto, molto più numerosi dei pochi arruolati negli studi clinici eseguiti. Anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie solleva il problema dei pochi dati esistenti riguardo ai potenziali effetti avversi a lungo termine, collegati alla ripetizione annuale della vaccinazione.30


Quesiti e richieste


Il triste conteggio degli anziani deceduti dopo la vaccinazione antinfluenzale aumenta giorno dopo giorno. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha reso noto che: «A seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali (il numero è aumentato considerevolmente NdA), verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics s.r.l., in attesa di disporre degli elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui campioni già prelevati, per valutare un eventuale nesso di causalità con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti. L’AIFA invita i pazienti che abbiano in casa confezioni del vaccino FLUAD a verificare sulla confezione il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, a contattare il proprio medico per la valutazione di un’alternativa-vaccinale».


fluad


La salute è un bene primario, e la sua difesa è compito sicuramente delle Istituzioni preposte, ma è diritto e dovere di ogni cittadino contribuire a questo obiettivo attraverso scelte personali ponderate e accurate. Solo una corretta informazione consente la libertà di scelta, e per questo rivolgiamo queste richieste sia agli organi di controllo che all’intera comunità scientifica, che da sempre è dubbiosa sulla reale opportunità di eseguire la vaccinazione antinfluenzale, dal momento che si stima che solo il 20% del personale sanitario pratichi regolarmente l’immunizzazione contro l’influenza stagionale.


In primo luogo, due quesiti:

  1. Perché il sequestro solo di 2 lotti? Certamente perché le reazioni avverse gravi si sono verificate dopo la somministrazioni di quei vaccini; ma in via cautelativa non andava bloccata tutta la produzione?

  2. Che istruzioni hanno ricevuto i medici di famiglia da parte del Ministero su come comportarsi nei confronti dei pazienti vaccinati con i farmaci ritirati? Che significa “valutazione di un’alternativa vaccinale”? Che dovrebbe proporre un altro tipo di vaccino? Allora ci sono dubbi anche sull’efficacia, non solo sulla sicurezza?

  3. Non sarebbe opportuno che l’AIFA e il Ministero della salute stilassero linee guida per monitorare lo stato di salute di quanti sono stati vaccinati?


Inoltre, dal momento che in questi ultimi anni una larga fascia della popolazione sopra i 65 anni di età si sottopone al vaccino anti-influenzale e che questo viene spesso raccomandato anche per i bambini, parrebbe opportuno adottare le seguenti misure:


1. Attuare programmi di vaccino-vigilanza attiva su campioni numerosi di popolazione.

2. Organizzare uno studio che raffronti lo stato di salute di bambini e anziani vaccinati e non vaccinati contro l’influenza, mettendo a confronto sia le condizioni generali di salute che l’eventuale peggioramento delle patologie cronico-degenerative di cui sono affetti, visto che la vaccinazione è proposta per le categorie a rischio.

3. Effettuare un’indagine sugli anziani deceduti tra novembre e dicembre anche negli anni scorsi per conoscere la correlazione temporale con la somministrazione del vaccino antinfluenzale

4. Estendere lo studio a tutti i casi di decesso di lattanti nel corso del primo anno di età negli ultimi anni, al fine di conoscere la correlazione temporale con la somministrazione della vaccinazione esavalente.


I recenti casi di decesso non devono essere trattati, infatti, né come sporadici casi da far precipitare al più presto nella dimenticanza, né come spauracchi da esibire per demonizzare i vaccini. Essi pongono un problema, su cui da anni insistiamo, quello cioè della sicurezza dei vaccini e, soprattutto, dell’assennatezza o meno di progettare campagne di vaccinazione di massa volte a contrastare patologie che riguardano, come ho esposto sopra, l’11 % dei casi di sindromi influenzali. Un simile progetto, che consiste niente meno che nella volontà di ri-programmazione artificiale del sistema immunitario umano, non può essere attuato senza una verifica approfondita degli effetti tanto di breve che di lungo periodo, senza vagliare se l’insorgere di una serie di patologie con cui oggi, assai più di ieri, dobbiamo confrontarci, quali le malattie auto-immuni, costituiscano o no il contraccolpo di interventi vaccinali troppo fitti, troppo estesi a qualsiasi genere di patologia, anche quelle lievi, e dunque non necessari alla tutela della salute umana.


AsSIS

1 Tom Jefferson. Non tutto è influenza, anzi pochissimo. La verità sui vaccini: nessuno sa se e quanto funzionino davvero. Sole 24 ore Sanità, 1-7 dicembre 2009.

2 FluNews : aggiornamento alla 17° settimana del 2014 (21 -24 Aprile 2

3 Ministero della Salute. Vaccinazione antinfluenzale di massa in età pediatrica. Quali evidenze abbiamo? Bollettino di informazione sui Farmaci 2003; 5-6: 187-96

4 Schanzer DL, Langley JM, Tam TWS Hospitalization attributable to influenza and other viral respiratory illnesses in canadian children Pediatr Infect Dis J 2006;25:795-800

5 Kusel MMH, de Klerk NH, Holt PG, et al. Role of respiratory viruses in acute upper and lower respiratory tract illness in the first year of life Pediatr Infect Dis J 2006;25:680-6.

6 Szilagji PG, Fairbrother G, Griffin MR et al. Influenza vaccine effectiveness among children 6 to 59 months of age during 2 influenza seasons. Arch Pediatr Adolesc Med 2008; 162:943-51

7 Jefferson T, Smith S, Demicheli V et al. Assessment of efficacy and effectiveness of influenza vaccines in healthy children: systematic review. Lancet 2005; 365:773-80

8 Cochrane Journal Club http://www.cochranejournalclub.com/vaccines-for-preventinginfluenza-clinical/

9 Jefferson T, Di Pietrantonj C. Inactivated influenza vaccines in elderly – are you sure? Lancet 2007; 370:1199-00

10 Jefferson T. Influenza vaccination: policy versus evidence. BMJ 2006;333:912-5

11 Grandori L Vaccinare contro l’influenza i bambini sani: con quali obiettivi? Quaderni ACP 2007 14:(3) 122-123

12 Esposito S, Marchisio P, Bosis S. Clinical and economic impact of influenza vaccination on healthy children aged 2-5 years. Vaccine 2006;24:629-35

13 Jordan R, Olowokure B. In direct community protection against influenza by vaccinating children: a review of two recent studies from Italy and United States. Eurosurveillance Weekly 2004 Dec 16;12(51) 041216

14 Hoberman A, Greenberg D, Paradise JL.Effectiveness of inactivate influenza vaccine in preventing acute otitis media in young children.JAMA 2003;290:1608-16

15Michael T Osterholm, Nicholas S Kelley,Alfred Sommer, Edward A Belongia Efficacy and effectiveness of influenza vaccines: a systematic review and meta-analysis The Lancet Infectious Diseases, Volume 12, Issue 1, Pages 36 – 44, January 2012

16 Tom Jefferson. Non tutto è influenza, anzi pochissimo. La verità sui vaccini: nessuno sa se e quanto funzionino davvero. Sole 24 ore Sanità, 1-7 dicembre 2009.

17 Takahashi T, et al Influenza vaccines N Engl J Med 2007;356(11):1172-3

18 Skowronski DM, et al Solicited adverse events after influenza immunization among infants, toddlers,and their household contacts Pediatrics 2006;117(6):1963-71

19 Thurairajan G, Hope-Ross MW, et al Polyarthropathy, orbital myositis and posterior scleritis: an unusuale adverse reaction to influenza vaccine Br J Rheumatol 1997;36(1):120-123

20 Yanai-Berar N,et al Influenza vaccination induced leukocytoclastic vasculitis and pauci-immune crescentic glomerulonephritis Clin Nephrol 2002;58(3):120-3

21 Bakshi R, Mazziotta JC.Acute transverse myelitis after influenza vaccination: magnetic risonance imaging findings J Neuoroimaging 1986;6(4):248-250

22 Kawasaki A,Purvin VA, Tanq R Bilateral anterior ischemic optic neuropathy following influenza vaccinaton J Neuroophthalmol 1998;18(1):56-9

23 Poser CM neurological complications of influenza vaccination Acta Neurol scand 1982;66(4):413-431

24 Tavadia S, et al Leucocytoclassic vasculits and influenza vaccination Clin Exp Dermatol 2003;28(2):154-6

25 Geier MR, Geier DA, et al Influenza vaccination and Guillan-Barré syndrome Clin Immunol 2003;107(2)116-121

26 Bryan J, Noble GR.Guillan-Barré Syndrome after administration of killed vaccines JABS Symposium on Influenza Immunization 1977 1,6

27 Felix JK, Schwartz RH, Myers G Isolated hypoglossal nerve paralysis following influenza vaccination Amer J Dis Child 1976;130(1):82

28 Jefferson T, Di Pietrantonj C, Rivetti A, Bawazeer GA, Al-Ansary LA, Ferroni E. Vaccines for preventing influenza in healthy adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 7. Art. No.: CD001269. DOI: 10.1002/14651858.CD001269.pub4

29 Jefferson T, Smith S, Demicheli V, et al. Safety on influenza vaccines in children. Lancet 2005;366:803-4

30

Lopalco PL, Giesecke J. Panel of internationals experts concludes on influenza and pneumococcal vaccination in Europe. Euro Surveill

2007;12(1):E070118.1.


fonte riportata di seguito


http://www.assis.it/le-percentuali-reali-dellinfluenza/
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FluNews: bollettino epidemiologico settimanale delle sindromi influenzali

FluNews: bollettino epidemiologico settimanale delle sindromi influenzali


8 maggio 2014


Al fine di fornire un quadro dettagliato sull’andamento delle sindromi influenzali nel periodo epidemico stagionale e facilitare gli operatori sanitari nell’utilizzo dei risultati dei diversi sistemi di rilevazione, il reparto di Epidemiologia delle malattie infettive del Cnesps-Iss pubblica – in collaborazione con la Fondazione Isi di Torino, con il Centro interuniversitario di ricerca sull’influenza e con il SSEpi-SeREMI Asl AL (Regione Piemonte) – il bollettino settimanale “FluNews” che integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza.

 


 

Le informazioni pubblicate nel rapporto prendono spunto dai dati registrati tramite:


 

  • InfluNet, il sistema di sorveglianza sentinella basato sulle segnalazioni dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta

  • Il monitoraggio dell’andamento delle forme gravi e complicate di influenza, basato sul sistema di sorveglianza speciale attivo dalla stagione 2009/2010

     

  • InfluWeb, basato sulla segnalazione spontanea dei cittadini

  • la sorveglianza sindromica degli accessi ai Pronto Soccorso (PS) basata sul flusso automatico dei dati provenienti dai PS.

L’idea di FluNews nasce nell’ottobre 2009 quando, in piena pandemia influenzale, si rendeva necessario un resoconto periodico complessivo con il punto della situazione con una lettura integrata dei risultati raccolti. Consulta l’archivio.


 

 

L’attività dei virus influenzali è tornata ai livelli di base. La pubblicazione di “FluNews” riprenderà all’inizio della stagione influenzale 2014-2015.


 

influenza foto

Leggi e scarica:


 

 

Stagione influenzale 2013-2014


 

  • FluNews – aggiornamento alla settimana 17 del 2014 (pdf 1,6 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 12 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 11 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 10 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 9 del 2014 (pdf 1,6 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 8 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 7 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 6 del 2014 (pdf 1,7 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 5 del 2014 (pdf 1,2 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 4 del 2014 (pdf 1,2 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 3 del 2014 (pdf 1,2 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 2 del 2014 (pdf 1,2 Mb)

Stagione influenzale 2012-2013


 

  • FluNews – aggiornamento alla settimana 14 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 13 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 12 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 11 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 10 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 8 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 7 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 6 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 5 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 4 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 3 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 2 del 2013 (pdf 1,1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 1 del 2013 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 51 del 2012 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 50 del 2012 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 49 del 2012 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 48 del 2012 (pdf 1 Mb)
  • FluNews – aggiornamento alla settimana 47 del 2012 (pdf 1,1 Mb).

 


 

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Morbillo,dati e statistiche ufficiali

R

Morbillo: Dati e statistiche Ufficiali del governo Britannico.


MORTI IN INGHILTERRA E GALLES


STATISTICA E RICERCA.


MORBILLO: RISULTATI REGIONALI 2014
Sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia
Rapporto n. 11 dicembre 2014 e gennaio 2015

in Italia, su un totale di 1.674 casi di morbillo segnalati nel 2014, solo il 57,8% (pari a 967 casi) ha avuto una conferma di laboratorio (range regionale: 27,3% – 94,7%); ciò significa che il 42,2% ovvero in 707 tale conferma non si è avuta per cui il presunto morbillo probabilmente non era tale. Sempre in Italia, il maggior numero dei casi è stato segnalato da 6 regioni: Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia e Sardegna che insieme hanno segnalato circa l’80,8% dei casi totali (Piemonte 31,4%, Emilia-Romagna 12,3%, Liguria 11,8%, Lazio 10,6%, Lombardia
8,7%, Sardegna 6,0%).
In Italia, nel 2014, l’incidenza dei casi di morbillo è stata pari a 2,8 casi per 100.000 abitanti. L’incidenza più elevata è stata osservata in Liguria con 12,4 casi per 100.000 abitanti, seguita dal Piemonte con 11,9, dalla Sardegna e dall’Emilia-Romagna rispettivamente con 6,0 e 4,6 casi per 100.000 abitanti.

Il rapporto è accessibile on line al seguente indirizzo:https://www.epicentro.iss.it/prob…/morbillo/bollettino.asp

 

 

Anno Notifiche Totale Morti
1940 409.521 857
1941 409.715 1.145
1942 286.341 458
1943 376.104 773
1944 158.479 243
1945 446.796 729
1946 160.402 204
1947 393.787 644
1948 399.606 327
1949 385.935 307
1950 367.725 221
1951 616.182 317
1952 389.502 141
1953 545.050 242
1954 146.995 45
1955 693.803 174
1956 160.556 28
1957 633.678 94
1958 259.308 49
1959 539.524 98
1960 159.364 31
1961 763.531 152
1962 184.895 39
1963 601.255 127
1964 306.801 73
1965 502.209 115
1966 343.642 80
1967 460.407 99
1968 236.154 51
1969 142.111 36
1970 307.408 42
1971 135.241 28
1972 145.916 29
1973 152.578 33
1974 109.636 20
1975 143.072 16
1976 55.502 14
1977 173.361 23
1978 124.067 20
1979 77.363 17
1980 139.487 26
1981 52.979 15
1982 94.195 13
1983 103.700 16
1984 62.079 10
1985 97.408 11
1986 82.054 10
1987 42.158 6
1988 86.001 16
1989 26.222 3
1990 13.302 1
1991 9.680 1
1992 10.268 2
1993 9.612 4
1994 16.375 0
1995 7.447 1
1996 5.614 0
1997 3.962 3
1998 3.728 3
1999 2.438 3
2000 2.378 1
2001 2.250 1
2002 3.232 1 *
2003 2.488 0
2004 2.356 1
2005 2.089 0
2006 3.705 1
2007 3.670 1
2008 5.088 2
2009 5.191 1
2010 2.235 0
2011 2.355 1
2012 4.210 1
2013 ** 6.102 1

* Noto che non sia infezione da morbillo


** Dati provvisori


Fonte: Ufficio per le statistiche nazionali


Prima del 2006, l’ultima morte per morbillo è avvenuta nel 1992.


Nel 2006, morì per morbillo,un ragazzo di 13 anni che aveva una malattia polmonare  e stava prendendo farmaci immunosoppressori. Un’altra morte causa morbillo,è avvenuta nel 2008 in un bambino non vaccinato con immunodeficienza congenita, la cui condizione non ha richiesto il trattamento con immunoglobuline.


Nel 2013, è stato segnalato 1 decesso per un uomo di 25 anni, dopo la polmonite acuta come complicanza del morbillo. Tutti gli altri morti per morbillo dal 1992 sopra riportati, appartengono ad un’età elevata (in individui più anziani) e si parla di morte per complicanze causate dagli effetti tardivi del morbillo.


Dati di sorveglianza attuali


Principali sviluppi

Segnalazione di settembre 2013 – agosto 2014; i dati di sorveglianza del morbillo e dati epidemia a fine agosto 2014


  • Durante il recente periodo dei 12 mesi (settembre 2013 – agosto 2014), 30 paesi UE / SEE ,hanno segnalato 5 309 casi.

  • Germania, Italia e Paesi Bassi hanno riportato 3 876 casi, pari al 73% dei casi in questo periodo.

  • In dieci paesi, il tasso di morbillo notifica era meno di un caso ogni milione di abitanti nel corso degli ultimi 12 mesi. Più alti tassi ,sono quelli osservati nella Repubblica Ceca (20,8 per milione), l’Italia (34,4) e Paesi Bassi (79,8).

  • Il 57% per cento dei casi ha avuto un risultato positivo contro il morbillo (sierologia, rilevamento di virus, o di isolamento).
  • Dei 5309 casi, l’80% sono stati vaccinati, l’8% erano stati vaccinati con una dose, 4% con due dosi, 1% con un numero imprecisato di dosi e il 7% aveva uno stato vaccinale sconosciuto.

  • Nel gruppo per la vaccinazione MMR per l’ infanzia (età 1-4 anni), il 76% dei casi sono stati vaccinati, il 17% sono stati vaccinati con una dose, 3% con due dosi o più, 1% con un numero imprecisato di dosi e 3% ha avuto un stato vaccinale sconosciuto.

  • Una morte morbillo-correlata è stata riportata durante il periodo settembre 2013 – agosto 2014 e cinque casi sono stati complicati da encefalite acuta morbillo.

Questa sezione

Gli ultimi dati di sorveglianza
gli ultimi dati mensili sul morbillo presentati da paesi UE / SEE al CEPCM. Il numero di casi segnalati devono essere trattati come dati preliminari.

Relazioni di monitoraggio
Questi dati si basano su una maggiore sorveglianza da ECDC, siti web nazionali, di allarme rapido e di reazione (SARR), convalidati i media e la comunicazione per le autorità nazionali.

Morbillo mappe
su base mensile Mappe di casi di morbillo segnalati, da parte dei paesi UE / SEE al CEPCM tramite il sistema europeo di sorveglianza (TESSy).

Archivio: EUVAC.net rapporti
rapporti di sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino pubblicati dalla EUVAC.Net 1999-2011.

Il morbillo e la rosolia relazioni di controllo

  • Il morbillo e la rosolia monitoraggio – luglio 2014 15 agosto 2014
  • Il morbillo e la rosolia, il monitoraggio Aprile 2014 27 Maggio 2014
  • Il morbillo e rosolia relazione di monitoraggio, Gennaio – Dicembre 2013 28 Feb 2014
  • Il morbillo e la rosolia, il monitoraggio ottobre 2013 7 gennaio 2014
  • Morbillo e della Rosolia monitoraggio, giugno 2013 1 Agosto 2013

TUTTO QUESTO POTRA’ ESSERE CONSULTATO CLICCANDO SULLA SEGUENTE FONTE


http://www.ecdc.europa.eu/en/healthtopics/measles/epidemiological_data/pages/annual_epidemiological_reports.aspx
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Allerta polio? Previsioni smentite

Allerta polio? Previsioni smentite


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Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la diffusione della poliomielite costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e ha emesso raccomandazioni temporanee a norma dell’International Health Regulations (IHR 2005) per ridurre l’esportazione dei poliovirus. Poi però i dati 2013 danno tutta un’altra visione della cosa. Vediamo meglio cosa è accaduto.


Le principali misure raccomandate dall’OMS sono state:


1 ) garantire che i residenti e chi ha soggiornato per lunghi periodi in Camerun, Pakistan e Siria siano vaccinati prima di un viaggio internazionale;


2 ) incoraggiare i residenti e chi ha soggiornato per lunghi periodi in Afghanistan, Guinea Equatoriale, Etiopia, Iraq, Israele, Somalia e Nigeria a ricevere la vaccinazione prima di un viaggio internazionale;


3) accertare che tali viaggiatori siano forniti di un certificato internazionale che documenti lo status vaccinale.


La preoccupazione nasceva dal fatto che i casi di polio erano aumentati nei primi mesi dell’anno, periodo climaticamente poco favorevole per la trasmissione della malattia. L’Oms ha dunque prescritto quelle misure in considerazione del fatto che maggio e giugno sono considerati i mesi ad alta trasmissione.


I dati consultati il 26 ottobre forniti dal Programma internazionale di eradicazione della polio http://www.polioeradication.org/dataandmonitoring/poliothisweek.aspx indicano che i casi di polio alla stessa data dell’anno scorso sono in diminuzione. E che nel 2013 i casi totali sono stati 416: avete capito bene, 416. Un paragone? La lebbra conta 230mila nuovi casi ogni anno nel mondo (http://www.aifo.it/contents/lebbra-e-sanita-di-base-2), 216 milioni i casi di malaria stimati nel mondo (http://www.epicentro.iss.it/problemi/malaria/epid.asp).


E’ ancora presto per dire se tale riduzione sia frutto delle iniziative messe in atto, o se vi sia stato un allarmismo ingiustificato. Nel nostro Paese si è utilizzato questo allerta, che ha interessato zone geograficamente lontane (basta scorrere l’elenco delle nazioni interessate dal piano straordinario dell’OMS) per diffondere un po’ di paura tra i genitori e per dar fiato al solito ritornello: “Ma sei matta a non vaccinare tuo figlio, con tutti questi extracomunitari!”


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Grazie al Dott.Serravalle per i dati forniti


http://www.eugenioserravalle.it/allerta-polio-previsioni-smentite/


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Aggiornamento dati ufficiali sul Morbillo

Andamento della malattia e aggiornamento


MORBILLO Dati UFFICIALI  aggiornati con fonti nel 2015


ULTIMI AGGIORNAMENTI DI FEBBRAIO 2015


MORBILLO E ROSOLIA
Il report della ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control)


vaccino ima

http://ecdc.europa.eu/…/Measles-rubella-quarterly-Dec2014.p…


Astratto

• Nel corso del periodo di riferimento di 12 mesi (ottobre 2013-settembre 2014), in 30 Paesi UE / SEE che effettuano la sorveglianza per morbillo sono stati segnalati 4.735 casi. Ventisei dei 30 paesi partecipanti hanno segnalato costantemente durante il periodo di 12 mesi.
• Germania, Italia e Paesi Bassi hanno rappresentato il 61,1% dei casi in questo periodo di 12 mesi.
• In otto, dei 26 paesi, il tasso di morbillo notificato era inferiore ad un caso per milione di abitanti, sei paesi hanno dichiarato 0 casi durante il periodo di 12 mesi.

• Nessuna epidemia di rosolia è stata rilevata da un’epidemia dopo l’ultima relazione.
• Nel mese di dicembre 2013 la rosolia è stata resa una malattia soggetta a denuncia in Germania.


 ALLEGATI


 

  • I tassi di mortalità infantile sono regrediti con il numero di dosi di vaccino

Infant mortality rates regressed against number of vaccine doses…

The infant mortality rate (IMR) is one of the most important indicators of the socio-economic well-being and public health conditions of a country….
NCBI.NLM.NIH.GOV

I dati di sorveglianza per il morbillo sono stati recuperati dal sistema europeo di sorveglianza (TESSy) il 27 ottobre 2014. L’analisi ha riguardato il periodo di 12 mesi da ottobre 2013 a settembre 2014. Ventisei Paesi della UE / SEE hanno riportato i dati basati sui casi per il periodo di 12 mesi. Croazia e Paesi Bassi non hanno
riportato tutti i dati dal luglio 2014. Lussemburgo ha riferito i dati aggiornati a gennaio 2014 (Figura 1, Tabella 1).
Durante il periodo di 12 mesi, sono stati riportati 4.735 casi di morbillo (tabella 1), che è inferiore rispetto all’epidemia del 2010 (n = 32.480), 2011 (n = 32.033), così come 2012 (n = 11.316) e il 2013 (n = 10.533) (Figura 2). Il numero di casi osservati nel mese di settembre 2014 e le notifiche per il periodo di 12 mesi sono mostrati nelle figure 3 e 4. Il tasso di notifica per morbillo è stato inferiore ad un caso per milione di abitanti in 8 dei 26 paesi che hanno riferito costantemente nel periodo di 12 mesi, tra cui sei paesi che non hanno registrato alcun caso (Tabella 1). I Paesi che hanno riportato il maggior numero di casi sono stati l’Italia (43,5% di tutti i casi), i Paesi Bassi (18,9%) e la Germania (7,9%) (Tabella 1).
I MAGGIORI TASSI NOTIFICATI HANNO RIGUARDATO I BAMBINI SOTTO UN ANNO DI ETA’ (43,3 casi per milione di abitanti), seguiti dai bambini di età 1-4 anni (33,4) e gli adolescenti di età compresa tra 15-19 anni (21,4) (Figura 5). Di tutti i casi, il 59,4% è risultato positivo per il morbillo (sierologia, rilevamento virus o isolamento) anche se ci sono grandi variazioni tra i paesi in proporzione ai casi confermati in laboratorio, tutto ciò può essere attribuito alla grande variazione nel numero dei casi segnalati da parte dei paesi, nonché alle diverse capacità di laboratorio.
Lo stato vaccinale è stato conosciuto per 4.368 (92,2%) dei 4.735 casi segnalati. Di questi, l’85,1% (3.719 casi) erano non vaccinati, il 9,2% (402) aveva ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo, il 4,9% (214) aveva ricevuto due o più dosi, e lo 0,8% (33) aveva ricevuto un numero imprecisato di dosi. La percentuale di casi non vaccinati è stata elevata in tutte le età e la più alta tra i bambini di età compresa tra i 10-14 anni (89%) e meno di un anno di età (93%). Il numero dei casi in quest’ultimo gruppo di età riguarda SPESSO SOGGETTI TROPPI PICCOLI PER ESSERE AMMESSI ALLA VACCINAZIONE.

Tra i bambini di età compresa tra 1-4 anni che rientrano nei programmi di vaccinazione di routine dell’infanzia, il 76,5% dei casi sono stati vaccinati (Figura 6). La copertura vaccinale per morbillo (due dosi) per ciascun paese è raffigurata nella figura 3.
Il tasso di casi, notificato per fascia d’età, è stato calcolato per i tre paesi dichiaranti maggior parte dei casi (Figura 7a-f). I tassi di notifica hanno rivelato un modello molto eterogeneo, con l’Italia che mostra tassi più elevati tra gli adolescenti di età compresa tra i 15-19 anni e i bambini di età compresa tra 1-4 anni, e la Germania che mostra tassi più elevati nei bambini di età inferiore a uno e bambini dai 1-4 anni, mentre i Paesi Bassi hanno registrato tassi più elevati nei bambini di età compresa tra 5-14 anni. In tutti e tre paesi, la maggior parte dei casi sono stati vaccinati (figure 7a-f).
Durante il periodo di 12 mesi, cinque casi hanno presentato encefalite acuta da morbillo ed un caso di decesso da morbillo.
Il numero di casi di morbillo nell’Unione Europea è stato basso rispetto agli ultimi anni. E’ probabile attribuire la dinamica della trasmissione dell’infezione nella popolazione successivamente agli anni epidemici nel 2010 e 2011.

Tuttavia, il numero di casi rimane elevato, visto che il morbillo e la rosolia sono mirati per
eliminazione in Europa entro il 2015. L’ immunità nella popolazione e la sorveglianza di alta qualità sono essenziali per raggiungere questo obiettivo. Per interrompere la circolazione del virus, la copertura di vaccinazione di almeno il 95% deve essere raggiunta con due dosi di vaccino contenente morbillo somministrato attraverso la vaccinazione di routine *
I dati ( OMS) a partire dal 2013 mostrano che tassi di copertura in 22 Stati membri dell’UE / SEE sono al di sotto di questo obiettivo, mentre esistono ancora sacche di soggetti suscettibili in tutta l’Unione europea, anche nei paesi con alta copertura vaccinale. Le misure attuate negli Stati membri devono essere ampliate e accelerato se il bersaglio eliminazione è da raggiungere.


 

Aspetti epidemiologici in Italia

  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/epidItalia.asp

Morbillo & Rosolia News: il bollettino della sorveglianza integrata morbillo-rosolia

  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp

foto di Sandra Sandy Piccioni.

In Italia, sul totale dei 1259 casi di morbillo segnalati nel 2014, solo il 51,5% è stato confermato in laboratorio. Il maggior numero dei casi si è verificato in Piemonte, in Liguria e in Emilia-Romagna che insieme hanno segnalato il 66,3% dei casi osservati (Piemonte 39,2 ; Liguria 15,0% e Emilia-Romagna 12,1%).


fonte di seguito

http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/Measles-rubella-quarterly-Dec2014.pdf


 

L’incidenza dei casi di morbillo nei primi cinque mesi del 2014 è stata pari a 2,1 casi per 100.000 abitanti. 


L’incidenza più elevata è stata osservata in Liguria con 12,1 casi per 100.000, seguita dal Piemonte con 11,3 e dall’Emilia-Romagna e dalla Sardegna con 3,5 e 3,3 casi per 100.000 rispettivamente.
La diarrea è la complicanza più frequentemente segnalata. Sono stati riportati 53 casi di polmonite, 45 casi cheratocongiuntivite, 29 casi di epatite e 9 casi di trombocitopenia.


NON SONO STATI SEGNALATI CASI DI ENCEFALITE


 http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino/R&M_News_2014_06.pdf


epicentro

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MALATTIE ERADICATE

MALATTIE ERADICATE

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Spesso assistiamo alle solite affermazioni: “Se non fosse per i vaccini avremmo ancora il vaiolo, la poliomelite, la difterite….” e quando a farle è un medico allora la cosa è addirittura gravissima perchè se è scusabile l’ignoranza in un comune cittadino non lo è in un medico per i seguenti motivi:
1) secondo l’OMS la più grande scoperta della medicina è stata…l’acqua corrente per cui, soprattutto parlando di forme virali, si potrebbe affermare a maggior ragione che è stata l’acqua corrente ad eliminare tali forme virali (e sicuramente si andrebbe maggiormente vicini alla verità storico-scientifica);
2) dai grafici relativi ai decessi e/o ai gravi danni conseguenti alle forme virali vaccinabili in paesi come Italia, USA. GB, Francia, Germania etc. risulta che prima dell’introduzione delle vaccinazioni di massa queste si erano già naturalmente ridotte di circa il 95%;
3) ci sono dati storico scientifici pubblicati sia dall’OMS come da prestigiose riviste che attestano inequivocabilmente quanto false siano certe affermazioni.
MALATTIE ERADICATE, PARLIAMO DI…..  
VAIOLO                        
vaiolo
 Divenne obbligatoria in Italia nel 1892 quando si contavano circa 1800 casi di vaiolo. Tra varie oscillazioni, si toccò il picco di oltre 16.000 casi in concomitanza con la fine della guerra 1915-18. Dal 1922 in poi il valore scese praticamente a zero rimanendo costante sino a scomparire nel 1950.
Secondo l’OMS in India fino al 1967 erano state somministrate 537 milioni dosi ma all’ inizio dell’anno ci fu la più grave epidemia di vaiolo con oltre 60.000 casi.
Nella rivista Weekly Epidemiological Record  l’OMS ammise che le vaccinazioni di massa non erano state la chiave del successo; anzi, aveva notato come ad ogni incremento delle vaccinazioni facesse seguito un considerevole aumento di casi come accaduto sistematicamente nel 1952, 1957, 1958, 1963, 1967, 1973 e 1974.
Si rinunciò quindi alle vaccinazioni preferendo agire sull’igiene ed isolando i malati. In Inghilterra la vaccinazione, introdotta nel 1798, divenne di massa nel 1840.
Negli anni 1861, 1867 e 1871 venne intensificata ma si ebbero tre importanti epidemie negli anni 1857-59, 1863-65 e 1871-72. Nel 1872, con copertura dell’86% della popolazione, si ebbe il picco massimo di morti mentre nel 1898 con copertura del 61% si toccò il minimo per cui venne abolito l’obbligo. Nel 1902, con copertura di quasi il 72% si ebbe nuova epidemia mentre nel 1920 con una copertura minima del 40% il tasso di mortalità crollò.
Secondo quanto riportato dall’Enciclopedia Britannica, in Baviera nel 1871 si ebbero 30.742 casi di vaiolo ma di questi ben 29.429 su persone vaccinate! Nella relazione della Direzione Generale del Comitato Esecutivo del World Health Organization, relativa al programma anti vaiolo del 1977, del’OMS si legge:
Durante la lotta decennale per l’eliminazione del vaiolo è emerso che il vaiolo può diffondersi anche in una popolazione completamente vaccinata.
Pertanto si è adottata un’altra strategia: le vaccinazioni di massa sono state sostituite da un monitoraggio e da un trattamento mirato della malattia” D’altra parte la malattia è scomparsa da sé anche in zone non sottoposte campagne vaccinali di massa. In Svezia la popolazione fu vaccinata sistematicamente sia nel 1871 che nel 1872 ma nel 1873 ebbe la più tragica epidemia di vaiolo della sua storia. Senza considerare poi che il vaiolo è scomparso anche da zone non oggetto di campagne di vaccinazione di massa; perchè?
POLIOMIELITE
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Nonostante l’Europa sia stata dichiarata Polio-free sin dal 2002 dall’OMS, perché da oltre 10 anni non vi erano casi di polio, inspiegabilmente nel 1996 è stata avviata una campagna di vaccinazione antipolio in Albania (organizzata dall’Italia) che però ha causato una grave epidemia con ben 76 casi di persone contagiate dal contatto con i vaccinati (Divizia et al., Genomie charaterization of human and environmetal polioviruses isolated in Albania, Appl. Environ.Microbiol. 65 (8): 353, 1999).
In India le varie campagne di vaccinazione di massa hanno sì ridotto drasticamente I casi di polio “selvaggia” ma hanno scatenato una serie di casi di Polio paralitica da vaccino. Nel luglio 2011 si sono avuti centinaia di casi di Polio in Pakistan; tra questi, almeno il 78% dei casi erano relativi a bambini appena vaccinati.
Negli USA i Centers for Desease Control and Prevention (CDC) hanno dimostrato la possibilità per i bambini di sviluppare la Polio in conseguenza della somministrazione del vaccino orale. Dal 1980 al 1999 ci sono stati 162 casi di Polio: otto di questi acquisiti fuori dagli States mentre gli altri 154 sono stati casi di polio paralitica (VAPP) causati da poliovirus vaccino orale vivo OPV.
Nell’autunno del 2011 la campagna di vaccinazione antipolio in Madagascar avrebbe scatenato un’epidemia di polio in quella zona dell’Oceano indiano.
DIFTERITE
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Nel 1928 in Ungheria venne vaccinata la popolazione delle campagne ma non quella della capitale Budapest. Nonostante ciò, il calo del tasso di mortalità fu identico. In Svizzera, il Cantone di Ginevra, fu vaccinato nel 1932 mentre quello di Vaud 12 anni dopo.
Nel Cantone vaccinato i casi scesero da 137 a 20; nell’altro da 135 a 25. Confrontando i grafici dei 19 paesi europei nei quali venne attuata la vaccinazione tra il 1946 ed il 1952 con quelli della Germania Occidentale che non attuò alcuna profilassi è possibile rilevare come sia casi di malattia che i decessi sono stati paradossalmente inferiori in Germania.
Confrontando i dati del periodo 1944-1952 dei casi di decesso tra Canada vaccinato e Giappone non vaccinato si scopre che in Canada la vaccinazione ha ottenuto risultati eccellenti ma in Giappone la NON vaccinazione…ha fatto miracoli!
Ricordo inoltre che la Difterite non è scomparsa in quanto per sua stessa natura non potrà mai essere debellata ma è semplicemente il stato “latente” in quanto le attuali condizioni igienico-sanitarie ed alimentari non le consentono di divenire “aggressiva”.
Gravissime forme virali come la peste e la “spagnola” sono state debellate senza l’ausilio di vaccini.


La medicina non è una scienza esatta ma per millenni è stata in continuo divenire e per questo motivo abbiamo avuto tanti e tali successi e progressi. Stranamente oggi, invece, solo perchè non si ha soprattutto la voglia e l’interesse ad andare oltre si vorrebbe far credere il contrario.

RIPORTIAMO QUELLO CHE è NELLA SEZIONE GRAFICI,L’ANDAMENTO DELLE MALATTIE UFFICIALI E DICHIARAZIONI DEL Dott.GAVA,ATTRAVERSO I LINK DI SEGUITO PER MAGGIORI APPROFONDIMENTI…
  .Vaccinazioni Pediatriche,che senso hanno? La parola al Dottor GAVA
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/17/che-senso-hanno-attuali-vaccinazioni-pediatriche-di-massa/472111/
  • “I bambini sani … anche senza medico”   Dott. R. Mendelsohn
    IMMUNIZZAZIONE E VACCINO
http://users.swing.be/carrefour.naissance/biblio/ES/chap19.htm
  • “Con le vaccinazioni abbiamo barattato gli orecchioni e il morbillo con il cancro e la leucemia.”
Robert Mendelsohn pediatra USA
“Bambini sani senza medicinali”
http://www.aslromag.info/web/index.php?option=com_content&view=article&id=1454%3Araccomandazioni-del-working-group-pediatrico-dellaifa-in-relazione-allutilizzo-dei-vaccini-mprv&catid=131%3Anews-farmacovigilanza&Itemid=587
  • POLIO 
 http://vaxtruth.org/2012/03/the-polio-vaccine-part-1-2/
  . Il direttore generale dell’Oms dell’epoca Halfdan Mahler definisce l’eradicazione del vaiolo come “un trionfo dell’ORGANIZZAZIONE e della GESTIONE SANITARIA, non della MEDICINA”. Parole pronunciate in occasione di un meeting in Kenya, al quale partecipava anche il direttore del programma di eradicazione Donald Henderson. A cui fu chiesto quale fosse la prossima malattia da sconfiggere. 

Henderson prese il microfono e rispose: “la CATTIVA GESTIONE della sanità”.

http://www.epicentro.iss.it/prob…/vaiolo/Vaiolo_Storia.pdf
www.epicentro.iss.it 
  • Un riepilogo dei dati sugli eventi avversi neurologici e il ruolo storico della vaccinazione nel corso naturale delle malattie infettive 
http://preventdisease.com/news/13/052413_Irrefutable-Evidence-Historical-Application-Vaccines-No-Health-Benefit-Impact-on-Prevention-Infectious-Disease.shtml  
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Epatite B Vaccino per neonati: Ne vale la pena?

Epatite B Vaccino per neonati: Ne vale la pena?

La ricerca del vaccino contro l’epatite B è importante anche perché dà un bel po ‘di informazioni su come il CDC (Centers for Disease Control) e l’ACIP (Comitato consultivo in materia di immunizzazione) si comportano quando si tratta di vaccini in generale.

Nel 1991, l’American Council on Immunization Practices (ACIP) ha raccomandato la vaccinazione universale di tutti i bambini negli Stati Uniti con 3 dosi di vaccino contro l’epatite B, iniziando entro 48 ore dalla nascita. L’epatite B è una malattia sessualmente trasmessa e si sviluppa allo stesso modo l’HIV e l’epatite C sono distribuite: attraverso il contatto con fluidi corporei un tale sperma, liquidi vaginali, e sangue. Quelli ad alto rischio di infezione includono uomini omosessuali, eterosessuali che hanno più partner sessuali, e gli operatori sanitari che sono esposti a fluidi corporei. I neonati le cui madri sono attivamente infettati con epatite B sono ad aumentato rischio di infezione.

Le donne incinte negli Stati Uniti sono sottoposti a screening per la malattia.

I bambini che sono nati da madri che non sono infettati con epatite B sono a rischio molto basso di infezione, in virtù del fatto che non sono impegnati in comportamenti ad alto rischio che sono associati con la malattia. (Vale a dire, neonati non fanno sesso e non usano droghe per iniezione).

Il  CDC afferma  che l’incidenza di infezione da epatite B nei bambini degli Stati Uniti (età 0-19 anni) è diminuito del 89% a seguito della vaccinazione di massa dei neonati. Questo è fuorviante, a mio parere. Quando si dice che l’incidenza della malattia è diminuito del 89% suona come il vaccino è stato estremamente efficace nel migliorare la salute dei bambini che lo ricevono.L’opposto è effettivamente il caso.

Qui ci sono alcuni studi che hanno indagato gli effetti sulla salute di epatite B vaccino nei bambini degli Stati Uniti:

  • Controllo per età, razza e genere contemporaneamente in 1994 NHIS, vaccino per l’epatite B è risultato essere associato con prevalente  l’artrite  [odds ratio (OR) = 5,91], incidenti  otiti acute  (OR = 1.60), e incidenti  faringite / rinofaringite  ( OR = 1.41).
  • Bambini Epatite B vaccinati avevano un odds ratio non aggiustato di 2.94 e le probabilità all’età ratio aggiustato di 2,35 per problemi al fegato  rispetto ai non-epatite B bambini vaccinati nel 1993 National Health Interview Survey. Bambini Epatite B vaccinati avevano un odds ratio non aggiustato di 2.57 e le probabilità all’età ratio aggiustato di 1,53 per  problemi al fegato rispetto ai non-epatite B bambini vaccinati nel 1994 National Health Interview Survey Dataset. 
  • Nelle persone non precedentemente esposti al virus dell’epatite B, la vaccinazione ha effetto chiaro sul rischio di sviluppare l’infezione, rispetto a nessuna vaccinazione. Il rischio di mancanza di livelli di anticorpi protettivi così come eventi avversi gravi e non gravi appaiono comparabili tra i destinatari e non destinatari del vaccino contro l’epatite B (nessun beneficio dalla somministrazione del vaccino)
  • Vaccino Engerix B sembra aumentare [il rischio di  demielinizzazione infiammatoria del sistema nervoso centrale ], in particolare per confermata  la sclerosi multipla , a più lungo termine. 
  • Questo studio ha esaminato l’associazione tra la vaccinazione con il vaccino triplice serie epatite B prima del 2000 e disabilità dello sviluppo  nei bambini di età 1-9 anni (n = 1824), approssimata dalla relazione genitori che il loro bambino riceve intervento precoce o servizi di educazione speciale (EIS) … Le  probabilità di ricevere EIS erano circa nove volte più grande per i ragazzi vaccinati come per i ragazzi non vaccinati … Questo studio ha trovato prove statisticamente significative per suggerire che i ragazzi negli Stati Uniti, che erano stati vaccinati con la serie triplice vaccino contro l’epatite B, durante il periodo di tempo in che i vaccini sono stati fabbricati con thimerosal, erano più sensibili alla disabilità dello sviluppo che erano ragazzi non vaccinati.  
  • Ragazzi vaccinati come i neonati avevano tre volte più probabilità di diagnosi di autismo rispetto ai bambini non vaccinati o vaccinati dopo il primo mese di vita. I risultati suggeriscono che i neonati maschi americani vaccinati con il vaccino dell’epatite B prima del 1999 (da libretto di vaccinazione) avevano un rischio tre volte superiore per il rapporto parentale della diagnosi di autismo rispetto ai bambini non vaccinati come neonati durante lo stesso periodo di tempo. 

Gli ultimi due articoli sopra citati analisi dei dati coinvolti per bambini che hanno ricevuto il vaccino dell’epatite B prima della eliminazione del thimerosal, o mercurio dal vaccino. Questo può portare a credere una volta che è stato compiuto il problema è stato risolto. Gli attuali vaccini per l’epatite B contengono elevate quantità di alluminio. I seguenti articoli hanno a che fare con i problemi connessi con l’alluminio nei vaccini infantili:

  • Nel presente riesame si descrive come l’uso di un approccio di biologia dei sistemi in cellule in coltura epatoblastoma (HepG2) ha permesso l’identificazione dei bersagli molecolari di tossicità Al.  metabolismo mitocondriale è il luogo principale dell’azione tossicologica di Al . 
  • Enzimi sensibili Fe-dipendente e redox in acidi tricarbossilici (TCA) Ciclo e fosforilazione ossidativa (OXPHOS) sono drammaticamente diminuite di esposizione Al. Nel tentativo di compensare la funzione mitocondriale diminuita, cellule di Al-trattate stabilizzare ipossia inducibile factor-1a (HIF-1a) per aumentare la produzione di ATP glocolysis. Inoltre, la tossicità Al porta ad un  aumento accumulo lipidico intracellulare  causa maggiore lipogenesi e una diminuzione della B-ossidazione degli acidi grassi.
  •  Al centro di questi effetti è l’alterazione di un chetoglutarato (KG) omeostasi. In cellule di Al-esposte, KG è preferenzialmente utilizzato per estinguere ROS conseguente accumulo succinato e la stabilizzazione di HIF-1a. Inoltre, la canalizzazione di KG contro lo stress ossidativo porta ad  una riduzione di L-carnitina biosintesi  e una concomitante  diminuzione della ossidazione degli acidi grassi . La fluidità e l’interazione di questi moduli metabolici e le implicazioni di questi risultati in patologie epatiche correlate sono discusse nel presente documento. 
  • L’importanza di questi risultati è rilevante soprattutto per lo sviluppo del cervello e per le malattie autoimmuni croniche come il diabete e l’autismo . L’interruzione del metabolismo mitocondriale è significativo l’aumento del rischio di vaccino lesioni in persone che hanno disturbi mitocondriali sottostanti –
  • Visualizza il caso di Hannah Poling per ulteriori informazioni .
  • Nel valutare la tossicità adiuvante nei bambini, alcuni punti chiave dovrebbe essere considerato: (i) i neonati ei bambini non dovrebbero essere visti come “piccoli adulti” con riguardo al rischio tossicologico come loro fisiologia unica li rende molto più vulnerabili agli insulti tossici; (Ii) in esseri umani adulti Al adiuvanti dei vaccini sono stati collegati a una serie di gravi patologie autoimmuni ed infiammatorie (cioè, “ASIA”), ma i bambini sono regolarmente esposti a quantità molto elevate di Al dai vaccini rispetto agli adulti; (Iii) spesso si presume che le risposte immunitarie periferiche non influenzano la funzione del cervello.Tuttavia, è ormai chiarito che c’è una bidirezionale diafonia neuro-immunitaria che gioca un ruolo cruciale nella immunoregolazione nonché funzioni cerebrali. A sua volta, perturbazioni dell’asse neuro-immunitario sono stati dimostrati in molte malattie autoimmuni racchiusi in “ASIA” e si pensa di essere guidato da una risposta immunitaria iperattiva; e (iv) gli stessi componenti dell’asse neuro-immunitario che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del cervello e la funzione immunitaria sono pesantemente presi di mira da Al coadiuvanti. In sintesi, le evidenze della ricerca dimostrano che le crescenti preoccupazioni circa le pratiche di vaccinazione in atto possono infatti essere giustificati. Perché i bambini possono essere più a rischio di complicanze indotti dal vaccino, è urgente una rigorosa valutazione degli impatti sulla salute avverse correlate al vaccino nella popolazione pediatrica.

Con tutte queste preoccupazioni circa la sicurezza di alluminio nei vaccini, e circa il vaccino contro l’epatite B in particolare, si può essere indotti a chiedersi: “Ne vale la pena?”

Come notato sopra, il CDC afferma che l’incidenza di infezione da epatite B nei bambini statunitensi è diminuita del 89% a seguito di vaccinazione di massa. Cosa significa realmente?

Nel 1990, l’incidenza di infezione da epatite B nei bambini statunitensi tra la nascita ei 19 anni di età era 3,03 per 100.000. Nel 2002, il numero era sceso a 0,34 per 100.000.

Questo è il modo in cui si avvicinò con il calo 89%. Un altro modo di mettere questo è che se il numero 1990 era stato uno infezione di 1 milione di persone, e la vaccinazione di massa avevano spazzato via che 1 caso di infezione su un periodo di 12 anni, il CDC sarebbe sostenendo che il vaccino è stato responsabile di un 100% di diminuzione infezione da epatite B.

Possiamo davvero accreditare il vaccino con la riduzione dei casi? Guardate i due grafici seguenti del CDC. Il primo è il grafico di epatite B e il secondo è il grafico di epatite C.

 

 

L’epatite C è diminuita a un tasso paragonabile a epatite B, ma non esiste un vaccino per l’epatite C.

Questo suggerisce che la diminuzione di incidenza non è dovuto al vaccino, ma a causa di altri fattori, come l’aumento della consapevolezza dei pericoli della non protetto sesso tra quei gruppi che sono a più alto rischio di contrarre sia l’epatite B e l’epatite C.

Il CDC ha registrato un totale di 10.637 casi di malattia acuta di epatite B nel 1996, con 279 di quei casi nei bambini sotto i 14 anni di età. Usando questi numeri possiamo calcolare la percentuale di casi di malattia epatite B che si verificano nei bambini degli Stati Uniti tra la nascita e 14 anni come  2.62% .

Per avere un’idea del vero calo come conseguenza della vaccinazione, abbiamo bisogno di guardare i dati che iniziano prima della vaccinazione di massa dei neonati. Nel 1990, il tasso complessivo di infezioni da epatite B segnalati negli Stati Uniti era 21.102 . Utilizzando il tasso di 2,62%, possiamo stimare il numero di casi nei bambini sotto i 14 anni come 552,87 o  553 casi .

Nel 2002, il tasso complessivo di infezioni da epatite B segnalati negli Stati Uniti era 8064.  Utilizzando il tasso di 2,62%, possiamo stimare il numero di casi nei bambini sotto i 14 anni come 211,27 o  211 casi .

Così, dal 1990 al 2002, si può stimare che il numero di casi di infezione da epatite B all’anno nei bambini statunitensi tra la nascita ei 14 anni di età  è diminuita di circa 230 casi .

In generale, i bambini che sono infettati con il virus dell’epatite B tendono a sperimentare un corso più lieve della malattia rispetto agli adulti. Sappiamo che tra gli adulti con infezione da epatite B, circa il 5% di loro diventano portatori cronici di epatite B. Il restante 95% non hanno problemi duraturi. Tra il 5% che diventano portatori cronici, 5% di loro morirà di cancro al fegato che si sviluppa decenni più tardi nella vita.

Per il tasso complessivo di morte per epatite B è di circa il 1,25% di coloro che hanno contratto la malattia. Utilizzando i numeri dal 1990 (l’anno prima che il vaccino è stato raccomandato per l’impiego universale nei neonati)  possiamo stimare il tasso globale di morte per epatite B come segue :

  • 1.990 infezioni = 21.102
  • portatori cronici: 21.102 x 0,05 = 1,055
  • morti per malattie del fegato nel corso della vita:   1.055 x 0,05  = 53

Ma per quanto riguarda l’epatite B casi nei bambini, dal momento che i nostri bambini sono quelli che stanno accettando il rischio maggiore di vaccinazione contro la malattia l’epatite B?

Qual è il rischio per i neonati negli Stati Uniti, quando si tratta di morire di infezione da epatite B?

Se confrontiamo i numeri 1991-2011 (un arco di 20 anni) e si stima che circa 230 casi di epatite B all’anno sono state evitate nei bambini a seguito di vaccinazione di massa, possiamo stimare  che il numero totale di casi di epatite B che hanno impedito nei bambini è di 4.600 casi  (230 x 20).

Sappiamo che i bambini hanno generalmente un caso lieve della malattia rispetto agli adulti, ma non abbiamo un numero per questo, quindi dovremo andare con il più alto numero di 5% di diventare portatori cronici.

4600 x 0,05 = 230 (numero stimato di portatori cronici)

230 x 0,05 =  11,5 (numero stimato di decessi impedito)

Così il numero stimato di decessi per infezione da epatite B tra i bambini e neonati statunitensi attraverso i primi 20 anni di vaccinazione di massa dei neonati è di 11,5

Possiamo stimare che circa 1 decesso ogni 2 anni (11,5 decessi / 20 anni = 0,575 decessi all’anno) tra i bambini americani sotto i 14 anni di età possono essere state prevenute con la vaccinazione universale dei bambini contro l’infezione da epatite B.

Il vaccino vale la pena?

Una rapida ricerca del  VAERS (Vaccine Adverse Events Reporting System)  del database ci dà la risposta a questa domanda.

Ho cercato per morti da vaccino contro l’epatite B nei bambini di età inferiore ai 15 anni.

Ecco cosa ho trovato:

1022 morti, con 987 decessi in bambini di età inferiore ai 3 anni.

825 morti in bambini sotto i sei mesi di età.

Nota: ho guardato i numeri VAERS nel febbraio 2012 mentre la ricerca di un altro articolo. La ricerca VAERS nel febbraio 2012 ha indicato c’erano stati 629 decessi in bambini sotto i sei mesi di età (segnalate al VAERS). Oggi (2 giugno 2014), il database VAERS contiene 196 più rapporti per i decessi di bambini di età inferiore ai sei mesi rispetto al numero riportato per quella stessa coorte appena 27 mesi fa. Che funziona a una media di 7,26 morti al mese. Se questi numeri sono corretti, ciò significa che  in meno di due mesi, più i bambini sono stati uccisi dal vaccino rispetto al numero di vite (nei bambini di età 0-14 anni) potenzialmente salvato dal vaccino nei primi 20 anni di l’amministrazione di massa.

VAERS è in vigore dal 1990.

I primi quattro morti da vaccino contro l’epatite B sono stati segnalati nel 1991, quando la copertura per il vaccino era molto basso.

Il CDC indica che nel 1992, solo il 16% dei bambini negli Stati Uniti sono stati vaccinati  e durante l’anno ci sono stati  14 decessi segnalati al VAERS.

Nei primi cinque anni dopo il vaccino contro l’epatite B è stato raccomandato per la somministrazione a tutti i bambini negli Stati Uniti, il vaccino ha ucciso almeno 235 bambini. C’è un problema con il calcolo del numero di morti reale dal vaccino contro l’epatite B, perché i medici non sono tenuti a segnalare anche gli eventi avversi più gravi. Si stima che meno del 10% di reazioni sono riportati e il numero possono essere partire da 1,5 a 2%

Quando i medici non sono tenuti a segnalare le reazioni avverse, come possiamo avere le informazioni necessarie al fine di prendere decisioni accurate circa i rischi contro benefici dei vaccini?

I creatori del vaccino contro l’epatite B ammettere di non avere idea se il vaccino sarà ridurre la fertilità in coloro che lo ricevono.Hanno anche ammettere di non avere idea di quanto tempo ogni immunità da vaccinazione durerà. ( Engerix ) ( Recombivax )

I creatori del rapporto di vaccino contro l’epatite B che è stato testato con DTP, Oral Polio, MMR-II, il vaccino Haemophilus B, inattivato Vaccino antipolio, DTaP o vaccino della varicella. Si noti l’uso della parola “o” – “. AND” non ( Engerix ) ( Recombivax )

Eppure, quando i bambini vengono iniettati in base alla pianificazione del CDC, che spesso ricevono TUTTI i seguenti vaccini:

Epatite B, Rotavirus, DTaP, Hib, vaccino pneumococcico, IPV, e Influenza

Questo è chiaramente sperimentale e non è stato studiato sia per la sicurezza o efficacia.

Secondo il Codice di Norimberga, che è stato istituito in risposta ai crimini di guerra orribili commessi contro i prigionieri durante la Seconda Guerra Mondiale, ci sono una serie di regole che devono essere rispettate per quanto riguarda l’esecuzione di esperimenti medici sugli esseri umani.

Le regole contenute nel Codice di Norimberga dettano, tra le altre cose, che

“Il grado di rischio da adottare non deve mai superare quello determinato dalla rilevanza umanitaria del problema da risolvere con l’esperimento.”

Chiaramente, quando il numero di morti per il vaccino contro l’epatite B (1022) è almeno 88 volte il numero di morti prevedibili nei bambini sotto i 15 anni a seguito di infezione da epatite B (11,5), possiamo dire con certezza che questo è in violazione del Codice di Norimberga.

È questo un caso in cui possiamo dire con fiducia: “Quando sappiamo meglio, facciamo meglio?”

Per molti genitori che conosco, la citazione di cui sopra da Maya Angelou è il caso, in particolare per quelli di noi che hanno vissuto il trauma della perdita di un figlio a causa di vaccino-infortunio. Quando i nostri figli sono danneggiati dai vaccini, molti di noi rivolgiamo i nostri sforzi verso cercando di capire il perché. Ricerchiamo e noi facciamo tutto il possibile per imparare dai nostri errori, nella speranza di prevenire ulteriori danni ai nostri figli.

Il problema è, lo stesso non si può dire per il governo degli Stati Uniti, e per i funzionari all’interno del governo, che hanno il compito di prendere decisioni sui requisiti per la vaccinazione dei bambini americani.

Documenti dell’Istituto di Medicina, pubblicato nel 1994, indicano che ci sono stati gravi preoccupazioni circa la ricerca per quanto riguarda la sicurezza del vaccino per quasi due decenni. Di seguito è riportato dalle conclusioni del rapporto OIM:

“La mancanza di dati adeguati per quanto riguarda molti degli eventi avversi sotto studio è stato di grande preoccupazione per il Comitato … la commissione ha incontrato molte lacune e limitazioni nella conoscenza del cuscinetto direttamente o indirettamente, sulla sicurezza dei vaccini. Questi includono inadeguata comprensione dei meccanismi biologici eventi avversi sottostanti seguenti infezione naturale o immunizzazione, informazioni insufficienti o incoerenti da case report e serie di casi, calibro insufficiente o la lunghezza del follow-up di molti studi epidemiologici basati sulla popolazione … “

(citazione:.. Stratton, KR, Howe, CJ, e Johnston, RB, Eds (1994) Gli eventi avversi associati con i vaccini infantili:. Evidence cuscinetto sulla causalità Vaccine Safety Committee, Divisione di promozione della salute e la prevenzione delle malattie Institute of Medicine.. Washington, DC:. National Academy Press)

La documentazione di dibattito che ha avuto luogo presso la  Conferenza Simpsonwood 2000 , tra i funzionari del CDC, FDA, ed esperti del settore vaccino rivela c’erano gravi problemi di più di un decennio fa circa gli effetti del mercurio e alluminio, e circa il numero di antigeni del vaccino iniettato in neonati quando vengono vaccinati in base alla pianificazione del CDC. Piuttosto che venire avanti con queste informazioni e informare i genitori e il pubblico, l’informazione è stata tenuta segreta ed è stato reso noto solo dopo che i documenti sono stati ottenuti grazie al Freedom of Information Act.

Nonostante queste preoccupazioni molto significativi, tra cui quelli relativi a danni neurologici, disturbi dell’apprendimento, autismo e persino la morte, i funzionari del governo degli Stati Uniti ha rifiutato di agire e si rifiutò di informare il pubblico dei pericoli, optando invece non solo di mantenere il programma in quanto era, ma di continuare ad aggiungere nuovi vaccini.

Questo è chiaramente un caso in cui possiamo dire che non è vero che “quando sanno meglio, lo fanno meglio”.

Ma forse non dovremmo aspettarci “LORO” per fare meglio. Dopo tutto, non stiamo parlando di genitori, stiamo parlando di enti governativi. La differenza tra le enormi macchine che caratterizzano il governo degli Stati Uniti e quelli di noi che sono i genitori è che le macchine non hanno figli. Le macchine non sono i genitori. Le macchine non condividono gli stessi diritti e responsabilità per i neonati ei bambini come i diritti e le responsabilità dei genitori.

I genitori sono quelli che devono prendere decisioni mediche per i propri, singoli bambini. Questo è vero, quando si parla di cose come in sella ad una quattro ruote o skateboard, ed è vero quando si parla di dare il proprio consenso per le procedure mediche complesse, anche e soprattutto quelli che vengono eseguite sui nostri figli.

Sarebbe ideale se potessimo contare sul governo di preoccuparsi del benessere dei nostri figli.

Sarebbe ideale se potessimo contare sul governo per imparare dalla morte di 1.022 bambini, e di cambiare la politica di vaccinazione per prevenire futuri, morti inutili.

La storia ci ha dimostrato che se ci aspettiamo queste cose da parte del governo, ci stiamo ponendo per la delusione, e stiamo mettendo i nostri figli in pericolo.

In definitiva, i nostri figli sono la nostra responsabilità.

E ‘nostra responsabilità di prendersi cura di loro e per proteggerli. Tale responsabilità si estende oltre le nostre case ei nostri quartieri. Purtroppo, quando si tratta di vaccini, la nostra responsabilità di proteggere i nostri bambini include proteggendoli dalle macchine che non hanno la capacità di fare meglio, anche quando essi sanno meglio.

 

AGGIORNAMENTO FONTI

Da una ricerca sulla più importante rivista scientifica Pub Med, nel periodo dal 1980 al 2014, sono emersi 1.147 studi relativi a complicanze orali o in altre parti del corpo, associate al vaccino Epatite B.
“Dopo aver esaminato la letteratura scientifica abbiamo verificato che sono associati al vaccino Epatite B: S.I.D.S., Sclerosi multipla, sindrome della stanchezza cronica, vasculite, porpora trombocitopenica idiopatica, neurite ottica, lupus sistemico erimatoso, lichen planus e disordine neuro- muscolare.”

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25506472

Vaccino contro l’epatite B nel mirino per la correlazione con la sindrome da stanchezza cronica

epatite b e stanchezza cronica causa

 

epatite b e stanchezza cauisa 2

 

CORRELATI E FONTE

  • http://www.merck.com/product/usa/pi_circulars/r/recombivax_hb/recombivax_pi.pdf
  • http://therefusers.com/refusers-newsroom/hepatitis-b-vaccine-caused-chronic-fatigue-syndrome-us-court/#.VWUwg9Ltmkr

 

Fonte

  • http://vaxtruth.org/2014/06/hepatitis-b-vaccine-for-infants-is-it-worth-it/

 

STUDI E CORRELATI 

 

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21058170
  • Luglio 2012 Autoimmunità dopo vaccino contro l’epatite B, sindrome indotta da adiuvanti “(ASIA): analisi di 93 casi.
  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22235045

In bambini di 9 anni che avevano ricevuto le vaccinazioni primarie in 4 dosi di vaccino contro tetano, difterite, epatite B, pertosse,haemophilus, poliomielite, è stato misurato il livello di anticorpi senza ulteriori dosi di richiamo.

  • http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20009522
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ANDAMENTO DELLE MALATTIE DATI UFFICIALI

Coperture vaccinali e Andamento delle malattie

Dal Ministero i dati sull’ Mpr:

Tra il 2013 e il 2014 calano le coperture vaccinali (CV) per la seconda dose di vaccino Mpr (morbillo-parotite-rosolia) e in entrambi gli anni le cifre rimangono, in tutte le Regioni italiane, al di sotto della soglia del 95%, valore minimo previsto dall’obiettivo del Piano per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc) 2010-2015. È quanto emerge dai dati pubblicati il 25 gennaio 2016 dal ministero della Salute che, per la prima volta, rende note anche le coperture per vaccino Mpr somministrato a 5-6 anni di età (2a dose) e relative al periodo di rilevazione 2013-2014. Infatti, la media nazionale per morbillo, parotite e rosolia passa rispettivamente dal 84,05%, 83,59% e 83,65% nel 2013 al 82,72%, 82,41% e 82,46% nel 2014.

  • http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/dati_Ita.asp

Morbillo & Rosolia: il rapporto di gennaio 2016

Nel mese di dicembre 2015, sono stati segnalati 43 casi di morbillo portando a 251 i casi segnalati dall’inizio dell’anno. L’età mediana dei casi segnalati nel 2015 è 23 anni (range: 0-83 anni). Per quanto riguarda la rosolia, nel mese di dicembre 2015, è stato segnato un caso che porta i casi segnalati dall’inizio dell’anno a 39.
L’età mediana dei casi è stata pari a 23 anni (range: 0 – 83 anni). Più della
metà dei casi (n=135; 53,8%) si è verificata nella fascia di età 15-39 anni.
Il 31,1% dei casi (n=53) è stato osservato in bambini <5 anni di età. In quest’ultima fascia di età è stata osservata
l’incidenza più elevata (1,95 casi per100.000 bambini).
Sette casi sono stati segnalati in bambinicon età <1 anno.
Il 51,4% dei casi è di sesso maschile.
Lo stato vaccinale è noto per 225 dei 251 casi (89,6%), di cui l’84,4% era non vaccinato, il 10,7% aveva effettuatouna sola dose di vaccino, il 2,7% aveva effettuato due dosi, mentre lo 2,2% non ricorda il numerodi dosi ricevute.

La Germania ha segnalato 2.580 casi, che corrisponde al 63% dei casi totali nel periodo.
La Francia è al secondo posto per numero di casi segnalati (n=368), seguita dall’Austria (n=315) e dalla Croazia (n=232).
I tassi d’incidenza più elevati sono stati riportati dalla Croazia ( 54,6/milione di abitanti), dall’Austria (37,0/milione) e dalla Germania (31,9/milione). Quindici Stati Membri hanno riportato tassi di notifica inferiori al target di eliminazione (<1 caso per milione di abitanti) e 8 di questi ultimi hanno riportato zero casi.
Il 24% dei casi per cui è nota l’età, è stato riportato nei bambini <5 anni di età, mentre il 21% aveva ≥ 30 anni. Il 75% circa dei casi era non vaccinato, il 9% aveva ricevuto una sola dose, il 3% aveva ricevuto due
o più dosi e l’1% un numero non specificato di dosi. Non è noto lo stato vaccinale di 11% dei casi.
E’ stato segnalato un decesso per morbillo e sei casi sono stati complicati da encefalite acuta.

http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp

http://www.epicentro.iss.it/

vaccini

Da questo link è possibile verificare l’andamento delle Malattie livello internazionale

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POLIO

.Polio

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MORBILLO

Morbillo

Morbillo

WHO

Morbillo

DIFTERITE

Difterite

Difterite

EPATITE B

Epatite B

PERTOSSE

Pertosse

Pertosse

MENINGITE

Meningite

Meningite

TETANO

Tetano

Tetano

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