Vaccini Mortali ai Militari ,ora ben due sentenze condannano lo Stato
Vaccini mortali ai militari, due sentenze condannano lo Stato
Il Tar del Friuli e la Corte d’appello di Lecce riconoscono le responabilità dei ministeri della Difesa e della Salute nei casi di morti sospette denunciati da un’inchiesta di Repubblica. L’avvocato: “Ora devono ammettere che si tratta di una malattia professionale”
L’INCHIESTA: VACCINATI A MORTE
Ma non è tutto, perché negli stessi giorni la Corte d’appello di Lecce ha condannato il ministero della Salute in appello a risarcire la famiglia di Fabio, anche lui militare morto per leucemia dopo un bombardamento di vaccini. Fabio si è spento nel 2002, Francesco nel 2008. Da quel momento è iniziata una battaglia legale infinita per veder riconosciute le responsabilità di chi ha causato a loro e ad almeno altri 2800 ragazzi un abbassamento delle difese immunitarie da risultare letale.
Si chiamava Fabio (la famiglia preferisce non si diffonda il cognome) classe 1981 ed è morto di leucemia a 20 anni. Sulla sua scheda sono segnati 14 vaccini in un solo giorno. La sua famiglia ha appena vinto in appello la causa contro il ministero della Salute ora condannato a un indennizzo che supera i 220 mila euro. Anche il ministero della Difesa dovrà risarcirgli il danno fatto da medici inadeguati, incompetenti o forse solo negligenti, ma manca ancora l’ultimo pronunciamento della Cassazione.
Dopo anni di ricerche, negazioni, omertà, arrivano ora le prime condanne. Il riconoscimento ad alcune famiglie che hanno sostenuto quello che dicono diversi medici e importanti studi scientifici: fare dieci, dodici, quattordici vaccini in un giorno significa far correre un rischio mortale a una persona, con grandi probabilità di mandare in tilt il suo sistema immunitario. Due di queste sono state seguite dall’avvocato Francesco Terruli, il primo ad aver vinto due cause su questo argomento su cui prima incombeva il marchio: “Non è dimostrato il nesso di causalità”.
Ora questo nesso è invece chiaro e inequivocabile. Il velo è stato squarciato. Testimoniato da studi di importanti università come il Progetto Signum e sorretto da luminari di fama internazionale come Giulio Tarro o Antonio Giordano. I vaccini sono importanti e utili ma non sono acqua fresca e se usati male possono produrre danni gravissimi. Nel 2001 Giordano faceva la più importante scoperta della sua vita, il gene RB2/p130 poteva inibire lo sviluppo dei tumori, ma contemporaneamente iniziò a scoprire anche che cosa li provocava maggiormente.
L’11 settembre, mentre dall’altra parte del mondo la storia seguiva la rotta forzata dell’aereo che si avvicinava alle torri gemelle, Fabio stava lavorando, era in servizio. Un rigagnolo di sangue gli scese dal naso lungo il viso. Da qualche giorno succedeva spesso. Per i medici nulla di cui preoccuparsi. Era stanco l’ultima sera che fece la guardia, il 22 settembre e chiuse gli occhi.
Lo stesso 11 settembre 2001, Francesco Rinaldelli, classe 1983, faceva il bagnino ma coltivava il sogno di arruolarsi. Poi iniziarono le prove, gli ordini, i vaccini e dopo ancora quella stanchezza che non andava più via e infine una lunga agonia in ospedale. Dopo ricerche, studi, risposte mai arrivate e speranze deluse, ora il Tar del Friuli per la prima volta ha messo in discussione la decisione del ministero della Difesa di rifiutare lo status di “vittima del dovere” a un militare morto per i vaccini
Vaccini Informa
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