Lettere delle ASL ai genitori: risponde il Dott.Serravalle
Ultimamente,nelle nostre case arrivano delle lettere mandate dalle ASL in riferimento alla vaccinazione antipolio e il consiglio a vaccinare per “un’emergenza pubblica sanitaria di rilevanza internazionale”
CERCHIAMO DI FARE CHIAREZZA RISPONDE IL Dott. EUGENIO SERRAVALLE
Alcuni genitori mi hanno segnalato le lettere che la ASL di appartenenza invia loro per sollecitare la somministrazione della vaccinazione antipolio a chi non è in regola con il ciclo vaccinale consigliato. Si legge che è in corso “un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”, che “attualmente risultano interessati dall’infezione da Polio virus selvaggio 10 Paesi” senza però specificare quali.
E’ la seconda volta nella sua storia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità decreta una condizione di emergenza di Sanità pubblica di rilevanza internazionale (Public Health Emergency of International Concern PHEIC). Simile procedura era stata avviata nel corso della “pandemia” dell’influenza suina (il che, in verità, non è motivo di conforto). Gli inviti delle ASL sono determinati proprio da questo allerta, e appare allora opportuno consultare i dati aggiornati.
Nel 2013 i casi totali di polio sono stati 416 in una popolazione mondiale di circa 7 miliardi e 300 milioni di individui. Quest’anno, al 2 luglio, i casi sono stati 112, in aumento rispetto ai 95 dell’anno precedente. I casi dei Paesi dove la polio è endemica, cioè dove si registrano ogni anno (Pakistan, Afghanistan, Nigeria) sono 99 rispetto ai 47 del 2013, mentre nei Paesi dove la malattia è epidemica (significa che per diversi anni non ci sono casi di malattia, e poi avviene un’epidemia) c’è una riduzione globale: dai 48 del 2013 si è passati ai 13 di quest’anno.
L’aumento dei casi di quest’anno è da attribuire alla Pakistan, che segnala 88 casi rispetto ai 18 dell’anno scorso, all’Afghanistan che da 3 ne segnala 7, mentre in Nigeria si è passati da 26 a 4 segnalazioni. In Iraq abbiamo 2 segnalazioni, in Cameroon 3, in Siria 1, in Etiopia 1, tutti Paesi che alla stessa data del 2013 non avevano riportato segnalazioni. In Somalia 1 caso (nel 2013 erano 41 i casi), 0 in Kenya (7 casi nel 2013).
Non possiamo non rilevare l’esiguità, a oggi, del numero dei casi, concordando sull’opportunità di attuare tutte le misure di controllo della situazione, monitorando l’andamento della malattia e fornendo informazioni adeguate a riguardo. Abbiamo riportato i dati aggiornati, ufficiali, della malattia per ribadire alcune evidenze.
E’ un fatto che Paesi delle Regioni OMS delle Americhe (AMRO) e del Pacifico occidentale (WPRO), con coperture vaccinali basse o molto basse siano Polio free da decenni. In Italia l’ultimo caso di poliomielite risale al 1982, l’Europa è polio-free dal 2002.
E’ un fatto che paesi con coperture vaccinali simili come Pakistan, Congo e Austria registrino rispettivamente una condizione di polio endemica, di polio epidemica, e di assenza di malattia. E’ un fatto che la malattia si ripresenti in Paesi con scenari di guerre, carestie, sottolineando l’importanza dei determinanti sociali nella diffusione della patologia.
E’ un fatto che i comunicati dell’Oms che lanciano l’allerta riguardo le epidemie di polio nel mondo non siano completi. Non viene infatti specificato se i soggetti risultati positivi ai poliovirus fossero vaccinati, non vaccinati o sotto-vaccinati; non viene specificato se i casi di polio paralitica o morte si siano verificati in soggetti in condizioni particolari di assenza di vaccinazione, sotto-vaccinazione o immunizzazione completa, o ancora immuno-deficienza, malnutrizione e altro; non viene specificato se nella zona in cui sono stati individuati i positivi e i malati o dove è stato riscontrato un focolaio, vi fossero cluster di persone suscettibili per mancata vaccinazione, per sotto-vaccinazione, per immunodeficienza o per altre motivazioni attinenti; inoltre non viene specificato se i positivi ai poliovirus e i malati rientrino in quei cluster.
E’ un fatto che alcuni report dell’OMS segnalino la diffusione di casi di polio indotti dalla vaccinazione, con frequenza a volte superiore alle infezioni causate da virus selvaggio. Nessuna demonizzazione del vaccino anti-polio, solo la rivendicazione alla professione medica delle competenze sufficienti a valutare caso per caso se vaccinare o no un bambino contro la polio in un contesto igienico-sanitario quale quello garantito dai paesi occidentali, in cui sono scomparsi, cioè, i fattori determinanti per l’insorgere della malattia: mancanza di acqua potabile, smaltimento fognario efficace, malnutrizione e miseria.
Aggiornamento situazione “polio”
Il 18 giugno, il Brasile ha riferito che tipo di poliovirus selvaggio 1 (WPV1) era stato rilevato in un campione di acque reflue raccolte marzo 2014 a Viracopos International Airport di stato di San Paolo. Sequenziamento genetico indica che il virus è più strettamente correlato al virus che sta circolando in Guinea Equatoriale. Nessuno in Brasile è stata paralizzata dal virus né vi è evidenza di trasmissione all’interno della popolazione di quel paese.
Vaccini Informa
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